kappa

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Saluti
Vi espongo il problema che per comodità di risposta e compessità divido in più punti.-

1° tre fratelli ereditano un'abitazione acquistata dai genitori nel 76.
2° l'immobile è accatastato come un'unica abitazione disposta su due piani non comunicanti direttamente tra loro ma tramite scala esterna in comune con altri.
3° al catasto il piano terreno in sequenza, risulta ancora composto da cucina, granaio, stalla e portico, mentre al primo piano vi sono 2 camere da letto e un ballatoio.
4° sino a questo momento non compare alcuna area adibita a WC.
5° consultando gli atti del comune ho trovato una prima concessione edilizia anno 69 rilasciata per la costruzione dei sevizi igenici al piano terreno, in tale occasione la disposizione delle stanze in sequenza diventano cucina,tinello e camera.
6° nel 76, 15 giorni prima del rogito in seguito a verifica da parte del catasto, vengono apportate delle modifiche agli atti catastali, (correzioni effettuate a penna come si faceva a suo tempo) al primo piano trovo scritto cucina, granaio e cerchiata stalla, attualmente censita come garage, anche se nel 69 in licenza è camera, al portico aggiungono il WC mentre il primo piano vi sono due camere e al ballatoio aggiungono il WC.
7° il rogito viene stilato facendo presente la composizione dei vani descritta al punto 6° menzionata nell'atto.
8° nel 77, mio suocero supponendo la regolarità della situazione, chiede una concessione edilizia tendente a creare delle aperture e alcune chisure al piano superiore, non si sà xchè ma il geometra non inserisce il bagno anche se il catasto l'ha aggiunto ai propri atti nel 76.

Adesso uno dei fratelli vorrebbe uscire dalla comunione dei beni ed acquistare la parte superiore dell'immobile.
L'immobile come descritto è già diviso funzionalmente, al piano superiore la prima camera dovrebbe diventare la cucina così erano le intenzioni di mio suocero che già nel 77 aveva predisposto scarico e tubazioni dell'acqua.

PROBLEMA :wall:

l'immobile rientra nella legge regionale 11 marzo 2005 nr. 12 della regiona Lombardia, pertanto il comune vieta interventi di manutenzione straordinaria come descritti nell'art.27 comma 1 lett B e di interventi di ristrutturazione edilizia art. 27 comma 1 lett d pertanto non accetta alcun tipo di dia.
Adesso, l'architetto che ha stilato per il comune il documento per il governo del territorio mi dice che posso frazionare l'abitazione e presentare docfa di frazionamento in quanto non vi sono opere edili da eseguire tendenti alla trasformazione dell'edificio in quanto è una mera operazione tecnica, mentre il comune afferma che ci vuole una dia per frazionare e che non può essere rilasciata.

Adesso il geometra ha stilato un docfa (che dovremmo presentare) per la divisione dell'unità immobiliare e l'aggiornamento a seguito del sopralluogo effettuato nel 76 dal catasto; nell'atto al primo piano ha inserito il WC così come rilevato dal catasto nel 76 anche se non vi sono atti al comune, ma guardando la disposizione ed il passaggio dei tubi scarico/acqua di sicuro è stato costruito prima della licenza del 69 in quanto i propretari di allora un bagno lo dovevano avere.

La mia intenzione è permettere a mio cognato di uscire dalla massa ereditaria vendendo la restante unita immobiliare del piano terreno.
Oppure se non vi sono alternative venderla in blocco sanando le discrepanze tra gli atti del catasto e quelli del comune ma quali tengo buoni ?? nella licenza edilizia del 69 la stalla è stata individuata come camera da letto mentre al catasto come garage per i geometri comunali danno prevalenti i loro e non quelli al catasto.-

Avete qualche soluzione ????

Si ringrazia
 

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