Sì, la tua comunicazione è piuttosto "carente".
Io con CB&B, in Italia, mi sono trovato bene, anche se va a loro oltre il 38% dei guadagni, ma questo è in linea con altre società di gestione, per cui l'affidare un immobile a queste società è utile solo per due motivi: ci si ripaga delle spese e non si rischia di regalare il proprio immobile ad un "inquilino professionista" (della morosità e di altro), ma non si guadagna.
Concordo a pieno con
@Gagarin su quanto scrive. Anch'io ho avuto un'esperienza positiva con CleanBnB che ho deciso di chiudere non per carenze di gestione, ma per scarsa redditività.
In effetti, oltre al fatto che a loro vada oltre il 38% dei guadagni 8se conteggiamo anche le provvigioni incassate da AirBnB, Booking o le altre piattaforme di cui si avvalgono, i problemi di bassa redditività sono essenzialmente due:
1) il sistema di tassazione su un imponibile che è la cifra lorda incassata da CleanBnB e che porta, sostanzialmente, a pagare l’imposta cedolare secca anche sulle competenze di CleanBnB e sulle spese che sostengono per provvigioni, piccole riparazioni, pulizie ecc., scontando un’aliquota di imposta che dal 21% nominale (cedolare secca come primo immobile) diventa, effettivamente, quasi del 35% se calcolata sul netto.
2) tutte le numerose spese accessorie, tra le quali quelle del consumo di energia elettrica, quelle condominiali, quelle del riscaldamento, Il wi-fi internet, la TARI ecc., che invece di essere addebitate all'inquilino (come nei normali contratti di locazione) restano completamente a carico del locatore e non sono deducibili.
Pertanto la sicurezza rispetto alla possibile morosità in un normale contratto di locazione si paga profumatamente e, facendo due conti, non conviene proprio.
L'affitto breve conviene solo a chi gestisce personalmente l'immobile e il viavai di inquilini, diventando questo peraltro un vero e proprio lavoro in termini di impegno.