Luigi Criscuolo

Membro Storico
Proprietario Casa
Quindi se non c'è vento la barca a vela cammina? E che ne è degli attriti?
Caro Jac0 tu sei abituato a pensare alle barche a vela come l’ Amerigo Vespucci, o alle caravelle di Colombo, che sono barche a vela dotate di VELE QUADRE, atte ad essere spinte dal vento sulla faccia posteriore con un flusso turbolento e che possono lavorare al massimo con il vento al traverso, non certo se viene di bolina, e che cessano di spingere ulteriormente quando la barca ha raggiunto la velocità del vento. Con queste vele uno scafo dislocante molto grosso, dalle linee tondeggianti, per muoversi necessita di una superficie velica consistente per prendere tutto il vento necessario a spostarlo e con condizioni favorevoli non supererà mai il limite imposto dalla sua costruzione anzi se il vento aumenta bisogna ridurre il piano velico per non strappare le vele o peggio ancora disalberare la nave.
Le moderne VELE DI TAGLIO di cui sono dotate attualmente le barche a vela, che hanno uno scafo planante, funzionano come un'ala di aeroplano, quindi l'aria le investe su entrambe le facce scorrendo in maniera laminare creando una PRESSIONE sulla faccia sopravvento - quella che guarda la direzione da cui viene il vento - ed una DEPRESSIONE sulla faccia sottovento - quella opposta - per cui si crea una forza diretta in avanti. Poi entrano in gioco la portanza della pinna di deriva sotto la barca e il quadrilatero vettoriale delle forze, il vento apparente ecc ma fermiamoci qui.
In conclusione possiamo dire che in una vela a forma di ala la forza esercitata dal vento è in funzione della velocità del vento stesso, della grandezza e della efficienza della vela stessa, per cui se questi due ultimi fattori sono notevoli, la forza risultante potrà essere sufficiente a fare viaggiare lo scafo a velocità superiore a quella del vento sempre se lo stesso scafo è efficiente in idrodinamicità, considerando che più la barca va veloce, maggiore è la velocità del flusso del vento che riceve.
CAro mio è cambiato il modo di andare per vele.

Io sono proprietaria del mio appartamento,lo stabile dove abito quasi la metà si è staccato dal riscaldamento centralizzato chi in maniera regolare e chi no io a questo punto a quello che ho capito posso mettere una caldaia a condensazione con canna di presa d'aria? O mi consolo passando l'inverno nel sacco a pelo?
Scusa Cinziaf, innanzitutto in quale città si trova questo condominio? L'Amministratore cosa fa? Come è possibile che alcuni condomini si siano potuti staccare senza chiedere l'autorizzazione all' assemblea condominiale? Capisco che uno o due condomini, menefreghisti ed egoisiti, possano aver messo il condominio davanti al fatto compiuto e si siano staccati; però la metà mi sembra eccessiva, a meno che il condominio sia fatto da 6 condomini. Tuttavia un Amministratore che sa fare il suo mestiere avrebbe addebitato loro ugualmente tutte le spese inerenti la gestione dell'impianto di riscaldamento fino a quando l'assemblea con una maggioranza qualificata avesse preso atto della situazione e quindi esonerato i separatisti dalle sole spese di gestione ma non di manutenzione ordinaria e strordinaria dell'impianto. Cosa dice la norma in vigore nella tua regione a proposito di distacco dall' impianto centralizzato? In un tuo precedente intervento avevi scritto che il padrone del palazzo non voleva cambiare la caldaia ti avevo chiesto spiegazioni ma non me le hai date. Da come hai scritto sembrerebbe che tu abbia riscattato, o comprato, un appartamento di edilizia convenzionata in un edificio nel quale la maggioranza degli appartamenti sia rimasto di proprietà dell'ente originario per cui ci sia una gestione mista.
 
U

User_44036

Ospite
Caro Luigi,primo il mio stabile si trova ad Erba (Co),é un condominio con 16 appartamenti fra cui 6 venduti e 6 negozi e 10 appartamenti in affitto ad un unico proprietario. Qualche anno fa 2 negozi e 4 appartamenti si sono staccati dal centralizzato senza portare nessun beneficio
Il nostro amministratore non ha fatto nulla per evitare ciò anzi le quote di gasolio sono aumentate in maniera esorbitante quasi duplicate perché la nostra è una caldaia degli anni 70 e a gasolio.Con questo voglio dirti che ho una gestione amministrativa penosa e ogni uno fa quello che vuole!! Forse sono stata un po' incasinata nello spiegarmi ma la situazione lo è di più!
 

jac0

Membro Senior
Proprietario Casa
Caro Luigi, io non sono d'accordo con i pranoterapeuti, soprattutto quando cianciano di energia (ma dove l'hanno studiata? non certo con il prof. Lozupone alla fine degli anni '60 alla Sapienza). Allora il vento, dal punto di vista della dinamica, opera, a seconda dei casi, come forza propulsiva (F) oppure come forza resistente. Nel primo caso opera compensando le resistenze (R) determinate: dall'aria che sta davanti la vela e dall'acqua ove è immerso lo scafo. Ho detto compensando, ossia mancando quella spinta la barca decelera, come si deduce dall'applicazione del 2° principio della dinamica. In formule: F + R = ma, con F = 0 si ha ma = R, quindi a = R/m, con il vettore a diretto all'indietro (= decelarazione). Dunque in condizioni di quasi regime (areggime se sbajo) la barca non può avere una velocità superiore al vento.
Per quanto riguarda la bolina, mi hai fatto venire in mente un'amica di circa 140 kg di peso. La chiamavamo bolina, perché il nome balena, non so perché, le dava fastidio.
 

Luigi Criscuolo

Membro Storico
Proprietario Casa
Luigi ma sei un appassionato di barche a vela???
Ormai con l'età che mi ritrovo posso dire che si tratta di una passione tenuta sopita per lungo tempo, avendo frequentato, a suo tempo, un corso di meteorologia aeronautica per fare il servizio militare. Le barche che si muovono spinte dalla forza del vento mi affascinano. Quasi come la passione per le motociclette, che però, in gioventù, ne ho possedute 2: adesso è meglio stare su 4 ruote ed andare piano. Ciao e.... vento sempre in poppa.

Allora il vento, dal punto di vista della dinamica, opera, a seconda dei casi, come forza propulsiva (F) oppure come forza resistente.
Allora secondo te le barche non possono andare controvento.
Ricordati che tutto cambia: una volta la velocità si calcolava dividendo semplicemente lo spazio per il tempo: ora si fa la derivata dello spazio diviso la derivata del tempo.

Qualche anno fa 2 negozi e 4 appartamenti si sono staccati dal centralizzato senza portare nessun beneficio
Lo credo, infatti come dici dopo i costi sono aumentati per chi è rimasto allacciato all' impianto centralizzato. Con questa situazione io ti consiglio di rivolgerti ad un avvocato, il quale, con il suffragio delle ricevute che gli darai, scriverà una lettera all'amministratore e a tutti i condomini dicendo che se non si ripristinano le condizioni originarie del condominio ti vedrai costretta ad iniziare una vertenza nei confronti sia del condominio che nei confronti dei singoli condomini che si sono staccati. Se le cose stanno come dici tu, credo che queste persone si dovranno preoccupare di sentire un consulente per capire quello che hanno fatto, e, se opportunamente consigliate, cercheranno una mediazione. Se le persone se ne fregheranno meritano di essere convocate in tribunale per rispondere dell'atto arbitrario che hanno fatto.
L'azione può essere fatta, tanto per ridurre le spese, da uno o più condomini rimasti allacciati all'impianto centralizzato. A questo proposto cosa dice il Regolamento di Condominio che deve essere stato depositato presso la cancelleria del Tribunale, competente per zona, all'epoca della formazione del condominio?
 

jac0

Membro Senior
Proprietario Casa
Allora secondo te le barche non possono andare controvento.
Ricordati che tutto cambia: una volta la velocità si calcolava dividendo semplicemente lo spazio per il tempo: ora si fa la derivata dello spazio diviso la derivata del tempo.

Detto come lo dici tu no, forse (non conosco questa parte della fluidodinamica)
si scompone la forza del vento (non la velocità) in un dato istante e si nota che il componente parallelo alla direzione del moto è parallelo e concorde con il vettore velocità a quell'istante. Oppure è possibile che la forza del vento è, vettorialmente, parallela e discorde con la velocità ( F = ma in modulo, direzione uguale, verso contrario) e allora il moto è rallentato. Non lo dico io, lo dissero, guarda un po', Galilei e Newton: non se mi si spiega!
Ad ogni ottimo è il suggerimento di approfondire la dinamica dell'andar per mare!
 

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