Daniele 78

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@jac1.0 Io non tocco i pilastri, parlo per me, anche perché per toglierlo dovresti puntellare l'edificio (lo sconsiglio anche per i costi oltre ai rischi perché non sai mai) e rinforzare con travi in ca la struttura. È un gioco che non ne vale la candela.
 
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Daniele 78

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intendiamoci: ho estremizzato per far capire, nessuno fa rinforzi sopra il solaio, però mi pare che il concetto sia chiaro: nel momento in cui vai a toccare un elemento strutturale devi prendere in considerazione la possibilità di compromettere la statica dell'immobile, quindi devi operare secondo un criterio che permetta di non avere problemi poi, per questo la norma prevede il calcolo statico che dimostri che il tuo intervento mantiene la struttura nei parametri di norma
Capisci benissimo anche tu che se agisci senza criterio demolendo, puoi veramente creare problemi seri, da qui la necessità ch eun tecnico abilitato si faccia cerico del problema assumendosi la responsabilità dell'intervento e calcolando di nuovo la struttura, in particolare da quando hanno ampliato le zone a rischio sismico
Certamente, io forse non mi sono spiegato fino in fondo e volevo chiarire il passaggio. Le vecchie strutture sono il 80/85% in travi e solai in CA e le murature esterne fanno da tamponamento (ma non sono strutturali), lo spiego per gli altri (che non sono del mestiere come te) dividono lo spazio interno da quello esterno ma non hanno nessuna funzione portante (praticamente tutti i condomini sono realizzati con questo schema). Pensando a questo tipo di struttura aprire una o più finestre sul paramento esterno non cambia nulla sulla statica, in quanto intervieni su un mero tamponamento.

Viceversa se la struttura è mista allora le murature esterne oltre ad essere dei tamponamenti diventano strutturali. (Questo è il caso delle villete o palazzine che non superano mai i 3 piani). Concordo comunque di dare i progetti esistenti della struttura all'ingegnere.

Poi ci sarebbe da fare un discorso sulla larghezza dei paramenti portanti in questi ultimi tipi di strutture. Con porto on 25 hai una struttura mista in prevalenza muratura, quando usi un 20cm l'ingegnere fa mettere lungo la parete (all'interno della muratura) un sacco di pilastri in ca.

Questo da esperienze che ho tratto direttamente sul cantiere con la mia impresa.
 

scarperosse

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buon giorno ragazzi......... ringraziandovi delle tante risposte, aggiungo per capirci meglio che........ con semplicità e (amicizia) l'architetto che ha eseguito i primi lavori ha fatto una serie di banali considerazioni sul progetto a me presentato e non essendo lui un geometra ne ingegnere mi ha fatto realizzare un sogno. questo sogno di vedere appunto luce dalla nuova finestra e il collegamento con una porta è diventato un incubo. chiaramente i muratori con alle spalle i loro tecnici valutavano il lavoro e prendevano tutte le valutazioni e precauzioni. ora mi accorgo che ne architetti ne esperti sono a conoscenza dei rischi e delle leggi. il responsabile e chi paga gli errori altrui è sempre il proprietario. non ditemi di rifarmi dei loro errori con avvocati, in quanto dovrei aggiungere altre spese e........................ cervello.
un saluto da scarperosse.
 

Daniele 78

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buon giorno ragazzi......... ringraziandovi delle tante risposte, aggiungo per capirci meglio che........ con semplicità e (amicizia) l'architetto che ha eseguito i primi lavori ha fatto una serie di banali considerazioni sul progetto a me presentato e non essendo lui un geometra ne ingegnere mi ha fatto realizzare un sogno. questo sogno di vedere appunto luce dalla nuova finestra e il collegamento con una porta è diventato un incubo. chiaramente i muratori con alle spalle i loro tecnici valutavano il lavoro e prendevano tutte le valutazioni e precauzioni. ora mi accorgo che ne architetti ne esperti sono a conoscenza dei rischi e delle leggi. il responsabile e chi paga gli errori altrui è sempre il proprietario. non ditemi di rifarmi dei loro errori con avvocati, in quanto dovrei aggiungere altre spese e........................ cervello.
un saluto da scarperosse.
Non è una generalizzazione valida per tutti, però purtroppo molti colleghi professionisti hanno il brutto vizio di presentare il progettino in Comune e poi non li vedi mai in cantiere...ecco che certe problematiche non riescono a coglierle perché difettano in esperienza pratica sul campo. E se ti manca una visione che lega il progetto all'esecuzione pratica certe magagne neanche ti passano per il cervello...ed i risultati li vedi alla fine come nel tuo caso. Spiace perché aldilà dei problemi economici a cui si va incontro, questi eventi danno sempre un colpo alla credibilità del settore che sta in piedi per miracolo e se continua così non so quanto possa durare. Coraggio non tutti i sono così abbi fiducia.

Comunque l'architetto è il responsabile del problema, avendo firmato dei progetti non regolari, sicuramente ha un'assicurazione se vai da un legale gli spieghi tutto.
 
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scarperosse

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il cervello, non voglio fare di tutta l'erba un fascio ma..... una logica uguale per tutti.
la logica stà nel seguire leggi oggettive che dovrebbero garantire dei principi e responsabilità in ogni parte d'italia.
ad ogni modo vorrei essere più chiara possibile.
lavoro presso il comune e tutti i giorni incontro oltre i colleghi anche tecnici. incontrando un architetto gli ho espresso il desiderio di ristrutturare casa,
da qui nasceva il progetto e l'incarico.
l'architetto, guardando gli ambienti interni ed esterni e prendendo consenso verbale dei parenti, procedeva con i lavori di ristrutturazione.
creava all'esterno la nuova pavimentazione, la finestra e un porticato in legno con un unico palo che poggia sulla corte comune, non si dava importanza alla porta interna, ne ad eventuali firme con cointestatari .
nulla sapevo di normative, comunicazioni ecc... se non che,
dopo 2 anni iniziavano liti con i parenti al piano superiore (dovute a infiltrazioni).
i primi contatti con le normative, le imparavo successivamente e notavo un vero caos tra responsabilità, servizi, e uffici.
in primis, richiedendo il progetto iniziale (del 1962) al comune, notavo delle difformità,
due sgabuzzini e un terrazzo non erano conformi alla planimetria catastale di cui si erano fatte le divisioni ereditarie.
successivamente su mia richiesta, venivano fatti controlli dal ufficio comunale che prendeva conoscenza del luogo, forse chiudendo un occhio sopra e uno sotto, il comune faceva sanare ai parenti, il terrazzo sopra il mio sgombero e a me faceva presentare, regolarizzare e sanare la porta su muro portante e l'ampliamento con il nuovo vano.
dalla sanatoria dei parenti (per il terrazzo) si evidenziava la maggior metratura e conseguentemente venivo denunciata dagli stessi.
i parenti non soddisfatti della (chiusura di un occhio) da parte del comune, ( sia per i loro abusi che per la mia maggior metratura ) lamentavano al prefetto e al comune la mia finestra non a norma, la pavimentazione, l'abuso per la metratura del vano come precedentemente scritto e altre ******ate.
ora, dopo 9 anni di problemi ( avvocati e tecnici pagati) sono ancora a lottare,
il comune dice che il catasto non è probatorio e ordina a tutti di demolire gli abusi. io sono ancora a dover capire le proprietà.
considerando il fatto che le opere a mio carico attualmente sono sanabili ( ma avevo già pagato l'urbanizzazione) e regolarizzabili, rimane il fatto che al parente (proprietario del terrazzo sopra il mio vano) è stato fatto sanare la metratura parziale come progetto iniziale, mentre a me si chiede di sanare l'eccedenza.
il nuovo tecnico non sa dirmi se la parte soprastante in copertura del vano che andrò a risanare è di mia proprietà, idem il comune.
per gli avvocati che leggono l'atto, dicono semplicemente: è espressa volontà di dividere come da atto catastale e quindi nulla è più impugnabile.
sorvolando il romanzo scritto sopra, rimane che,
ad ogni geometra, architetto, ingegnere da me consultato (e ne sono tanti) le risposte sono svariare e diverse, uno risponde che il mio abuso è stato pagato con ricevuta di diritti di urbanizzazione, un'altro dice che devo comunque pagare la sanzione e regolarizzare la finestra, ecc.. ecc.. il collega comunale mi spiega di non insistere su chi come e dove rompere la testa e propone di depositare dia epdia e pagare.
ultimo quesito,
visto che la corte e quindi il terreno è in comproprietà............
il terreno, il muro e parte della copertura del mio vano accessorio su cui andrò pagare sanzioni, per la legge, rimane di proprietà o in comproprietà?
potranno i parenti avere pretese su gli spazi a loro concessi (dove vi sono ancora loro abusi) divisi con accatastamento e mai condonato?
il romanzo continua.
saluti da scarperosse.
 

Daniele 78

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È una situazione un po' più intricata di quello che pensavo. Per te il detto :" parenti uguale a serpenti" sembra fatto apposta per il tuo caso. Detto questo devi risalire alla concessione originaria (quella del 62) e reperire l'atto originario di quella proprietà li (in conservatoria della tua città di provincia) poi da quello vedere cosa è stato diviso con quello seguente e se qualcosa è rimasto fuori dalla divisione. È più complicato a dirsi che a farsi però anche qui dovresti farti aiutare da un Tecnico di tua fiducia perché non è semplicissimo andare in Consercatoria e fare le ricerche, però sta a te decidere. Se non conosci vai per conoscenza da amici o amiche per darti il numero di qualche Professionista...più di così non saprei che dirti.
 

scarperosse

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ciao gente, è vero non vale la candela ma l'orgoglio si. voglio giustizia.
come vi dicevo è una storia incominciata 9 anni fa. il nonno defunto lasciava l'eredità a moglie e tre figli, all'epoca la madre aveva i 2 quarti di proprietà e i figli vivevano in due appartamenti dello stabile mentre il terzo viveva nell'app.to comprato (?).
in questo periodo si accatastava nuovamente la casa con pertinenze abusive.
il mio coniuge rifiutava la divisione programmata dalla nonna e dal fratello. morta la nonna si procedeva alla divisione e l'unico sbaglio mio, è stato quello di non seguire il marito durante il rogito. si un errore mio. il fratello del mio coniuge assieme la madre avevano già programmato la truffa e sono convinta che centra anche il notaio. le carte parlano, la legge prevede che i figli siano uguali davanti lo stato e aperto il testamento, la madre lasciava la legittima al fratello più grande, da qui, strappando una promessa venne detto a mio marito (davanti il notaio) ti darò il tuo avere e lui firmò la nostra condanna. è chiaro che firmava e accettava come accatastato.
abbiamo fatto e rifatto accertamenti da geometri e ingegneri al catasto e in conservatoria. nulla da fare, al catasto risulta la divisione del fabbricato comprensivo di abusi e divisioni della corte senza firma del coniuge, in conservatoria esiste solo l'atto di divisione e il testamento. è chiara l'ignoranza di chi firma un atto del genere senza farsi aiutare da avvocati, ma la buona fede del marito accettava ciò che aveva da dirgli il notaio ( io sono qui per tutelare gli interessi degli eredi in egual misura). non vennero fatti accertamenti ne valutazioni dell'immobile, e i fratelli assieme al notaio con quella firma avevano tratto il dado. inutile dirvi che mio marito ne è morto di dolore, non per il tumore ma per l'inganno. parliamo di giustizia non di dottori e qui nasce il mio dramma. la giustizia esiste dove ci sono i soldi, il mio problema nasce da un inganno che nessuno e dico nessuno vuole riconoscere.
metto le mie scarpe rosse e vado. un saluto a tutti da scarperosse.
 

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