gio50

Nuovo Iscritto
Buongiorno,
sto eseguendo un accertamento tecnico su un edificio degli anni 70 che ha presentato un cedimento strutturale importante nella parte inferiore circa 6 anni fa, per il quale era stata eseguita una parziale sottomurazione. Nell'ultimo anno si sono verificate diverse crepe al piano superiore nei tramezzi
e nei muri perimetrali portanti. La parte inferiore invece presenta delle fessure di piccola entità che con l'evolversi delle stagioni si aprono e si chiudono. Vista la totale assenza di umidità nella parte seminterrata e visto che durante i lavori di sottomurazione il terreno risultava asciutto, si escluderebbe che vi sia dell' acqua a livello fondale. Nelle immediate vicinanze erano presenti delle gallerie( 1m x 2m circa )che captavano l'acqua da terreni sottostanti costituiti da due strati di marne mioceniche, a 10-14 m di profondità. Al di sopra delle marne e dei tufi traversi si trova il terreno quaternario alluvionale che raccoglie le acque piovane.
Oggi di queste gallerie in disuso non si trovano però più mappe. Potrebbe risultare utile eseguire una prospezione geoelettrica per verificare in che punti e a che profondità siano presenti eventuali falde ed eventuali gallerie?
Nello stesso tempo vista la presenza di un pozzo nel cortile antistante la casa, avrebbe senso eseguire delle prove di emungimento( pozzo prondo 10m con livello acqua costante a 7m circa )?

Grazie a tutti per la collaborazione
 

Giancarlo Tesei

Nuovo Iscritto
Mi pare che la situazione non sia proprio tranquilla: gallerie di drenaggio, pozzi, tufi trasversi.
Chiamare il geologo, e bravo, e far fare una mappatura del sottosuolo per un intorno significativo, quindi verificare la forma delle fessurazioni ed il loro andamento, sia nell'attuale che storiche.
Penso che alla fine, per risolvere il problema ci sarà bisogno non tanto delle sottomurazioni (tecnica classica ma estremamente complicata e dispendiosa) quanto di una palificazione.
Che sotto non ci sia acqua non sembra essere vero, visto che il pozzo trova lo sfioro a meno 3 metri.
Se il livello della falda è stabile le prove di emungimento non sono essenziali.
Giancarlo
 

Luigi Criscuolo

Membro Storico
Proprietario Casa
ma dal progetto non si capisce che tipo di fondazioni sono state fatte? Se l'edificio è stato fatto in C.A. mi risulta che negli anni '70 andavano di moda i plinti; si facevano anche dove non servivano. Concordo con Tesei per quanto riguarda la presenza di acqua nel sottosuolo: se nel pozzo del cortile c'è acqua costantemente a -7 m dal piano campagna ciò significa che sotto l'edificio c'è una falda. Anche se le fondazioni sono ancora nella parte asciutta di sottosuolo questo non significa che l'edificio non risenta della presenza della falda sottostante.
Il fatto che le crepe del piano inferiore si aprano e si chiudano con le stagioni può essere un indizio che la falda sottostante oscillando rigonfia i sedimenti nei quali è contenuta quando sale, e quindi apre le crepe, mentre quando si abbassa fa rimarginare le crepe.
Che le crepe siano più evidenti nei muri al piano superiore è normale in quanto la loro distanza dal punto di movimento amplifica lo spostamento.
L'idea di fare dei pali sotto tutti i muri, portanti e tramezzi, può essere una soluzione tuttavia la soluzione più sicura, secondo me, sarebbe quella di riuscire a creare una zattera , cioè una platea, sotto tutto l'edificio ma anche per un paio di metri al di fuori del suo perimetro, in modo che gli spostamenti legati alle oscillazioni siano uguali in tutti i punti della struttura della casa.
 

cucciolina

Membro Attivo
Proprietario Casa
Concordo con gli altri: se nel pozzo c'è sempre acqua allora è presente una falda; parli di crepe che si aprono e si chiudono che fanno pensare a fenomeni di rigonfiamento e ritiro tipici delle argille. Mi sembra indispensabile chiamare un bravo geologo che ricostruisca il modello geologico del sito e capisca se e dove ci sono le gallerie di drenaggio e ti permetta di capire che intervento di consolidamento fare, probabilmente una serie di micropali
 

gio50

Nuovo Iscritto
Grazie inanzitutto.
Il fabbricato è a pianta rettangolare,costituito da muri portanti perimetrali in conglomerato cementizio dello spessore di cm 40 fino all'imposta del primo orizzontamento e da 4 pilastri centrali in conglomerato cementizio armato delle dimensioni di cm 30x30 su plinti di fondazione. sicuramente a 10 14 m di profondità c'è acqua visto che nei terreni circostanti era stato costruito un acquedotto, mi riferivo ,parlando di assenza d'acqua a livello fondale.
Grazie
 

Luigi Criscuolo

Membro Storico
Proprietario Casa
le marne in quanto tali hanno un contenuto di minerali argillosi che varia dal 35% al 65%; il rigonfiamento che ha questa litologia a contatto con l'acqua è proporzionale al contenuto percentuale di argilla. I micropali ed i pali vanno bene però bisogna anche legarli tra loro affinchè non ci siano ulteriori cedimenti differenziali nella struttura dell'edificio, per questo proponevo una platea.
 

gio50

Nuovo Iscritto
Oltre continuare a ringraziarvi, chiedo se conoscete un bravo geologo, in grado di gestire una situazione del genere, in provincia di Cuneo.
Ancora grazie
 

Il medico della casa

Membro Attivo
Buongiorno a tutti,
premetto che il rapporto fra edificio e terreno non è la mia specialità, però mi permetto di proporre alcune ipotesi. Da quanto ho capito: su un edificio degli anni '70, si è manifestato un cedimento 6 anni fa. Dopo il risanamento, è in corso un'attività deformativa di natura ciclica alternata. La costruzione ha i muri perimetrali in calcestruzzo e dei plinti in posizione centrale.
Azzardo una diagnosi, senza avere altri elementi, quindi col necessario livello di approssimazione.
L'ipotesi dell'argilla è senz'altro attendibile, però, perchè il cedimento è avvenuto solo 6 anni fa?
E' probabile che in quel periodo siano avvenuti dei fenomeni tali da creare modificazioni sensibili nella risposta del terreno. Come ad esempio la variazione notevole del livello di falda freatica.
Potrebbe essersi verificato il cedimento, anche solo parziale oppure una plasticizzazione delle masse di terreno a sostegno, abbondantemente alterate dallo scavo di gallerie sotterranee.
Potrebbe esistere una sottostante falda artesiana confinata fra due strati di materiale impermeabile, la quale come sappiamo è dotata di pressione positiva, e potrebbe dar luogo ai fenomeni ciclici descritti.
Verosimilmente ritengo che la struttura esterna dell'edificio, composta da calcestruzzo, possa essere sufficientemente rigida da sopportare piccoli movimenti del terreno. Invece i plinti centrali possono dare manifestazioni anche rilevanti, pur se in presenza di cedimenti minimi.
In questo caso una mappatura geoelettrica o le prove di emungimento, penso servano a poco.
Il rinforzo del terreno con pali è senz'altro la strada più percorribile, anche se io preferisco sempre una platea come si deve. Spessore 30 cm minimo, R30, doppio strato di maglia e.s. filo 10X20 cm, connessioni perimetrali con vincolo di incastro ogni 25 cm.
Ti suggerisco di parlare prima con uno Strutturista in modo da analizzare il cinematismo di deformazione della struttura fuoriterra, compresa la mappatura e lo studio evolutivo del quadro fessurativo, sia pregresso che in atto. Con i dati dello Strutturista senti un Geologo che ti dirà come il terreno risponde al carico del fabbricato. Di norma va fatto il contrario, ma in questo caso io farei così.
Per un consiglio sul Geologo, in base alla mia esperienza deve essere del posto. Alcuni comuni hanno un loro Geologo che conosce alla perfezione il sottosuolo comunale.
Prova così.
Saluti
 

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