basty

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Questa che segue spero non inneschi polemiche. Come Uva non voglio avviarne né discutere di politica, Ma questa, vecchia di 70 anni , pare profetica:

- Ricordatevi sempre, quando ascolterete qualcuno il quale vi prometterà, con sicurezza spedita, la certa soluzione di un problema sociale, il quale vi farà vedere, al di là di un periodo temporaneo di costrizioni necessarie per vincere il nemico, l'avvento del benessere e dell'abbondanza, il quale vi denuncerà un mostro da combattere (ad es. il capitalismo od il comunismo, od il fascismo od il reazionarismo, ecc. ecc.), allo scopo di far trionfare l'angelo ed il paradiso terrestre (ad es. lo stesso comunismo od il socialismo od il corporativismo, ecc.), ricordatevi che colui il quale così vi parla è, nella ipotesi migliore, un illuso e più probabilmente un ciarlatano e diffidatene.

Beh, per oggi, è come se fossi andato a prendere una boccata d'ossigeno....:
 

uva

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immagino i nomi?
I nomi erano altri, perché relativi ad un contesto diverso:


(Quando l'ho pubblicato pensavo avresti risposto anche tu!)
 

Seth

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Proprietario Casa
La discussione è interessante e mi riprometto di leggere con più calma per approfondire. Permettemi però un commento volante. Molte proposte sono animate da lodevoli intenzioni, sicuramente anche quelle di Einaudi, figura a cui possiamo solo guardare con deferenza. Secondo me però in Italia un grosso problema è quello della abissale distanza fra propositi di partenza e risultati finali, perché si giudicano le norme in base alle intenzioni, quando invece si dovrebbero giudicare i mezzi per realizzarle e i possibili risultati. In altre parole difettiamo cronicamente di pragmatismo. Una proposta “macchinosa” per me è una pessima proposta qualsiasi sia l’intenzione sottostante, perché verosimilmente non sarà attuata, o sarà attuata male, o sarà aggirata, o richiederà di spendere più per il consulente che per le tasse…
Se vogliamo incoraggiare la laboriosità e la creazione di nuova ricchezza, la strada è semplice: non tartassiamola eccessivamente. Se vogliamo redistribuire una fetta dei patrimoni ereditari, facciamolo pure con l’aliquota più opportuna. Questi mi paiono strumenti semplici e lineari. Poi però fermiamoci lì. Valutare se tuo padre buonanima fu laborioso in vita misurando la differenza fra quel che ricevette vent’anni fa dal nonno e quel che ti lascia ora, variando la tassazione su di te, suo erede, di conseguenza… è complicato e di dubbia equità tutto sommato. Tornando a bomba al discorso di partenza, valutare se una modesta casa “non prima casa” debba essere tassata tre volte più di quella ricca e bella dove si ha la residenza… solo perché si presuppone che quella di residenza sia frutto del duro lavoro ma l’altra sia un lusso privilegio per figli di papà… è un’altra supposizione tutta da verificare, visto che si possono ereditare o avere in dono o in uso gratuito anche le residenze, e comunque agevolmente aggirabile intestando l’altra casa al figlio, spostando residenze che nessuno controllerà, ecc. Inoltre per godere dell’agevolazione “prima casa” sull’acquisto basta avere residenza nello stesso Comune, non nella stessa casa!, quindi il criterio qual è? Forti sperequazioni poi fanno fiorire i trucchi. Mi hanno persino raccontato di un proprietario locatore (a sua volta inquilino altrove) che ha proposto all’inquilino di prendere la residenza nell’appartamento locato e risultare in sostanza come locatore parziale, pur di ridurre il peso dell’IMU, se ho ben capito.
In sostanza servono norme che “funzionano”, non che ci paiono belle perché ispirate da grandi valori morali.
IMHO.
 

uva

Membro Storico
Proprietario Casa
quella ricca e bella dove si ha la residenza
Non rileva come il proprietario abbia acquisito l'abitazione principale.
Può averla ricevuta in donazione, ereditata, acquistata personalmente (con denaro guadagnato da lui o ricevuto come donatario, erede, vincita alla lotteria, ecc).

Rilevano le caratteristiche dell'abitazione principale.

Se l'abitazione principale con residenza è "ricca e bella" o "super attico" come avevi scritto in post precedenti, è soggetta ad IMU se considerata di lusso in base alla categoria catastale.
Indipendentemente da come sia stata acquisita dal proprietario.

Io focalizzerei l'attenzione sull'ente impositore, che nel caso dell'IMU è il Comune.

Premesso che votano alle elezioni comunali i cittadini residenti, è evidente che l'amministrazione di ogni Comune per motivi politici non ha interesse a spremere i residenti proprietari delle case di lusso.

A Torino, ad esempio, alle abitazioni principali di lusso si applica l'aliquota IMU agevolata del 6 per mille con detrazione di 200 euro.
Non certo l'aliquota ordinaria del 10,60 per mille e zero detrazione!

Per i Comuni è preferibile tartassare gli immobili di proprietà di cittadini non ivi residenti, che non votando non possono influenzare in alcun modo le decisioni del sindaco e della Giunta.

E' giusto controllare e porre un freno, come già avviene, alle false residenze.
 

Nemesis

Membro Storico
Proprietario Casa
A Torino, ad esempio, alle abitazioni principali di lusso si applica l'aliquota IMU agevolata del 6 per mille con detrazione di 200 euro.
Non certo l'aliquota ordinaria del 10,60 per mille e zero detrazione!
Il comune, anche se volesse, non potrebbe aumentarla oltre allo 0,6%.
Non direi quindi che l'aliquota del sei per mille sia "agevolata".
 

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