kansas

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Nel condominio da molti anni è stato abolito il servizio di portierato. Conseguentemente i locali che erano destinati ad abitazione del portiere, di proprietà comune, sono stati abbandonati e oggi sono diventati un luogo maleodorante e inutilizzabile per qualsivoglia destinazione.
L'abolizione del servizio di portierato ha trasformato il cespite in una mera proprietà comune priva di qualsiasi utilità condominiale.
Un condòmino ha proposto di acquistarli. Tutti sarebbero d'accordo a vendergli le proprie quote, tranne uno titolare di 20 millesimi.
In un'assemblea di qualche tempo fà il condomino in questione, insieme a tutti gli altri, diede la sua diponibilità a vendere. Ora la nega perchè pretende altre cose in cambio.
E' possibile costringerlo giudiziariamente a vendere la propria quota, in forza della disponibilità già data?
Tutti gli altri condomini possono cedere le proprie quote al proponente l'acquisto, in attesa che l'eventuale azione giudiziaria costringa il resistente a cedere la sua quota?
In questo caso può essere promossa un'azione di divisione giudiziale, con successiva valutazione dell'immobile e vendita al miglior offerente?
 

Adriano Giacomelli

Membro dello Staff
Proprietario Casa
Il caso è molto interessante.
Certo che se vi fosse possibile, vendere tutti voi al potenziale acquirente, questi avrebbe gioco facile a convincere uno che rimane comproprietario di un 20/1000. A cominciare dal deliberare le spese di ristrutturazione. Di certo, dopo il passo di acquisto, si presume addivenga di più miti consigli.
Rimango perplesso che questo signore voglia comprare anche solo la vostra parte.
Il più diplomatico di Voi, non riesce a convincere con le buone e con le lusinghe il reticente?
 

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