Freecombat

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Salve siamo 8 fratelli e sorelle che hanno ereditato la casa dei genitori che sono defunti ,al momento la casa e ocupata da due figli ,si e deciso di mettere in vendita la casa ma trovato l'acquirente uno dei fratelli che occupa l'abitazione si e rifiutato di firmare opponendosi a malomodo alla vendita della stessa!
dal momento che siamo tutti e 7 intenzionati a vendere ,possiamo vendere anche senza il suo consenso dal momento che siamo in piena maggioranza?
o dobbiamo rivolgerci ad un avocato e andare per via legale andando incontro a cose spiacevoli ,dal momento che il soggetto che si oppone non vuole sentire ragioni in nessun modo.
Ringrazio anticipatamente per le eventuali risposte!
 

Freecombat

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Si ma chi acquisterebbe le quote sapendo che ce una persona che non ne vuole sapere di andarsene?
A noi interessa vendere la casa per intero e ci eravamo quasi riusciti!
 

maidealista

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Sono perfettamente d' accordo, ma avevo risposto alla tua domanda.
L' alternativa non è particolarmente agevole ed è onerosa dal punto di vista economico.
La divisione giudiziale :
Secondo l’art. 713 c.c., “i coeredi possono sempre domandare la divisione”, e quindi anche nel caso in cui un condividente si trovi in stato di incapacità[11], ed ancorché il bene da dividere abbia “ad oggetto la casa coniugale”[12].

In particolare, “lo stato di comunione ereditaria può essere fatto cessare da ciascuno degli eredi con l’actio communi dividendo”[13], la quale è un’azione giudiziaria, personale ed imprescrittibile, avente per oggetto il diritto potestativo allo scioglimento di una comunione ereditaria, e che presuppone la qualità di erede nell’attore e nei convenuti[14].

Ovviamente, la divisione non è necessaria ove, ex art. 720 c.c., si faccia luogo all’attribuzione unitaria del bene[15], poiché la vendita a terzi costituisce “l’estrema alternativa, alla quale la legge consente di far ricorso”[16], nel caso in cui nessuno dei condividenti richieda (o sia comunque disposto ad accettare) l’assegnazione unitaria del bene non divisibile[17]: “ciò, nello stesso interesse dei condividenti, poiché mentre l’attribuzione (per intero) è fatta in base al valore di stima eseguita con criteri obiettivi, nel caso invece di vendita, a beneficio dei coeredi va il prezzo che non sempre corrisponde al reale valore della cosa, per i rischi che l’asta comporta”[18].

Ciò detto, è possibile ora soffermarsi su alcuni dettagli della procedura:

1) Ex art. 22 c.p.c., è competente il giudice del luogo dell’aperta successione[19].

2) La domanda introduttiva del giudizio è una citazione[20].

3) Si tratta di un procedimento di volontaria giurisdizione in cui possono innestarsi procedimenti contenziosi di ordine vario, e la cui disciplina è contenuta negli artt. 784 e ss. c.p.c.[21].

4) Tutti i coeredi sono litisconsorzi necessari[22].

5) Anche nel processo divisorio è applicabile l’istituto della contumacia[23].

6) La pronuncia del giudice ha carattere meramente dichiarativo ed efficacia retroattiva[24].

7) È possibile chiedere lo scioglimento parziale della comunione ereditaria (e, quindi, limitatamente ad un solo immobile anche nel caso in cui ve ne fossero altri in comunione ereditaria)[25].

Nel caso in cui l’immobile sia "non comodamente divisibile":

8) Il Giudice dispone la vendita all’incanto[26] dell’immobile ex artt. 788 e 576 c.p.c., alle modalità determinate dallo stesso Giudice[27] in caso di mancato accordo delle parti[28], ed anche attraverso il deferimento delle operazioni ad un notaio ex art. 730 c.c.[29].

9) Il prezzo ricavato dalla vendita dovrà distribuirsi tra i condividenti, secondo le rispettive quote[30].

Nel caso in cui l’immobile sia invece "comodamente divisibile":

8) Lo scioglimento della comunione ereditaria avverrà mediante frazionamento dell’immobile[31], attraverso la predisposizione – anche con l’ausilio di un notaio[32] – del progetto di divisione, e quindi l’assegnazione delle porzioni dell’immobile tra le parti[33] secondo le rispettive quote[34].

9) Si precisa che è sempre possibile (oltre che opportuna) la nomina di un esperto ex art. 194 disp. att. c.p.c.[35].

Si sottolinea, inoltre, che “è ormai consolidato in giurisprudenza l’orientamento secondo cui le spese processuali nei giudizi di divisione devono essere poste a carico di tutti i condividenti in proporzione delle rispettive quote”[36].
da :
http://www.studiolegalerudi.it/index.php?option=com_content&view=article&id=1811
 

maidealista

Fondatore
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Proprietario Casa
Quasi eterni, e' divertente vedere come per non mettersi daccordo o per non cedere di pochi euro, spesso si trovano palazzi e proprieta' che crollano, in stato di abbandono totale, in attesa di una divisione giudiziale di cui forse beneficieranno solo i nipoti (che si troveranno con un bel po di debiti di avvocati da pagare... )

Non so a Roma, ma a Milano ho avuto notizia certa di una causa del genere durata - non sto scherzando - una dozzina d'anni, per il giudizio di primo grado.

Da : tempi di giudizio - divisione giudiziale
 

StLegaleDeValeriRoma

Membro Assiduo
Professionista
Visto che le cause durano anche dodici anni ... consiglio di non rivolgersi agli avvocati, che sono soliti speculare sulla durata e cercare in ogni modo di arrivare appunto ai dodici anni, ma usare i metodi del Far West.
In tal modo si risparmieranno anche "un bel pò di debiti di avvocati da pagare".
Magari poi con il tempo si potrà agire in giudizio con il "fai da te" e si risparmierà ancora.
Buona fortuna e attenti agli avvocati ...
Luigi De Valeri ... uno dei tanti avvocati.
 

montaga69

Nuovo Iscritto
Condivido le considerazioni fatte fin d'ora. Andrebbe cercata una soluzione amichevole, per esempio acquistare per il fratello "cattivo" un appartamentino , con un mutuo da rimborsare poi con la vendita della casa grande. Oppure pagargli l'affitto per un tot di anni in un'altra casa. Oppure riconoscergli, oltre alla sua quota di vendita, un corrispettivo una-tantum per la rinuncia al diritto di abitazione (spetterebbe anche all'altro fratello "buono" che ci abita). Insomma, bisogna cercare di capire che cosa vuole in cambio il fratello "cattivo", prima di andare per vie legali ....:daccordo:
 

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