Toddi

Membro Ordinario
Salve,
spero di aver scelto il forum giusto.
Quindiici giorni fa a seguito della rottura di un tubo dell'impianto di riscaldamento che corre nel massetto del terrazzo di un attico (5° piano), si sono verificate perdite copiose di acqua che hanno danneggiato in primo luogo il mio appartamento posto al 4° piano e successivamente anche l'appartamento del 3° piano.
Per procedere alla riparazione del danno, tre diversi tecnici chiamati dall'amministrazione del condominio hanno dichiarato la necessità di intervenire agendo dalla proprietà del piano attico.
Poichè i proprietari del piano attico suddetto sono da empo in causa con il condominio riguardo alla tenuta dal punto di vista dell'impermeabilizzazione del loro terrazzo, essi si rifiutano di dare il consenso al condominio per riparare il guasto al tubo dell'impianto di riscaldamento.
AL momento per interrompere la fuoriuscita di acqua l'ìamministratore ha disposto la chiusura dell'impianto di riscaldamento centralizzato dell'intera palazzina.
Il risultato per quanto mi riguarda è che ora sto con le pareti di un bagno e di una camera completamente bagnati e ricoperti di muffa e per di più al freddo.
Vorrei sapere quali strumenti legali ho per richiedere un ingiunzione di intervento urgente. I vigili del fuoco mi hanno risposto che non sono competenti in quanto non si ravvisa una situazione di pericolo.
Grazie!!!!
 

mapeit

Membro Senior
Proprietario Casa
A fronte di tale rifiuto l'amministratore farebbe bene a rivolgersi immediatamente ad un legale che richiedesse un intervento d'urgenza del giudice per poter effettuare la riparazione.
Qualora l'amministratore non agisca, è meglio che lo faccia tu avvalendoti di un legale che citerà il condomino del 5' piano per i danni cagionati e per i disagi che vi ha fatto subire a seguito del suo rifiuto di fare eseguire la riparazione.
Certo che di gente folle ce n'è in giro ... mica poca !!!
 

condobip

Membro Storico
Proprietario Casa
Concordo;

cc Art. 843. - Accesso al fondo.
Il proprietario deve permettere l'accesso e il passaggio nel suo fondo, sempre che ne venga riconosciuta la necessità, al fine di costruire o riparare un muro o altra opera propria del vicino oppure comune.
Se l'accesso cagiona danno è dovuta un'adeguata indennità.
....


La Corte di Cassazione, in piu’ occasioni, infatti, ha evidenziato che “ai fini della riconosciuta necessita’, cui l’art. 843 c.c. subordina la concessione dell’accesso sul fondo altrui, occorre che il giudice del merito proceda ad una complessa valutazione della situazione dei luoghi, al fine di accertare se la soluzione prescelta (accesso e passaggio per un determinato fondo altrui) sia l’unica possibile o, tra piu’ soluzioni, sia quella che consente il raggiungimento dello scopo (riparazione o costruzione) con minor sacrificio sia di chi chiede il passaggio, sia del proprietario del fondo che deve subirlo" (cosi’ Cass. n. 3494/75).

Ossia, uno non può impedire la riparazione di un impianto che cagiona danno a quello che sta sotto, ma scherziamo?
Se poi non cede un bel art. 700 cpc, andrebbe più che bene
 

mapeit

Membro Senior
Proprietario Casa
Si si, se capitasse a me di restare al freddo e a bagno per colpa di un animale (perché non lo si può definire altrimenti) che non vuol far eseguire la riparazione, valuterei l'alternativa tra un ricorso d'urgenza ex art. 700 C. p .c. e un "incontro casuale con un energumeno" da me prezzolato che lo convinca "con le buone" ad aprire le porte del suo attico all'impresa. :risata:
 

condobip

Membro Storico
Proprietario Casa
... valuterei l'alternativa tra un ricorso d'urgenza ex art. 700 C. p .c. e un "incontro casuale con un energumeno" da me prezzolato che lo convinca "con le buone" ad aprire le porte del suo attico all'impresa. :risata:
Bisogna considerare che noi (anche corregionali), siamo delle persone civili e mai si dovrebbero ricorrere a certi metodi ... almeno non è nel mio DNA ricorrere a questo, preferisco la soluzione normale, magari iniziando con il dialogo bonario con il vicino e successivamente discutendo il problema in assemblea, visto che il problema sorge da un danno all'impianto di riscaldamento (presumo condominiale).
L'ultima risorsa e forse la più immediata, saltando addirittura eventuali assemblee, sarebbe proprio il danno temuto (art. 700 cpc) e credo ci stia tutto vista l'urgenza, (Scritto da Toddi - le pareti di un bagno e di una camera completamente bagnati e ricoperti di muffa e per di più al freddo)
 

adimecasa

Membro Storico
Professionista
si potrebbe sapere il perchè il condomino del 5° piano è in causa con il condominio, e da li si potrebbe fare un ragionamento più appropriato. ciao:daccordo:
 

StLegaleDeValeriRoma

Membro Assiduo
Professionista
Se la situazione è in questi termini, dopo una diffida mirata al condomino in questione in casi di insuccesso è ovvio rivolgersi ad un legale che valuti il fumus e che "richieda" un provvedimento di urgenza.
Provvedimento che potrà essere concesso o meno dal giudice.
Ma questo le verrà spiegato dal collega cui lei o meglio l'amministratore se tutti i condomini ne risentono, si rivolgerà e che valuterà al meglio il da farsi.
Gli altri consigli da Far West lasciateli al cinema.:risata:
 

adimecasa

Membro Storico
Professionista
:daccordo: potrebbe darsi che sta ritornando pan per focaccia, ai condomini al freddo?, pensando che la carne si conserva meglio. ciao
 

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