meri56

Membro Assiduo
Proprietario Casa
Nel mio condominio dobbiamo rifare la pavimentazione dei terrazzi e con l'occasione si poserà una guaina impermeabilizzante. Non si tratta di un grande lavoro, non sono previsti ponteggi, e sarà eseguito da due lavoratori autonomi (un edile e un idraulico per la parte degli scarichi acque piovane). Questi autonomi dovranno produrre il DURC o no?
 

dolly

Membro Senior
Professionista
Sì. Secondo la normativa, infatti "il DURC è inoltre richiesto ai datori di lavoro ed ai lavoratori autonomi nell'ambito delle procedure di appalto di opere, servizi e forniture pubblici e nei lavori privati dell'edilizia”. Dunque il DURC è richiesto anche ai lavoratori autonomi, ancorché senza dipendenti.
 

Luigi Criscuolo

Membro Storico
Proprietario Casa
Tutto vero quello che ha scritto @dolly. L'obbligo del DURC scatta quando il committente percorre la strada del recupero dei costi previsti nell'ambito del risparmio energetico.
 

griz

Membro Storico
Professionista
il DURC (documento unico di regolarità contributiva) è un attestato della regolarità dei pagamenti dei cotributi da parte dell'azienda, è obbligo della committenza sincerarsi che l'azienda sia in regola con le contribuzioni di legge e lo si fa chiedendo il DURC, se l'azienda non lo può produrre significa che non è in regola
 

essezeta67

Membro Senior
Proprietario Casa
E non solo per cantieri edili....anche per aprire un banchetto commerciale al mercato...oppure per qualsiasi tipo di lavoro svolto per un ente statale o locale (vendita di materiali a scuole, comuni ecc, pulizie in locali di enti pubblici...).
 

Daniele 78

Membro Storico
Professionista
Diciamo pure che l'esempio del Durc partito dall'edilizia già dal 2005 (se non erro) si è diffuso in tutti i settori. Ma il Durc è il minore dei problemi. Il Duvri presentato da chi apre un banchetto al mercato, oppure chi porta la macchina del caffè o delle bibite a monete nelle aziende...sono tutte attività soggette al Duvri (documento unico, valutazione rischi) prendendo spunto dal POS (piano operativo di sicurezza) che da anni (dal 96) si fa in edilizia. È una follia far fare a certe piccole attività il Duvri però la legge su questo punto è molto"ignorante". Ed è una follia richiederlo in edilizia dato che la valutazione dei rischi la fai già con il POS (qualsiasi lavoro), PSC (quando ci sono più imprese) e c'è il coordinatore.
 

essezeta67

Membro Senior
Proprietario Casa
E ovviamente il DUVRI comporta la redazione di un volume "mattone" di 4/5 centimetri di spessore e l'esborso di 5/600 euro da parte delle imprese che se lo devono far redigere.....
 

griz

Membro Storico
Professionista
E' una logica perversa: il datore di lavoro deve fare una valutazione dei rischi interna relativa all'impiego delle proprie attrezzature con le proprie maestranze per ogni tipologia di lavorazione che fa nell'ambito del proprio settore lavorativo (DUVRI)
Deve redigere un POS per ogni lavoro che farà applicando sostanzialmente al particolare lavoro quanto già nel DUVRI.
Bisogna riconoscere che a volte i rischi del lavopro particolare possono non essere previstinel DUVRI in modo dettagliato quindi da qui la logica della predisposizione del POS
Nel caso di lavoro con più imprese poi serve un coordinamento della sicurezza e quindi un coordinatore che redige un PSC (Piano di Sicurezza e Coordinamento), la singola impresa poi redigerà il proprio POS secondo le indicazioni del PSC
Tutto questo può anche avere un fondamento nel momento in cui si realizzano opere complesse o di particolare entità, con lavorazioni con pericoli straordinari; effettivamente se immaginiamo un grande cantiere nel quale operano imprese diverse che realizzano lavorazioni contemporanee senza nemmeno conoscersi, un coordinamento pratico me anche teorico secondo il quale io che sto lavorando in una certa parte del cantiere magari in una posizione poco visibile devo essere certo che altre imprese che operano allo stesso tempo sappiano che ci sono, che sto lavorando e che possono verificarsi inteferenze pericolose tra di noi.
E questo è saggio e previdente.
Purtroppo però, siccome la legge è ignorante, se devo rifare il tetto della casa della signora Desdemona (nome qualsiasi) e io impresa devo chiamare il mio lattoniere per sostituire i canali di gronda; lavori che ho fatto mgliaia di volte tranquillamente, mentre potrei redigere un POS uguale agli altri lavori, invece nel caso il committente deve nominare un coordinatore che redige un PSC, ognuna delle impresa (la mia e il lattoniere) redigono il POS e vanno anche redatti verbali di coordinamento per dimostrar che si lavora in sicurezza
In definitiva una montagna di carta, competenze e costi abbastanza inutili
Di contro si evidenzia anche un problema che riguarda la sicurezza: deve essere gestita per limitare i pericoli, il cantiere è veramente un posto pericoloso, tutti quelli che ci vanno devono sapere come muoversi e dove non andare, se chi va in cantiere non è adeguatamente formato ed informato puù provocare danni a se stesso e agli altri, è compito dell'impresa e non di altri cercare di tutelare la salute dei dipendenti, il problema è secondo me sempre quello: per aprire un'impresa edile basta andare ed iscriversi alla CCIAA e se non sai nemmeno cosa dovrai fare e come farlo, è irrilevante, quindi tutti ignoranti e pronti e produrre carta che raramente qualcuno legge, poi in cantiere ci mando il giovane immigrato che non sa nemmeno leggere i cartelli di pericolo o come comportarsi e non mi pongo nemmeno il problema di informarlo in quanto anch'io sono perfettamente ignorante. Buona cosa sono i corsi di formazione imposti ai dipendenti dalle associazioni di categoria
Secondo me, posto che per i grandi cantieri la situazione attuale è ragionevole e i costi sono sufficientemente ammortizzabili, per i piccoli appalti la soluzione potrebbe essere quella di responsabilizzare il datore di lavoro dell'impresa dell'appalto principale al coordinamento dei propri piccoli subappaltatori e impedire che il committente incarichi direttamente più fornitori, altrimenti obbligatorio il coordinamento col costo aggiuntivo del coordinatore; chiaro che a questo punto il titolare dell'impresa deve essre in grado e qui potrebbe cascare l'asino[DOUBLEPOST=1402233785,1402233742][/DOUBLEPOST]che commento lungo!:)
 

Daniele 78

Membro Storico
Professionista
E' una logica perversa: il datore di lavoro deve fare una valutazione dei rischi interna relativa all'impiego delle proprie attrezzature con le proprie maestranze per ogni tipologia di lavorazione che fa nell'ambito del proprio settore lavorativo (DUVRI)
Deve redigere un POS per ogni lavoro che farà applicando sostanzialmente al particolare lavoro quanto già nel DUVRI.
Bisogna riconoscere che a volte i rischi del lavopro particolare possono non essere previstinel DUVRI in modo dettagliato quindi da qui la logica della predisposizione del POS
Nel caso di lavoro con più imprese poi serve un coordinamento della sicurezza e quindi un coordinatore che redige un PSC (Piano di Sicurezza e Coordinamento), la singola impresa poi redigerà il proprio POS secondo le indicazioni del PSC
Tutto questo può anche avere un fondamento nel momento in cui si realizzano opere complesse o di particolare entità, con lavorazioni con pericoli straordinari; effettivamente se immaginiamo un grande cantiere nel quale operano imprese diverse che realizzano lavorazioni contemporanee senza nemmeno conoscersi, un coordinamento pratico me anche teorico secondo il quale io che sto lavorando in una certa parte del cantiere magari in una posizione poco visibile devo essere certo che altre imprese che operano allo stesso tempo sappiano che ci sono, che sto lavorando e che possono verificarsi inteferenze pericolose tra di noi.
E questo è saggio e previdente.
Purtroppo però, siccome la legge è ignorante, se devo rifare il tetto della casa della signora Desdemona (nome qualsiasi) e io impresa devo chiamare il mio lattoniere per sostituire i canali di gronda; lavori che ho fatto mgliaia di volte tranquillamente, mentre potrei redigere un POS uguale agli altri lavori, invece nel caso il committente deve nominare un coordinatore che redige un PSC, ognuna delle impresa (la mia e il lattoniere) redigono il POS e vanno anche redatti verbali di coordinamento per dimostrar che si lavora in sicurezza
In definitiva una montagna di carta, competenze e costi abbastanza inutili
Di contro si evidenzia anche un problema che riguarda la sicurezza: deve essere gestita per limitare i pericoli, il cantiere è veramente un posto pericoloso, tutti quelli che ci vanno devono sapere come muoversi e dove non andare, se chi va in cantiere non è adeguatamente formato ed informato puù provocare danni a se stesso e agli altri, è compito dell'impresa e non di altri cercare di tutelare la salute dei dipendenti, il problema è secondo me sempre quello: per aprire un'impresa edile basta andare ed iscriversi alla CCIAA e se non sai nemmeno cosa dovrai fare e come farlo, è irrilevante, quindi tutti ignoranti e pronti e produrre carta che raramente qualcuno legge, poi in cantiere ci mando il giovane immigrato che non sa nemmeno leggere i cartelli di pericolo o come comportarsi e non mi pongo nemmeno il problema di informarlo in quanto anch'io sono perfettamente ignorante. Buona cosa sono i corsi di formazione imposti ai dipendenti dalle associazioni di categoria
Secondo me, posto che per i grandi cantieri la situazione attuale è ragionevole e i costi sono sufficientemente ammortizzabili, per i piccoli appalti la soluzione potrebbe essere quella di responsabilizzare il datore di lavoro dell'impresa dell'appalto principale al coordinamento dei propri piccoli subappaltatori e impedire che il committente incarichi direttamente più fornitori, altrimenti obbligatorio il coordinamento col costo aggiuntivo del coordinatore; chiaro che a questo punto il titolare dell'impresa deve essre in grado e qui potrebbe cascare l'asino[DOUBLEPOST=1402233785,1402233742][/DOUBLEPOST]che commento lungo!:)
In effetti è proprio così, tutta questa carta ha senso per cantieri particolari (vedi esempio tav, autostrade ecc) se devi rifare casa (gli interni) o il tetto non hai bisogno di mille cartacce che non servono a niente se non aumentare i costi per nulla. A me era capitato durante il corso da coordinatore (dopo le cavolate che ho sentito sparare da un ispettore dello Spresal) sul fatto che i lavori sono differenti. Fare una casa in montagna, collina o in pianura sempre delle solite fasi è costituita, cambiano si i dettagli ma le operazioni sono quelle. Mi ha risposto che sono i dettagli che fanno la differenza, ma siccome ho un minimo di esperienza pratica so per certo che i dettagli non influiscono più di tanto sulle fasi. Certo fare un tunnel e scavarlo con la dinamite non è un dettaglio e sistemare il tetto di casa è tutta un'altra cosa. Equiparare le grandi opere con le piccole opere private è inutilmente costoso e senza senso, però la legge prevede queste cavolate mostruose. Io ad ogni incidente sui cantieri di cui si sente parlare in TV mi vengono i brividi, già penso ad un nuovo documento da inserire nei POS o nel PSC (aumento di burocrazia) e di costi per il committente che quasi mai riconosce. È già successo per il rogo della Thyssen (con il decreto 81/08) facendo passare come la causa la mancanza di legge sulla sicurezza invece di colpire i controlli che non funzionano , fatte tutte le valutazioni 626 ho dovuto rifare tutto a norma 81 ma la sostanza era identica cambiava il frontespizio della valutazione dei rischi ed ho speso nuovamente 4000€ per nuova valutazione rischi identica alla precedente,(insomma un inutile foraggiare il sistema. Per inciso sappiamo entrambi che i cantieri con la 494/96 erano coperti e che la legge base la 626/94 copriva i casi come la Thyssen che peraltro aveva già disatteso tutti gli obblighi imposti con la vecchia legge. Ora dopo i fatti dell'expo e Mose temo che aumenteranno ancora di più la carta sugli appalti, quando invece i problemi stanno nel rispetto dell'esistente, in una burocrazia soffocante.
 

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