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Ollj

Ospite
Quello dello sfratto per il recupero del possesso (non quello della risoluzione atta al risparmio sulle imposte)
 

uva

Membro Storico
Proprietario Casa
il ricorso al giudice è quindi sempre necessario: solo costui può dichiarare se le condizioni sussistono; riscontrasse la buona fede, la clausola risolutiva non opererebbe (per mancato verificarsi degli elementi sottostanti)
Facciamo un esempio pratico.
1) Il conduttore ha firmato un contratto di locazione impegnandosi, tra l'altro, a pagare al locatore canone di locazione + oneri accessori periodicamente entro una certa scadenza.
2) Nel contratto di locazione è stata inserita la clausola risolutiva espressa con esplicito riferimento alle suddette obbligazioni (pagamenti da parte del conduttore).
3) Il conduttore non paga.

Come può il giudice riscontrare la buona fede del conduttore moroso?!?

Il giudice potrebbe dire che i motivi addotti dal conduttore per non pagare (tipo: vorrebbe pagare ma non può perché non ha il denaro) sono la prova della sua buona fede?!?
Io non riesco a concepire che questo sia possibile.
 

uva

Membro Storico
Proprietario Casa
Impossibile che il Giudice non possa rilevare la buona fede e dichiarare che l'effetto risolutivo non si è realizzato?
Nell'esempio che ho fatto sopra, secondo me è impossibile che il giudice rilevi la buona fede del conduttore e di conseguenza dichiari che l'effetto risolutivo non si è realizzato.
Quali potrebbero essere , secondo lei, le motivazioni di questa buona fede? Da che cosa la si potrebbe rilevare?
Lo chiedo senza polemica, solo per capire. Grazie.
 

key

Membro Assiduo
Professionista
Per opporsi alla 1456 Il conduttore:
Deve rispondere alla letters di diffida nei termini.Giustoficando l'impossibilita'a pagate Il canone per motivi piu'che congrui,tali da non mettere in nessin dubbio la sua solvinilita'nel pagamenti degli oneri da contratto.
In tal caso Il locatore e'in mala fede se chiude Il contratto e chiede lo Sgombero.
 

quiproquo

Membro Senior
Proprietario Casa
La buona fede il giudice con una buona dose di forzatura la potrebbe "scovare"
quando il conduttore, specie nelle locazioni...ma non solo... avesse solo chiesto preventivamente una piccola proroga..poi seguita da una offerta concreta di
assolvenza dei canoni evasi. Sarebbe un caso raro...ma non impossibile...
La statistica ci dice che chi è incapiente prima lo sarà anche dopo...E come fa, mi / vi chiedo, un avvocato a perorare tale posizione??? Come è che non scatta mai in questo ambito la famosa, ma vacua, "lite temeraria" ??? Il giudice spesso
accondiscende alle stranezze dei difensori...tanto vi è il secondo grado sempre ambitissimo e che paternamente LUI elargisce con beata noncuranza. Tanto
a lui non gliene viene niente...Poi vi è anche la soddisfazione di dare torto a chi ha ragione e credo sia un fatto palpabile ogni volta che leggiamo di sentenze astruse
con il buon senso calpestato...Nella Stampa di oggi vi è un notissimo giurista (...Grosso...?) che spende una pagina e mezza contro tutto il sistema ivi comprese
le sentenze che a parità di "TEMA" si contraddicono...determinando l'inveroconda incertezza del diritto che fa esclamare a quiproquo: "te la do io la famosa culla del diritto..." Altro che culla...è una "bara"...Ed è pesantissima...Leggete l'articolo e
vi renderete conto che la dura posizione da me sostenuta da quando sono su propit non è così capziosa o malevola come mi è stato rinfacciato....Buona notte
comunque anche agli avvocati presenti che gradirei più assidui ...e non è una
parolaccia...parola di quiproquo.
 
O

Ollj

Ospite
La buona fede il giudice con una buona dose di forzatura la potrebbe "scovare"
quando il conduttore, specie nelle locazioni...ma non solo... avesse solo chiesto preventivamente una piccola proroga..poi seguita da una offerta concreta di
assolvenza dei canoni evasi.
Notevole!

Alcune ipotesi di Buona Fede:
- che il locatore abbia tollerato (anche tacitamente) ritardi nel pagamento della pigione: in tal evenienza non potrà più servirsi della clausola risolutiva a contratto; lo facesse il giudice ne rivelerebbe la malafede (e riscontrerebbe la buona fede del conduttore) e non convaliderebbe lo sfratto; per avvalersi della clausola risolutiva, avrà l'onere di notificare intimazione specifica, sì da avvisare il conduttore circa la sua pretesa, per il futuro, di un pagamento puntuale.
- che il conduttore abbia sì pagato in ritardo, ma prima che il locatore gli abbia comunicato per iscritto la facoltà di avvalersi della clausola risolutiva.
- che il conduttore abbia corrisposto il canone commettendo un errore in sede di pagamento, ma possa dimostrare una volontà adempiente.

Facciamo un esempio pratico.
1) Il conduttore ha firmato un contratto di locazione impegnandosi, tra l'altro, a pagare al locatore canone di locazione + oneri accessori periodicamente entro una certa scadenza.
2) Nel contratto di locazione è stata inserita la clausola risolutiva espressa con esplicito riferimento alle suddette obbligazioni (pagamenti da parte del conduttore).
3) Il conduttore non paga.

Come può il giudice riscontrare la buona fede del conduttore moroso?!?

Come vede, anche nell'esempio da lei indicato, potranno trovarsi ipotesi di buona fede.
 

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