Franca68

Membro Attivo
Proprietario Casa
Ho da poco scoperto che se stipulo una polizza vita con beneficiario uno solo dei miei figli, non ledo la legittima dell'altro e oltretutto la somma pagata dall'assicurazione non entra nella successione per cui non si pagano le tasse.
l'altro figlio non può fare niente perché la polizza non entra nell'asse ereditario.
ma vi sembra normale? è un modo di diseredare un figlio almeno per la parte monetaria.
e non si può fare nulla.
 

Nemesis

Membro Storico
Proprietario Casa
Ho da poco scoperto che se stipulo una polizza vita con beneficiario uno solo dei miei figli, non ledo la legittima dell'altro e oltretutto la somma pagata dall'assicurazione non entra nella successione per cui non si pagano le tasse.
l'altro figlio non può fare niente perché la polizza non entra nell'asse ereditario.
ma vi sembra normale? è un modo di diseredare un figlio almeno per la parte monetaria.
Il figlio beneficiario si terrà la somma pagata dall'assicuratore. Ma i premi pagati sono soggetti a collazione, ex art. 741 c.c. Pertanto vanno imputati all'asse ereditario, ai fini della determinazione delle quote di legittima.
Quindi potrebbe essere tenuto a restituire agli altri legittimari l’ammontare dei premi pagati, nella parte in cui lede le loro quote di legittima.
 

quiproquo

Membro Senior
Proprietario Casa
Curiosità: chi le ha detto ciò o da dove lei lo avrebbe dedotto?
Mi sostituisco alla postante e azzardo la mia risposta:
Semplicemente il promotore o l'agente assicurativo...che valorizzano l'aspetto positivo con grande enfasi e azzerano
quello negativo. Ho la mentalità assicurativa ed ho stipulato decine di assicurazioni sulla vita per tutto il parentado e posso testimoniare che mai gli agenti hanno accennato che
i premi avrebbero fatto parte dell'asse ereditario...Niente di niente...Sono quasi certo che sia un "vezzo" che viene inculcato sin da quando iniziano tale attività...E fa da paio con il promotore finanziario che minimizza la pericolosità
dell'investimento...Ne abbiamo già parlato recentemente...
ma repetita juvant...per i neofiti. Asserire che il capitale liquidato alla fine della durata è insequestrabile e non sottoposto a collazione è vero...E questo è sufficiente per magnificare l'investimento inducendo alla sottoscrizione.
Aggiungete che ai miei tempi una parte del premio annuale
finiva in "detrazione" fiscale e il quadro è completo per
comprendere che ciò bastasse a "vendere". Io sto pagando ancora delle polizze vita dove godo di questa agevolazione fiscale. Ne avrò ancora per un anno. Attendiamo ora conferma da parte della postante. Alla quale aggiungo che ho cercato anche in tale ambito di realizzare l'equilibrio fra le mie due figlie. Sono sei polizze vita (2.500.000 delle vecchie lire..) distribuite una cadauno per loro due e i rispettivi marito e figlie. E farebbe bene la madre a pareggiare la cosa con l'altro figlio. Grazie per l'attenzione. qpq.
 

quiproquo

Membro Senior
Proprietario Casa
Grazie @quiproquo
Scriveremo all'Isvap per colmare la lacuna :sorrisone:
Quale lacuna??? Non ne vedo in giro...chiediamo a FradJACOno se ce ne presta una??? Lui, sempre grande Giocatore ne vince sempre tante per cui ne colleziona di tutte le tipologie...Non gliene mancherà qualcuna sul mondo assicurativo e sulle stranezze delle stesse, compreso
il "tiremm'innanz' di Quiproquo.
 

Franca68

Membro Attivo
Proprietario Casa
ringrazio tutti per le risposte.
Se questo fosse accaduto nel 2008, ora nel 2016 si potrebbe ancora cercare di avere indietro dal beneficiario della polizza la quota dei premi pagati? è accaduto ad una mia amica e a lei al tempo perfino un avvocato le aveva detto che la polizza era intoccabile (senza fare riferimento ai premi...) e che quindi era stata "diseredata" in maniera legittima. ecco perché io ho iniziato questa discussione, perché mi sembrava molto assurdo. Ma ora per poter avere indietro la sua quota dovrebbe fare una causa civile? e come si fa a recuperare l'ammontare dei premi pagati?
 
O

Ollj

Ospite
Se questo fosse accaduto nel 2008, ora nel 2016
Il legittimario che sia stato leso nella sua legittima è ancora in tempo per ottenere tutela; l'azione di riduzione può essere esperita ed è soggetta all'ordinario termine di prescrizione: dieci anni.
Ovviamente egli nulla potrà su quanto liquidato dall'assicurazione il cui ammontare non è oggetto di collazione, ma sui premi che in vita sono stati versati dal de cuius alla compagnia assicurativa; se questi premi ledono la legittima, non solo l'azione è proponibile ma altresì di certo vittoriosa.
In tal senso art.1923 CC e consolidata giurisprudenza della Massima Corte, secondo cui i premi versati costituiscono un depauperamento del patrimonio del de cuius/contraente assicurato e le somme versate a tale titolo debbono considerarsi liberalità indiretta a favore del beneficiario, con l'assoggettabilità all'azione di riduzione proposta eventualmente dai legittimari Cassazione n.6531/2006

Quale lacuna??? Non ne vedo in giro...
Vista la lacuna?
Attento ai premi che si versano... :innocente:
 
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SILVANDOS

Membro Attivo
Proprietario Casa
scusate anche io sono interessata alla questione. Parlate di premi versati un po' alla volta, ma se una persona ha stipulato un'assicurazione vita versando subito il capitale (prendendo gli interessi ogni anno) capitale che sarà riscattato alla morte del contraente tale somma entra a far parte dell'asse ereditario? Se così è le tasse si devono pagare.
 

quiproquo

Membro Senior
Proprietario Casa
Vista la lacuna?
Attento ai premi che si versano... :innocente:
Se intende per lacuna la mancata conoscenza o la mancata comunicazione da parte del promotore assicurativo di questo aspetto, decisamente negativo visto da una parte,
posso solo dire di averlo riposto dalla mia attenzione per il fatto di aver anche in tale ambito equamente "elargito" fra le due figlie che non potrebbero attivare la riduzione. Se quindi questa è la lacuna, io mi rivolgerei anche al Legislatore per un'altra evidente stortura insita nel meccanismo: da una parte si consente un'attività lucrativa
di dimensioni enormi (milioni di polizze...) facendo leva sulla protettiva sfera affettiva familiare e dall'altra
la si fa intaccare col codicillo della Riduzione e mi dico:
Da un lato si induce il cittadino ad attivare quella protezione fino ad escludere un certo tipo di "rigurgito" e dall'altro lato
lo si include con la leva riduttiva...Perchè non esonerare del tutto??? Oppure il contrario??? . Anche qui si può notare
la schizofrenia divisoria che anima il Potere. Per ultimo il premio annuale non eccelso dovrebbe poter rientrare nelle
donazioni di modica quantità, chiaramente solo riferito
a quel lasso di tempo...Dico questo perchè l'assicurato potrebbe morire dopo il primo anno e il "fedigrafo" coerede,
futuro aggredibile dalla riduzione, intascherebbe il capitale assicurato che mediamente è una decina di volte il valore
del premio, senza subire la riduzione. Tutto questo alla
fine del giro rientra nel nostro solito contenzioso sul
binomio successorio...per cui ci siamo divisi più volte.
E su cui non mi aspetto conforto...Grazie per l'attenzione.

Ho da poco scoperto che se stipulo una polizza vita con beneficiario uno solo dei miei figli, non ledo la legittima dell'altro e oltretutto la somma pagata dall'assicurazione non entra nella successione per cui non si pagano le tasse.
l'altro figlio non può fare niente perché la polizza non entra nell'asse ereditario.
ma vi sembra normale? è un modo di diseredare un figlio almeno per la parte monetaria.
e non si può fare nulla.
E invece si può fare qualcosa...semplicemente si stipulano
più polizze...una cadauno per ciascun figlio o altri parenti
in linea retta o collaterale...Oppure in una sola polizza si possono indicare più beneficiari che divideranno il capitale
assicurato in parti uguali. Credo sia raro il caso di esclusione
di un figlio e in tal caso ce ne dovremmo chiedere il motivo
che se moralmente lecito lo si potrà anche accettare.
Ne ipotizzo uno: un figlio è cresciuto bene in tutti i sensi ed
è ben sistemato con un buon lavoro...L'altro è malaticcio
ed è disoccupato...E' solo un esempio, ma significativo per
comprendere e farci accettare quella limitativa o esclusiva "scelta" assicurativa. E' abbastanza chiaro??? Quiproquo.
 
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