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24 gennaio 2010
di Andrea Franceschi

Che le finanze locali americane non godessero di buona salute era una cosa nota. In questi ultimi mesi, però, i timori di una possibile insolvenza e l'ipotesi di una bancarotta controllata per stati come l'Illinois o la California hanno aggravato pesantemente la crisi delle finanze pubbliche locali negli Stati Uniti mettendo in scena un copione che, a molti addetti ai lavori, ha ricordato la crisi dei debiti sovrani dell'Eurozona.
Il picco dei riscatti dai fondi d'investimento
I numeri parlano di una vera e propria fuga dei risparmiatori dalla finanza pubblica locale, che ha avuto il suo apice negli ultimi giorni. La scorsa settimana - scrive il giornale specializzato The Bond Buyer citando dati Reuters - i fondi di investimento specializzati in municipal bond (obbligazioni emesse da stati e città) hanno registrato un picco di riscatti: 4 miliardi di dollari. Si tratta di un record storico che annulla il precendente della settimana chiusa il 17 novembre, quando furono disinvestiti 3,1 miliardi di dollari.
In due mesi volatilizzati i fondi raccolti in due anni
Nelle ultime 10 settimane sono stati ritirati 29,3 miliardi di dollari, praticamente quanto raccolto dagli stessi fondi negli ultimi due anni. Una cifra mai vista prima. Il record precedente risale al 2000 quando furono disinvestiti 11,5 miliardi di dollari (una cifra inferiore del 65%) in 70 giorni. Tra la fine del 2010 e l'inizio del 2011 i riscatti si sono susseguiti a un ritmo di 3,52 miliardi di dollari alla settimana. L'aspetto inedito poi riguarda il fatto che è avvenuto in un mese - gennaio - tradizionalmente positivo per il mercato dei municipal bonds, quando cedole incassate a fine anno, vengono reinvestite.
Impennata dei tassi d'interesse
La paura del contagio che si è fatta sentire sui tassi di interesse. Il Bond Buyer Index che misura l'andamento medio dei tassi di interesse sui municipal bonds, come risulta dalla banca dati Capital Iq di Standard & Poor's, si impennato di oltre il 20% negli ultimi tre mesi. Parallelamente il Bond Buyer Index che monitora il prezzo di un paniere di municipal bonds, è sceso del 12,88%.
Crisi dei debiti sovrani in salsa Usa
Il meccanismo che ha messo municipal bonds americani (un mercato che vale 470,6 miliardi di dollari) è simile, anche se in un contesto ovviamente totalmente diverso, a quello alla base della crisi dei debiti sovrani dell'Eurozona. Alla base di tutto c'è la difficoltà dei governi e delle singole città di fare fronte alla spesa corrente crescente (pensioni, sanità e soprattutto welfare) in un contesto di entrate fiscali al palo per colpa della crisi.
Il parallelo con la crisi dell'Eurozona
«La fuga dai municipal bond americani mi fa pensare a quanto è successo in Europa con la tensione sui debiti dei paesi periferici», osserva Angelo Drusiani gestore obbligazionario di Banca Albertini Syz. «Evidentemente si stanno accorgendo che, a livello di conti, non stanno certo messo meglio di noi. Le cifre sono consistenti. Evidentemente si sta creando lo stesso timore di effetto contagio che c'è stato per la Grecia e per l'Irlanda, anche per la California e l'Illinois».
Per S&P il 2011 sarà molto volatile
Tutto fa pensare che il 2011 sarà un anno piuttosto critico per il mercato dei municipal bond. Lo ha scritto per esempio l'agenzia di rating Standard & Poor's che, in un recente report, ha scritto di attendersi un contesto di notevole volatilità per il mercato. I declassamenti per gli enti locali americani potrebbero crescere anche se la maggioranza degli stati dovrebbe mantenere un rating medio alto.
Da : Il Sole 24 Ore
 

ada1

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Tutto fa pensare che il 2011 sarà un anno piuttosto critico per il mercato dei municipal bond. Lo ha scritto per esempio l'agenzia di rating Standard & Poor's che, in un recente report, ha scritto di attendersi un contesto di notevole volatilità per il mercato. I declassamenti per gli enti locali americani potrebbero crescere anche se la maggioranza degli stati dovrebbe mantenere un rating medio alto.

Le agenzie di rating dovrebbero essere prese in conto per quello che sono realmente : la voce di speculatori.
Ecco delle agenzie, infatti, che per anni non hanno mai visto nulla venire e adesso con i loro allarmismi continui alimentano le speculazioni di ogni genere contro questo o quel paese.
Ma loro, chi le controlla ?
 

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