SerenaB

Membro Ordinario
Proprietario Casa
Buongiorno,

se il condominio decide di usufruire dell'ecobonus 110% con la cessione del credito ad una banca, considerando che i fondi per questo sono limitati, come facciamo ad avere la certezza, prima di iniziare i lavori, che la banca (o la società che ci fa il lavoro) riusciranno a 'scaricare' tutto il credito che noi le cediamo? Non c'è il rischio che, ad un certo punto, siano finiti i soldi dedicati a questo ecobonus, e la banca (o la società che ci fa il lavoro) chieda a noi condomini di coprire la rimanenza? Spero di essermi spiegata bene, in caso non sia stata chiara, scrivetelo e chiarirò meglio. Grazie per le vostre risposte.
 
U

User_29045

Ospite
Oltre a non esserci la certezza che chiedi, c'è un'altra certezza che non c'è, e che tu hai dato per scontata (erroneamente).

Spesso facendo i lavori spuntano SPESE IMPREVISTE, che fanno lievitare il conto finale.

Ammettendo (ma non è così) che la banca ti dia garanzia scritta sull'ecobonus 110% per 1 milione di Euro, se tu poi in una palazzina vai a spendere 1.100.000 Euro la banca può dirti che ti ha garantito 1.000.000, i restanti 100.000 ve li dovete spartire pagandoli su base millesimale.

Hai dato erroneamente per scontato, insomma, che facendo i lavori non spuntino imprevisti. L'ottimismo è il sale della vita, ma condito con un pizzico di pessimismo aiuta a non prendere pali sul naso.
 

Daniele 78

Membro Storico
Professionista
La cosa più allucinante? Che abbiano inserito il 110% all’interno delle iniziative per la pandemia Covid. Eppure gli Ecobonus ci sono sempre stati dal 2007 anche se hanno iniziato con il 55% poi il 65% poi il 110%!110% e Covid
 

Daniele 78

Membro Storico
Professionista
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Biz Consulting

Membro Attivo
Professionista
Come ha scritto @Dimaraz non è stato previsto un fondo ad esaurimento per alcun Bonus Casa, per cui questo problema non esiste.

Per quanto riguarda la posizione delle banche rispetto alla cessione del credito, invece, ti posso garantire che sanno tutelarsi più che bene fin dal principio.
Stiamo seguendo diversi clienti sulla cessione di varie tipologie di Bonus Casa e, tra la documentazione che gli istituti richiedono già in prima battuta, c'è gran parte di quell che, in teoria, potrebbe essere prodotta in fase di asseverazione.

Sia Generali che San Paolo, ad esempio, non si accontentano del classico computo metrico/capitolato che normalmente richiedono per i mutui ristrutturazione, ma vogliono che siano fornite in modo molto dettagliato le congruità costi sulla base dei prezzari regionali (nonchè gli APE pre e di proiezione e le diagnosi energetiche).

Contrariamente a quanto molti credono, infatti, i servizi che le banche dicono di fornire "gratuitamente" attraverso società di consulenza partner (ad esempio Deloitte per San Paolo e Generali e PWC per Unicredit), non comprendono questo complicato lavoro (loro ne verificano la correttezza e basta).
Quindi, il compito deve essere demandato per forza di cose a terzi.

In teoria, se le imprese fornitrici si organizzassero, potrebbero già preparare le offerte su queste basi. Ma ti garantisco che sono rare da trovare.
Di fatto ci va personale, competenza e tempo per preventivare con questi criteri e pochissime aziende, se non quelle più grandi, hanno le risorse per adeguarsi.
Per cui, nella maggior parte delle situazioni, tocca a tecnici e studi di consulenza provvedere. E questo, ovviamente, è un costo che va messo in conto di anticipare.
Infatti il cessionario ha tutta la libertà di non accettare il credito, anche se la documentazione presentata fosse perfetta.
Perciò niente e nessuno può garantire al potenziale cedente la sicurezza dell'operazione.

A questo si aggiunga il fatto che, come ha scritto @possessore, non esiste cantiere che inizi e finisca in modo perfettamente fedele al progetto iniziale, né dal punto di vista tecnico né da quello economico.
Questo è un fatto che accade da sempre e le banche lo usano a loro vantaggio in caso di ritardi in chiusura opere e/o aumento dei costi, ritrattando le condizioni con i clienti e spuntandoci qualche altro gruzzoletto di interessi.
Lo stesso, naturalmente, può accadere con la cessione del credito.

Per cui, se da un lato con la cessione lo Stato offre il vantaggio di recuperare il credito più velocemente rispetto alla classica detrazione, dall'altro bisogna mettersi nell'ottica di doversi gestire da soli e al meglio una serie di ostacoli insiti in questa operazione.
 

Daniele 78

Membro Storico
Professionista
Come ha scritto @Dimaraz non è stato previsto un fondo ad esaurimento per alcun Bonus Casa, per cui questo problema non esiste.

Per quanto riguarda la posizione delle banche rispetto alla cessione del credito, invece, ti posso garantire che sanno tutelarsi più che bene fin dal principio.
Stiamo seguendo diversi clienti sulla cessione di varie tipologie di Bonus Casa e, tra la documentazione che gli istituti richiedono già in prima battuta, c'è gran parte di quell che, in teoria, potrebbe essere prodotta in fase di asseverazione.

Sia Generali che San Paolo, ad esempio, non si accontentano del classico computo metrico/capitolato che normalmente richiedono per i mutui ristrutturazione, ma vogliono che siano fornite in modo molto dettagliato le congruità costi sulla base dei prezzari regionali (nonchè gli APE pre e di proiezione e le diagnosi energetiche).

Contrariamente a quanto molti credono, infatti, i servizi che le banche dicono di fornire "gratuitamente" attraverso società di consulenza partner (ad esempio Deloitte per San Paolo e Generali e PWC per Unicredit), non comprendono questo complicato lavoro (loro ne verificano la correttezza e basta).
Quindi, il compito deve essere demandato per forza di cose a terzi.

In teoria, se le imprese fornitrici si organizzassero, potrebbero già preparare le offerte su queste basi. Ma ti garantisco che sono rare da trovare.
Di fatto ci va personale, competenza e tempo per preventivare con questi criteri e pochissime aziende, se non quelle più grandi, hanno le risorse per adeguarsi.
Per cui, nella maggior parte delle situazioni, tocca a tecnici e studi di consulenza provvedere. E questo, ovviamente, è un costo che va messo in conto di anticipare.
Infatti il cessionario ha tutta la libertà di non accettare il credito, anche se la documentazione presentata fosse perfetta.
Perciò niente e nessuno può garantire al potenziale cedente la sicurezza dell'operazione.

A questo si aggiunga il fatto che, come ha scritto @possessore, non esiste cantiere che inizi e finisca in modo perfettamente fedele al progetto iniziale, né dal punto di vista tecnico né da quello economico.
Questo è un fatto che accade da sempre e le banche lo usano a loro vantaggio in caso di ritardi in chiusura opere e/o aumento dei costi, ritrattando le condizioni con i clienti e spuntandoci qualche altro gruzzoletto di interessi.
Lo stesso, naturalmente, può accadere con la cessione del credito.

Per cui, se da un lato con la cessione lo Stato offre il vantaggio di recuperare il credito più velocemente rispetto alla classica detrazione, dall'altro bisogna mettersi nell'ottica di doversi gestire da soli e al meglio una serie di ostacoli insiti in questa operazione.
so che molte imprese di Ance hanno una convenzione con la Deloitte proprio per la cessione del credito!
 

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