Antonio Azzaretto

Membro dello Staff
Grazie alla vita


Cari amici,

In questi tempi così cupi e tristi, in cui si vuole credere che ciò che vale è solo ciò che si può vendere, è bello leggere delle parole che ridanno una giusta prospettiva al mondo.

Andrea Bocelli si può considerare un bravo artista, una persona estremamente fortunata, oppure ambedue le cose.

Leggo sul corriere che si sente un sopravvissuto, perchè sua madre avrebbe potuto abortire e non l' ha fatto.

Tutti noi, che ci crediamo fortunati, intelligenti e laboriosi, siamo allo stesso modo dei sopravvissuti che ci aggrappiamo ai nostri privilegi come se ci appartenessero.

Quanta gente va in giro con eleganti cravatte e macchine potenti, si sente padrona del mondo, accampa pretese, impone giudizi, crea barriere che possano favorire l' incremento del "mercato".

Sono questi i soggetti che contribuiscono a creare distanze sempre più grandi tra ricchi e poveri, ad illudere che siamo padroni di noi stessi e che, pertanto, possiamo salvarci da soli.

Evidentemente non è vero, dato che un grande artista ha potuto infrangere le "regole", aiutato da sua madre che non ha voluto rinunciare alla sua libertà di scegliere.

"La persona illuminata", disse il maestro,
"è quella che vede che tutto il mondo
è perfetto esattamente così com' è".

"E il giardiniere?", domandò qualcuno
"Anche lui è perfetto?"

Il giardiniere del monastero era gobbo.

"Per ciò a cui è stato destinato nella vita",
rispose il maestro,
"il giardiniere è un gobbo perfetto".

Pubblicato oggi su Buone parole (Progetti di Economia Relazionale)


Corriere della sera

MILANO—Un teatro, un uomo al pianoforte. È Andrea Bocelli. In platea non c’è nessuno. Il grande tenore è lì per registrare un video-messaggio dedicato a un missionario, padre Rick, che lavora ad Haiti. «Allora — dice —, per questa occasione ho pensato di raccontarvi una piccola storia ». E parla di una giovane donna che arriva in ospedale con dolori che fanno pensare a un problema di appendicite. Lei non sa di essere incinta. «I dottori le misero del ghiaccio sulla pancia—racconta Bocelli — e poi, quando il trattamento era finito, le dissero che avrebbe fatto meglio ad abortire. Che era la soluzione migliore, perché il bambino sarebbe venuto al mondo con qualche forma di disabilità. Ma la giovane e coraggiosa sposa decise di non interrompere la gravidanza e il bambino nacque ». E poi: «Quella signora era mia madre, e il bambino ero io». Quindi aggiunge: «Sarò di parte, ma posso dirvi che è stata la scelta giusta e spero che questo possa incoraggiare altre madri che magari si trovano in momenti di vita complicati ma vogliono salvare la vita dei loro bambini». Alla fine accenna un canto: «Voglio vivere così... col sole in fronte...». Bocelli è nato con una forma di glaucoma congenito che lo ha reso quasi cieco.


Il video, 2 minuti e 28 secondi, è su Youtube da qualche giorno. «Ma Andrea lo ha registrato fra fine ottobre e inizio novembre—ricorda la compagna, Veronica Berti —. Io ero lì e quando ho sentito le sue parole sono dovuta uscire perché mi stavo mettendo a piangere ». Spiega che quel messaggio, quel racconto, serviva per una serata organizzata da «Nph-Italia», branca della fondazione «Nuestros Pequenos Hermanos» (I nostri piccoli fratelli ndr) che si occupa di bambini e con la quale Bocelli collabora. In particolare, era un omaggio all’opera di padre Rick, un prete-chirurgo che ha dedicato venticinque anni ai bimbi di Haiti. «Padre Rick cura tutti i bambini—dice Veronica Berti — ma ha costruito un centro per le mamme con figli disabili. Perché in quel Paese, capita che i bimbi con menomazioni più o meno gravi non vengano accettati e curati ». Parla di prima, di prima del terremoto che a gennaio ha devastato l’isola. «Il sisma non c’era ancora stato—spiega Veronica —. Ma Andrea voleva dire alle persone di quel un Paese tanto povero, dove i bambini disabili rischiano di non essere accettati dalle famiglie, che anche lui aveva rischiato di non vedere la luce a causa di una forma di disabilità».

Lui, che poi avrebbe venduto 70 milioni di dischi e conquistato il mondo. E che adesso è diventato l’idolo delle organizzazioni che si battono per la difesa della vita e contro le interruzioni di gravidanza. Il video, scrive il Daily Mail, è stato messo in rete da «Whole life initiative », un’organizzazione pro-life statunitense. E i commenti di chi lo ha guardato sono tra il commosso e il fanatico: «Aborto = omicidio» scrive qualcuno che si firma BulgariaWillRise. E subito è ripreso l’eterno dibattito fra chi difende la vita sempre e comunque e chi non vuole che una scelta del genere venga affidata a governi e Stati invece che alle persone. Bocelli che ne pensa? «Andrea è molto religioso, quindi non c’è bisogno di rispondere — dice la compagna —. Io non mi permetto di giudicare, credo che bisogna trovarsi in situazioni simili per poterne parlare. Certo, però, quella storia colpisce. Io l’ho fatta vedere ai nostri figli: quando hanno sentito il racconto di loro padre è calato il silenzio».

Mario Porqueddu
09 giugno 2010
 

ralf

Nuovo Iscritto
Quanta gente va in giro con eleganti cravatte e macchine potenti, si sente padrona del mondo, accampa pretese, impone giudizi, crea barriere che possano favorire l' incremento del "mercato". in effetti danno un po fastidio questi spocchiosi con i macchinoni:rabbia:
 

ralf

Nuovo Iscritto
probabilmente sarà anche un pò di invidia, però anche a me danno fastidio tutte queste esibizioni, mi sembrano senza decenza con gente disoccupata :triste:
 

ralf

Nuovo Iscritto
"Per ciò a cui è stato destinato nella vita",rispose il maestro,"il giardiniere è un gobbo perfetto". sembra consolatorio...
quindi quelli che girano con macchinoni non vanno invidiati neanche da questo giardiniere :D
 

Antonio Azzaretto

Membro dello Staff
Travaglio, Santoro, e l' alternativa politica

Cari amici,

Raramente leggo una frase che, a mio giudizio, riassume in modo esaustivo una situazione politica.

Questa volta, Travaglio è riuscito a descrivere l' idea che condivido in una sola frase:

"Non conosco le logiche della Rai, ma penso che oggi loro abbiano un problema: devono decidere se sia meglio avere Santoro a piede libero, senza fiatargli sul collo, o se sia meglio tenerselo dentro e continuare a mobbizzarlo con multe, minacce di multe, sanzioni, autorithy e tutto l'ambaradan".

Ebbene, spero che Santoro scelga la libertà!

La RAI ormai è monolitica, e autorizza in massima parte l' informazione "convenzionale", che tutela lo status quo e non consente di cambiare idea.

Ma oggi credo che sia opportuno e necessario cambiare idea, perchè c' è bisogno di riempire il vuoto politico che la sinistra "strutturata" e la destra massimalista hanno creato.

Oggi per me, e per moltissimi altri, in politica non c' è spazio!

Mi sento un extra parlamentare in cerca di identità, vagamente di sinistra, di impostazione conservatrice ma con un aspirazione ad una giustizia equa e solidale.

....vai un po' a capire!!!!

Pubblicato oggi su Buone parole (Progetti di Economia Relazionale)


Corriere della sera

MILANO - «Sono terrorizzato all'idea di quando saranno pubblicati i compensi: io prendo meno dell'ultima gamba destra di una soubrette: 1.500 lorde a puntata». Ha usato l'ironia Marco Travaglio per rivelare il suo compenso ad Annozero, durante la registrazione di Otto e Mezzo. «Parametrate a quanto guadagna, o meglio non guadagna un operaio è un privilegio - prosegue il giornalista -, ma parametrate a un programma da 5 milioni di persone, rispetto alle cifre che si sentono, probabilmente è un po' pochino».


STIPENDI - Il giornalista, che ha ribadito di essere «favorevolissimo alla pubblicazione dei guadagni dei conduttori Rai, non nei titoli di coda, ma in rete», ha dichiarato a proposito del futuro di Annozero: «Non ho la più pallida idea se il programma riprenderà in autunno, ma sarebbe importante che si riveda una trasmissione che il pubblico gradisce. Non conosco le logiche della Rai, ma penso che oggi loro abbiano un problema: devono decidere se sia meglio avere Santoro a piede libero, senza fiatargli sul collo, o se sia meglio tenerselo dentro e continuare a mobbizzarlo con multe, minacce di multe, sanzioni, autorithy e tutto l'ambaradan».

GARIMBERTI - Della situazione Rai (dopo che il Consiglio dei ministri ha dato il via libera all'emendamento sul taglio degli stipendi) ha parlato anche il presidente Paolo Garimberti: «Credo che sia doveroso da parte mia fare tutto il possibile per difendere la Rai, la sua autonomia e la sua natura d'impresa per consentirle di stare sul mercato in condizioni di parità coi suoi competitor e per tutelare in questo modo il lavoro di tutti i suoi dipendenti. E sono deciso a farlo in tutte le sedi istituzionali forte della coesione del Cda su questo tema». Intanto i sindacati - Slc Cgil, Fistel Cisl, Uil.com, Ugl Tel., Snater - dicono no al taglio dei compensi e «respingono con forza il contenuto e l'impostazione dell'emendamento Calderoli per la Finanziaria sulla Rai», annunciando un presidio davanti al ministero della Semplificazione. «L'operazione Calderoli - spiegano - sposta 5/600 milioni di euro dal costo della produzione alla cassa, senza però chiarire la destinazione del risparmio».
 

ninetto

Membro Attivo
Ma perché la rai non proviamo a privatizzarla ? così vediamo che fine fa Santoro e compagnia cantata .
Ma si può far pagare l'abbonamento a uno di destra che non si diverte per niente a sentire Santoro, allo stesso prezzo di uno di sinistra che si scompiscia dal divertimento?
Ma quando prenderà di stipendio quel critico che non riesce nemmeno a sincronizzare le parole col movimento delle labbra per un quarto d'ora di esibizione notturna, magari pure registrata, prima di far partire un film giapponese in bianco e nero che a quell'ora vedranno si o no dieci persone?
E la Falcetti, quanto prenderà la Falcetti per quei cinque minuti di esternazioni mattutine?
Il guaio di questa democrazia corrente è che i dritti vogliono scialare col sacrificio dei fessi anche a costo di imporre
abbonamenti.
 

Adriano Giacomelli

Membro dello Staff
Proprietario Casa
Caro Ninetto, ti quoto e ti sorreggo nel dirti che è molto triste il dover pagare un canone RAI, obbligatoriamente, per vedere delle bordate di ideologia pre confezionata, senza che vi sia un contraddittorio, un analogo programma di schieramento opposto, o semplicemente la possibilità di non vedere i tre canali RAI per vedere la televisione libera. Quindi a me e a te, quantomeno, tocca pagare perchè Santoro si prenda le sue laute paghe.
Oltretutto, se la televisione è di Stato, dovrebbe, almeno quando l'elettorato dice "governi il centro destra" essere di orientamento di centro destra, non sempre e comunque di sinistra!
Abbiamo la Rai di sinistra, la magistratura di sinistra, la stampa di sinistra, ma gli elettori di centro destra, che buffo paese.
 

ralf

Nuovo Iscritto
Gli elettori in fondo sono, con piccole differenze percentuali,metà da una parte e metà dall'altra, per la fortuna della democrazia,pensa se non ci fosse una opposizione :D Riguardo la RAI, magari rimanesse con una unica rete, purtroppo nessuno lo vuole, questo monopolio a due teste, un vero obbrobrio antidemocratico,sta troppo bene a tutti.Pensa non c'è in nessuna parte del mondo una situazione di questo tipo, un privato ha tre reti personali, le altre tre,due sono in condizionate dal presidente del consiglio (ello) ed una è contro. Incredibile, mica per niente ci viene propinato una poltiglia di programmazione dove si parla del tempo,veline,velone,isole,grandi parenti.Poi per fortuna qualche programma parla di cose serie,antigovernative magari,però serie. Chi vieta alle tre reti private e alle due pubbliche di parte di fare una controprogrammazione?. Nota che ho parlato solo di democrazia, portando dati inoppugnabili, proprio perchè il guaio è il cedimento democratico della società, non mi interessa quì fare il tifo per una o l'altra parte.:daccordo:
 

Adriano Giacomelli

Membro dello Staff
Proprietario Casa
Guarda, per la correttezza che vorrei, non desidero neanche io fare il tifo per una parte o l'altra e il mio è stato uno sfogo. Ma per parlare di oggettiva obiettività il discorso è lungo e spinoso. Io non credo che nelle tre reti Mediaset vi sia un politicizzazione pro governo, Le iene, Zelig, striscia, sono programmi che apprezzo per la loro ben calibrata e spesso umoristica visione non allineata. Conflitto d'interessi, quando gli Agnelli erano anche al governo e si facevano finanziare le fabbriche, andavano bene, quando i sindacalisti vanno al governo, nessuno obietta, oggi abbiamo un Presidente del consiglio che di televisione s'intende e fa bilanci attivi, non gli si vuole lasciar insegnare a come si dovrebbe gestire la Rai, un carrozzone che a noi Italiani costa una follia. Se poi, Berlusconi, la censurasse ti assicuro che il suo elettorato lo abbandonerebbe all'istante. Programmi seri sono quelli che denunciano le grandi mangiatoie della politica, non un Presidente che non sarà un santo, ma contribuisce facendo una politica che una Europa intera ci riconosce, e pagando tante tasse. Gli piace la "gnocca", ma almeno non si fa pagare la casa come Scaiola o come d'Alema. Per 50 anni abbiamo avuto una mafia di corrotti, oggi ci sono, purtroppo ancora, ma di certo un non politico e benestante è l'unica speranza per sovvertire una classe politica attaccata al potere come a una mammella. La Merkel, per esempio, ha varato un taglio in 4 anni alla spesa pubblica che sarà il sicuro futuro della Germania, noi non siamo capaci nemmeno di tagliare le province o far marciare una Rai con il solo canone, senza dover deviare soldi pubblici per mantenere un centro di potere della politica come la televisione di Stato. Come dici tu, occuparsi di cose serie, ben venga ma con obiettività e con contraddittorio, senza fare trasmissioni con verdetti pre-costruiti. E per il decadimento democratico, è quello che denunci tu ma anche quello che vedo io, forse su basi opposte ma sicuramente le possiamo chiarire tranquillamente perchè siamo persone educate, intelligenti e con opinioni aperte al contraddittorio.
Grazie
 

Antonio Azzaretto

Membro dello Staff
"La sincerità non basta",
diceva spesso il maestro.
"Ci vuole l' onestà".

"Qual' è la differenza?"
domandò qualcuno.

"L' onestà è un infinita apertura ai fatti",
rispose il maestro:
"La sincerità è credere
alla propria propaganda".

:fico:


 

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