PaoloGR

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Buongiorno.
Chiedo qui, in attesa che l'ACLI, a cui mi appoggio per la dichiarazione dei redditi (e attraverso il proprio commercialista), mi dia una risposta sensata (ma incomincio ad avere qualche dubbio).

Fino a poco tempo fa, per servizi resi, effettuavo dei pagamenti anticipati per un mio cliente, andando poi ad inserirli in fattura come ex. art. 15. Erano pagamenti modesti e perlopiù contributi amministrativi (dai 10 ai 50 Euro cadauno), per complessivi 100/200 Euro a fattura (mensile).

Da un paio di mesi, sono cambiate alcune disposizioni in merito e questi contributi amministrativi sono lievitati e ora si parla di anticipi che vanno dai 100 ai 300 euro l'uno, il che vorrebbe dire anticipare qualcosa come circa 2500 euro a fattura (sempre mensile) che vorrei evitare (di anticipare io). Il cliente non ha la possibilità di pagare dette somme, soprattutto attraverso PagoPA, in quanto residente negli Stati Uniti (abbiamo provato ma non funziona, senza un codice fiscale Italiano).

Ovviamente, se il cliente mi paga prima questi costi, non posso più inserirli come ex. art. 15 e finiranno nell'imponibile. Il che mi obbligherebbe ad aumentare tale costo, finché non andrei a pareggiare (non fattibile perché ne uscirebbe una cifra improponibile).

Qualche alternativa per giustificare il fatto che una data somma anticipata dal cliente è servita per pagare dei contributi amministrativi (con regolari ricevute, ovviamente), senza la necessità di emettere una fattura per tale scopo?

Grazie
Un Cordiale Saluto
Paolo
 
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