cepuha

Membro Attivo
Proprietario Casa
salve
Nel 1976 il mio condominio, non disponendo di un locale caldaia idoneo (il locale c'è, ma non è a norma), si accordò con il condominio confinante per l'installazione, nei loro locali, di una caldaia adeguata al riscaldamento di entrambi i fabbricati. Tutte le spese iniziali furono sostenute da noi, mentre le spese di gestione e consumo sono sempre state ripartite a metà. il tutto è regolato da una convenzione. Su questa si specifica inoltre che si può recedere dall'accordo sono se noi lo decidiamo o se l'altro condominio modifica strutturalmente il proprio sistema di riscaldamento (es.: trasformazione da impianto centralizzato in autonomo). Ora, la caldaia è da cambiare, e quel condominio ci ha comunicato che procederà allo smantellamento e che noi dovremo arrangiarci, dato che la tecnologia attuale permette di installare caldaie all'aperto e che quindi non sussistono più i presupposti per utilizzare i loro locali. Soprassiedo su altri particolari che rendono questa vicenda, per così dire, grottesca.
Anche ammesso che la caldaia sia da smantellare e si debba procedere alla sostituzione, possono loro prendere questa decisione unilateralmente, dal momento che tutte le spese sono state sostenute da noi e in assenza di un reale progetto che ci consenta di avere il nostro impianto separato?
grazie
 

Betty Boop

Membro Attivo
Proprietario Casa
La Mia e' Opinione da Privato Cittadino
Voi avete Una "Servitu" , dal 1976 , anni 36 , Molti . Piano con Le Parole "Smantellare". Si Parla di "Usucapione dopo solo 20 anni. OCCHIO a Non farvi "Impressionare" La convezione che dice..? Con Esattezza..?
 

cepuha

Membro Attivo
Proprietario Casa
la convenzione termina dichiarando espressamente che non verrà costituita servitù a favore di uno ed a carico dell'altro. E comunque, a parte tutto, credo che ci debba essere una maggioranza fra tutti i proprietari, cioè i condomini di entrambi i fabbricati, prima di prendere qualsiasi decisione.
 

Luigi Barbero

Membro Senior
Proprietario Casa
Mi sembra che ci sia una contraddizione in termini. Più precisamente, si dice nella convenzione che, in pratica:
1)- a loro è negata la possibilità di recedere dalla convenzione stessa.
2)- Si dice altresì che non verrà costituita servitù "a favore dell'uno ed a carico dell'altro".
A me sembra che stando così le cose, la servitù se la sono già bello che costituita all'atto della stipula della convenzione.
Adesso occorrono altre considerazioni: Devono sostituire la caldaia o hanno intenzione di dotarsi di impianti autonomi? Nel primo caso, visto che pare che siete andati d'accordo per oltre 34 anni non vedo perché non possiate partecipare anche voi alla spesa per la sostituzione e...continuare per altri 34 anni a gestire il riscaldamento in comune. Nel secondo caso, abbandonando il tipo di impianto cessa lo scopo per il quale la convenzione era nata. Di conseguenza decade anche il vostro diritto di usare il loro locale.
Ultima considerazione: dato che è penoso stare in Paradiso a dispetto dei Santi, prendete in considerazione l'idea di dotarvi di impianti individuali.
 

cepuha

Membro Attivo
Proprietario Casa
L'mpianto individuale è escluso per legge, poichè abito in Emilia Romagna. Per il fatto i andare d'accordo altri 34 anni.... è proprio qui che non si capisce che fastidio abbiano, e perchè si sentano in diritto di prendere decisioni fuori dalla legge: infatti non c'è stata un'assemblea di tutti i proprietari dell'impianto, ma solo di una metà.
grazie per le risposte
 

Luigi Barbero

Membro Senior
Proprietario Casa
Non sapevo che in Emilia Romagna fossero vietati gli impianti individuali....
In ogni caso, è vero: non essendo stati convocati tutti i proprietari dell'impianto, la loro delibera è nulla e, quindi, non vi resta che impugnarla rivolgendovi al giudice.
 

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