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Nel corso del 2021 un condominio minimo si è avvalso della cessione del credito per l'effettuazione di alcuni lavori, a parti sia comuni (rifacimento facciate con bonus 90% e rifacimento copertura dell'edificio con bonus 50%) sia private (rifacimento pavimentazione terrazzi con bonus 50%). Tutti i pagamenti sono stati effettuati dai singoli condomini in base alla ripartizione stabilita in assemblea. Finora non è stato firmato alcun verbale di consegna dei lavori. Alcune lavorazioni (tra cui tetto e terrazzi) si sono rivelate non eseguite a regola d'arte, con grave nocumento per gli immobili. Dopo un sopralluogo, il direttore dei lavori ha redatto il verbale di contestazione dei lavori, trasmesso con pec alla ditta. Quest'ultima tergiversa e non è chiaro se intenda effettivamente accollarsi l'onere dei necessari interventi. Adesso il direttore dei lavori vorrebbe inviare alla ditta una lettera di messa in mora, intimando l'effettuazione degli interventi in forza dell'art. 1662 c.c. (che comporta la risoluzione del contratto, in caso di inadempienza). Secondo voi è la strada giusta? Nel caso si arrivasse a un contenzioso, il credito ceduto può correre rischi?
Grazie a chi vorrà rispondere.
 

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