dany67

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Buongiorno.
Scrivo per avere un vostro parere. Ho una seconda casa in montagna. Da 3 anni il condominio ha fatto installare sui caloriferi le valvole di zona che conteggiano le unità consumate e non più le ore. Da quando è stato fatto ciò il costo del riscaldamento da me è lievitato.
Ieri per la prima volta in questa stagione siamo venuti nella casa, il cui riscaldamento è quindi sempre stato chiuso.
Infatti il calorifero che avevamo chiuso, proprio per effettuare un controllo, segnava 0, mentre tutti gli altri erano già a 600 unità. Sappiamo che a volte i caloriferi partono, quando la temperatura scende, ma questo consumo è veramnete eccessivo. Lo scorso hanno a fine stagione avevamo circa 390 unità di consumo a calorifero (ci siamo venuti circa 10 giorni).
Il tecnico che ci ha controllato imtermostato, che è ok, ci ha detto che molto dipende dal fatto che l'appartamento è ubicato vicino al portone che viene spesso aperto e soprattutto lasciato aperto.
L'amministratrice mi ha detto di fare lettera al condominio per farmi riconoscere una cifra per questo consumo non motivato.
Come mi consigliate di procedere? Come devo fare?
Grazie in anticipo
 
Se hai chiuso solo un calorifero, come pare di capire, mi pare del tutto normale che gli altri abbiano consumato. Se vuoi risparmiare devi chiuderli tutti, e pagherai solo la quota di riscaldamento prevista come “consumo involontario” , di solito intornia al 30% del totale condominiale, divisa per le quote di spettanza di ogni appartamento.
L'amministratrice mi ha detto di fare lettera al condominio per farmi riconoscere una cifra per questo consumo non motivato.
Non mi pare plausibile: per non pagare devi chiudere le valvole, altrimenti consumi e paghi, come è logico.
 
Ripeto nel condominio tutti abbiamo un termostato che mettiamo a 6° per evitare che gelino le tubature. Ma i caloriferi non partono se la temperatura non scende sotto quella. Il problema è che la vicinanza del mio appartamento porta a far scattare il termostato e a far partire i caloriferi
 
Ripeto nel condominio tutti abbiamo un termostato che mettiamo a 6° per evitare che gelino le tubature. Ma i caloriferi non partono se la temperatura non scende sotto quella. Il problema è che la vicinanza del mio appartamento porta a far scattare il termostato e a far partire i caloriferi
Se il contacalorie funziona allora i consumi sono reali. Se ne deduce che tu debba pagare come tutti gli altri. Se non vuoi consumare allora chiudi tutto. Non si capisce il problema.
 
Su capisce invece abbastanza bene.
Siamo in montagna e non si può chiudere tutto, pena gelo delle condutture con danni ben più gravi.
Nel caso esposto statisticamente improbabile che non funzionino termostato, valvole e ripartitori di misura.
Evidentemente per via della esposizione (...portone) in quell’appartamento spesso la temperatura scende sotto i 6 gradi e i caloriferi si aprono.

( non so come, ma pare di capire che valvole termostati che e termostatò siano accoppiati)
 
abbiamo un termostato che mettiamo a 6° per evitare che gelino le tubature. Ma i caloriferi non partono se la temperatura non scende sotto quella.

Nel mio appartamento di vacanza in montagna, con riscaldamento centralizzato, la temperatura è regolata da un termostato elettronico (regolabile a distanza) che tengo a 7° lasciando le valvole dei termosifoni aperte. Quando la temperatura all'interno scende sotto a quel limite il riscaldamento si accende.
Durante l'inverno lo usiamo pochissimo e quando decidiamo di andarci iniziamo a scaldare un paio di giorni prima, impostando col cellulare il termostato a 20°.
Pur essendo un condominio quasi tutto di seconde case, sotto abita una famiglia di residenti e l'appartamento a fianco è frequentato spesso da sciatori. Per cui nel mio la temperatura spesso non scende sotto i 7° e il consumo è minimo.

Nel tuo caso la posizione è svantaggiata essendo vicino al portone, ma non penso che i condòmini ti riconoscano una riduzione per questo motivo.
Comunque puoi seguire il consiglio dell'amministratrice: presenta una richiesta in tal senso e vedi cosa decide l'assemblea.
 
Il consiglio di @BeppeX88 di chiudere tutte le valvole e non scaldare può essere corretto dal punto di vista legale, perché non c'è l'obbligo di garantire una temperatura minima negli appartamenti non abitati.
Ma se si verificano dei danni perché l'acqua gela nei tubi dell'impianto condominiale, al proprietario può essere chiesto di risarcirli.
 
Ultima modifica:
Su capisce invece abbastanza bene.
Siamo in montagna e non si può chiudere tutto, pena gelo delle condutture con danni ben più gravi.
Nel caso esposto statisticamente improbabile che non funzionino termostato, valvole e ripartitori di misura.
Evidentemente per via della esposizione (...portone) in quell’appartamento spesso la temperatura scende sotto i 6 gradi e i caloriferi si aprono.

( non so come, ma pare di capire che valvole termostati che e termostatò siano accoppiati)
Infatti. Fino a quando non abbiamo messo le valvole il consumo era regolare, in linea con tutti gli altri condomini. Ora si presenta questo problema. Più volte si è ipotizzato lo spostamento del portone che purtroppo viene lasciato aperto, raffreddando notevolmente il locale su cui dà il mio appartamento. Purtroppo essendo una seconda casa non possiamo monitorare il comportamento di chi frequenta il condominio. Oltretutto abbiamo fatto lavori di ristrutturazione facendo un cappotto interno con un guadagno energetico notevole. Come detto da alcuni, essendo in montagna, non si possono chiudere i caloriferi e se lo fai, lo fai a tuo rischio e pericolo. Ho avuto l'appartamento allagato due volte dai vicini del piano superiore.
 

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