stella del sud

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Ho deciso di donare a mia figlia un appartamento e un negozio (già di proprietà mio e suo) lasciando per me l'usufrutto.
Mia figlia è maggiorenne ma non ha reddito proprio se non quelli che provengono da agevolazioni come premio di promozione o altro che la sostengano nelle spese universitarie etc..e il mio timore è che lei potrebbe non averne più diritto
credo però che dovrei continuare ad essere io a sostenere le eventuali spese tasse o quant'altro...o mi sbaglio?
Mi scuso per la poca informazione e ringrazio per eventuali chiarimenti
Stella
 
Sua figlia quale nuda proprietaria non dovrà dichiarare alcun reddito che rimane in capo sia per IRPEF che ICI all'usufruttuaria . Se convive con Lei per stabilire l'entità delle tasse universitarie si fa riferimento al reddito del nucleo famigliare (occorre calcolare l'Isee con l'aiuto di un CAF)
 
magari per i dettagli è meglio sentire un commercialista o avvocato, ma di solito è consigliabile, più che donare un immobile, o parte di, donare la somma con cui esso verrà rilevato
Questo consiglio ha una sua valenza quando il donante pensa così facendo di evitare che il bene possa essere aggredito da creditori o quando ci sono altri eredi legittimi di pari grado. Da quello che emerge dal quesito posto non sembra ricorrere nè l'una nè l'altra ipotesi, dal che ne consegue la possibilità di porre in essere il negozio della donazione.
 
puoi avere dei problemi anche in caso di vendita o di richiesta di un mutuo (non credo che una banca sia molto disponibile a iscrivere un'ipoteca su un immobile donato, nè un acquirente ad acquistarlo)
 
puoi avere dei problemi anche in caso di vendita o di richiesta di un mutuo (non credo che una banca sia molto disponibile a iscrivere un'ipoteca su un immobile donato, nè un acquirente ad acquistarlo)
Questi ulteriori problemi sollevati in merito all'istituto della donazione sono assobiti dal precedente mio post, occorre infatti ricordare che l'istante ha parlato di un unica figlia universitaria e pertanto non ritengo che nel caso esposto ricorra un eventuale ipotesi di anticipazione ereditaria.
La donazione è considerata dalla legge come una sorta di anticipo dell'eredità (a meno che riguardi oggetti di limitato prezzo). Perciò il valore delle donazioni fatte in vita da una persona è conteggiato, dopo la sua morte, insieme al valore dei beni che lascia in eredità, per controllare che non sia stata "lesa", cioè messa in pericolo, la cosiddetta "legittima". La legittima è la quota di beni che tocca a certe persone, cioè il coniuge e i parenti stretti del defunto (figli, genitori, nonni e bisnonni). Tale quota varia a seconda dei familiari esistenti, secondo le percentuali riportate in tabella. Tali percentuali riguardano l'intero patrimonio della persona, al momento della sua morte, e non solo gli immobili.
Dal che ne consegue che sia la banca che dovesse erogare un mutuo, o un acquirente che volesse acquistare un immobile, ben potrebbero accertare, se al momento dell'erogazione del mutuo o all'acquisto dell'immobile, non ci siano altri congiunti di pari grado (fratelli o sorelle) e ottengano una dichiarazione liberatoria dal coniuge del donante (madre o padre).
O in alternativa alla donazione dobbiamo ricorrere ad una compravendita simulata?
La società e i singoli cittadini che la compongono sono anche brava gente!
 
Aggiunto dopo 3 minuti :

ma di solito è consigliabile, più che donare un immobile, o parte di, donare la somma con cui esso verrà rilevato.
perchè?

Aggiunto dopo 2 minuti :

puoi avere dei problemi anche in caso di vendita o di richiesta di un mutuo (non credo che una banca sia molto disponibile a iscrivere un'ipoteca su un immobile donato, nè un acquirente ad acquistarlo)
...a quale problema si andrebbe incontro?:fiore::-)fratelli o sorelle miei o di mia figlia? Mia figlia è unica e sola...
 

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