Salve a tutti, è la prima volta che scrivo sul forum e se leggerete questo messaggio vuol dire che ho eseguito correttamente le istruzioni riportate nell’ottimo tutorial! 
Vorrei sottoporvi una situazione abbastanza complessa: nel 1979 la coppia A (i miei genitori) e la coppia B, fra loro parenti, acquistarono al mare due unità immobiliari derivanti dal frazionamento di un appartamento. I due appartamenti furono visionati, accettati e valutati come equivalenti dalle due parti e anche il costo fu diviso in due parti uguali. Nell'atto di vendita del notaio, oltre ad una descrizione qualitativa delle unità immobiliari in termini di “vani” (2 vani e accessori ciascuno), per ogni appartamento si diceva "la particella ecc... dalla quale sarà fatto il relativo distacco e carico"; tuttavia non fu allegata alcuna planimetria dello stato degli appartamenti al momento dell’acquisto, ma si rimandava al frazionamento che sarebbe stato allegato in seguito da un tecnico...
Un paio di anni dopo, B chiese “a parole” ad A una parte di una camera, dicendo che avendo più bambini aveva bisogno di più spazio... Con molta benevolenza e fiducia, e sicuramente con altrettanta ingenuità e leggerezza, A acconsentì (sempre “a parole”) così furono fatti i lavori, una parete in cartongesso e la chiusura di una porta interna di A (il controtelaio è ancora evidente). Sottolineo che su questo “prestito” della parte di camera di A in favore di B non è stato mai scritto niente.
La scorsa estate (quindi dopo circa 30 anni) B ha manifestato l'intenzione di vendere il suo appartamento. “Ovviamente” avrebbe venduto anche la parte di camera di A, che nel frattempo, nonostante fosse passata l’esigenza dei bambini, A non aveva mai osato richiedere indietro, confidando "un giorno" in una restituzione volontaria! Così, quando A ha fatto notare che forse era l’occasione giusta per ripristinare la situazione iniziale, inaspettatamente B si è molto irritato, i rapporti familiari si sono completamente rovinati e della vendita non si è più parlato.
Per di più, il mese scorso A si è recato in catasto per altri lavori e gli è stata data una planimetria nella quale risulta che la sua parte di camera (quella prestata “a parole” a B) non fa più parte dell’appartamento A, ma di B!!!
Anche la consistenza dei vani è cambiata rispetto all’atto di acquisto, ma a questo proposito ad A è stato detto che la descrizione qualitativa del notaio in termini di vani è comunque suscettibile di diverse interpretazioni! Cosa ancor più strana, la planimetria ricevuta è datata 1978, cioè prima dell'acquisto e prima anche dei lavori a cui si riferisce proprio quella disposizione planimetrica! 
Non vorrei essere malevola, ma a me sembra che quella planimetria sia stata forse un pò modificata e "grattata"; per di più, chi ha fatto l'eventuale imbroglio ha anche scambiato gli intestatari (infatti A ha dedotto queste cose dalla planimetria dell’appartamento B, che gli è stata data in quanto intestato ad A!). Quindi, fra le altre cose, A ha pagato per più di 30 anni anche le varie tasse sulla casa B, più grande.
Comunque, a parte questo discorso dell'intestazione (molto importante ma che ci distoglie un attimo dal problema principale che vorrei risolvere per primo), secondo voi che cosa si può fare per ottenere che gli appartamenti tornino com’erano al momento dell’acquisto?
Il notaio oggi, dopo diverse richieste, dice di non aver mai avuto la planimetria dello stato di fatto al momento dell’acquisto, lui ha redatto l’atto rimandando ad un tecnico di allegare “successivamente” il frazionamento.
Non voglio pensare che le planimetrie siano state fatte cambiare in seguito al litigio di quest'estate, allora posso immaginare che l’intoppo può essere avvenuto nel lasso di tempo (2 o 3 anni!) che è intercorso tra la firma dell’atto di vendita e l’effettivo deposito del frazionamento: magari, anche in buona fede
, B può aver potuto indurre il tecnico ad allegare direttamente la planimetria con la modifica, visto che intanto era avvenuta; e che il geometra l’abbia fatto con un po’ di leggerezza, senza chiedere un atto scritto e firmato da A e B, o quantomeno una conferma anche da parte di A, visto che era il legittimo proprietario della parte di camera che veniva in pratica trasferita
!!!
Queste sono mie supposizioni, visto che non so più dove cercare informazioni vere (non "alterate" o "nascoste") da cui partire: il notaio non ha il disegno di ciò che ha venduto, il tecnico dice di non ricordare i particolari del frazionamento, la visura è dell’altro appartamento e forse è anche manomessa, i vari impiegati dicono che le carte sono quelle, ma poi ti mandano via forse con un po’ troppa fretta… sta di fatto che oggi risulta che l’appartamento B abbia avuto da sempre quella parte di camera, e ciò addirittura dal 1978 quando invece l’appartamento era palesemente ancora intero!
Secondo voi, cosa può fare A per dimostrare che quando ha acquistato, nel 1979, l’appartamento non era come è adesso e come risulta anche in catasto (erroneamente dal 1978!)? Può dimostrare forse che la planimetria è stata manomessa o modificata senza un atto scritto che giustificasse la modifica? Ma modifica da cosa, se nell’atto di vendita non c’è la planimetria della stato di fatto dei due appartamenti al momento dell’acquisto?
La situazione come accennato è complessa e spero di averla esposta in modo sufficientemente comprensibile; soprattutto spero di non essere stata inopportuna e mi scuso per essermi dilungata un po’.
A me sembra così assurdo che oggi non si riesca a dimostrare che cosa si è acquistato e pagato realmente e che non si possa tornare a goderne:
addirittura quella parte di camera stava per essere venduta, magari proprio al legittimo proprietario!
Noi ci ritroviamo in pratica un appartamento di valore inferiore rispetto a quello acquistato, con ripercussioni anche sulla possibilità di venderlo, ipotecarlo o trasmetterlo in eredità con il suo valore originario (pagato e poi anche sovra-pagato per via dello scambio!)
Ringrazio di cuore tutti coloro che vorranno esprimere il loro parere o darmi un consiglio sul da farsi.
Vorrei sottoporvi una situazione abbastanza complessa: nel 1979 la coppia A (i miei genitori) e la coppia B, fra loro parenti, acquistarono al mare due unità immobiliari derivanti dal frazionamento di un appartamento. I due appartamenti furono visionati, accettati e valutati come equivalenti dalle due parti e anche il costo fu diviso in due parti uguali. Nell'atto di vendita del notaio, oltre ad una descrizione qualitativa delle unità immobiliari in termini di “vani” (2 vani e accessori ciascuno), per ogni appartamento si diceva "la particella ecc... dalla quale sarà fatto il relativo distacco e carico"; tuttavia non fu allegata alcuna planimetria dello stato degli appartamenti al momento dell’acquisto, ma si rimandava al frazionamento che sarebbe stato allegato in seguito da un tecnico...
Un paio di anni dopo, B chiese “a parole” ad A una parte di una camera, dicendo che avendo più bambini aveva bisogno di più spazio... Con molta benevolenza e fiducia, e sicuramente con altrettanta ingenuità e leggerezza, A acconsentì (sempre “a parole”) così furono fatti i lavori, una parete in cartongesso e la chiusura di una porta interna di A (il controtelaio è ancora evidente). Sottolineo che su questo “prestito” della parte di camera di A in favore di B non è stato mai scritto niente.
La scorsa estate (quindi dopo circa 30 anni) B ha manifestato l'intenzione di vendere il suo appartamento. “Ovviamente” avrebbe venduto anche la parte di camera di A, che nel frattempo, nonostante fosse passata l’esigenza dei bambini, A non aveva mai osato richiedere indietro, confidando "un giorno" in una restituzione volontaria! Così, quando A ha fatto notare che forse era l’occasione giusta per ripristinare la situazione iniziale, inaspettatamente B si è molto irritato, i rapporti familiari si sono completamente rovinati e della vendita non si è più parlato.
Per di più, il mese scorso A si è recato in catasto per altri lavori e gli è stata data una planimetria nella quale risulta che la sua parte di camera (quella prestata “a parole” a B) non fa più parte dell’appartamento A, ma di B!!!
Non vorrei essere malevola, ma a me sembra che quella planimetria sia stata forse un pò modificata e "grattata"; per di più, chi ha fatto l'eventuale imbroglio ha anche scambiato gli intestatari (infatti A ha dedotto queste cose dalla planimetria dell’appartamento B, che gli è stata data in quanto intestato ad A!). Quindi, fra le altre cose, A ha pagato per più di 30 anni anche le varie tasse sulla casa B, più grande.
Comunque, a parte questo discorso dell'intestazione (molto importante ma che ci distoglie un attimo dal problema principale che vorrei risolvere per primo), secondo voi che cosa si può fare per ottenere che gli appartamenti tornino com’erano al momento dell’acquisto?
Il notaio oggi, dopo diverse richieste, dice di non aver mai avuto la planimetria dello stato di fatto al momento dell’acquisto, lui ha redatto l’atto rimandando ad un tecnico di allegare “successivamente” il frazionamento.
Non voglio pensare che le planimetrie siano state fatte cambiare in seguito al litigio di quest'estate, allora posso immaginare che l’intoppo può essere avvenuto nel lasso di tempo (2 o 3 anni!) che è intercorso tra la firma dell’atto di vendita e l’effettivo deposito del frazionamento: magari, anche in buona fede
Queste sono mie supposizioni, visto che non so più dove cercare informazioni vere (non "alterate" o "nascoste") da cui partire: il notaio non ha il disegno di ciò che ha venduto, il tecnico dice di non ricordare i particolari del frazionamento, la visura è dell’altro appartamento e forse è anche manomessa, i vari impiegati dicono che le carte sono quelle, ma poi ti mandano via forse con un po’ troppa fretta… sta di fatto che oggi risulta che l’appartamento B abbia avuto da sempre quella parte di camera, e ciò addirittura dal 1978 quando invece l’appartamento era palesemente ancora intero!
Secondo voi, cosa può fare A per dimostrare che quando ha acquistato, nel 1979, l’appartamento non era come è adesso e come risulta anche in catasto (erroneamente dal 1978!)? Può dimostrare forse che la planimetria è stata manomessa o modificata senza un atto scritto che giustificasse la modifica? Ma modifica da cosa, se nell’atto di vendita non c’è la planimetria della stato di fatto dei due appartamenti al momento dell’acquisto?
La situazione come accennato è complessa e spero di averla esposta in modo sufficientemente comprensibile; soprattutto spero di non essere stata inopportuna e mi scuso per essermi dilungata un po’.
A me sembra così assurdo che oggi non si riesca a dimostrare che cosa si è acquistato e pagato realmente e che non si possa tornare a goderne:
Noi ci ritroviamo in pratica un appartamento di valore inferiore rispetto a quello acquistato, con ripercussioni anche sulla possibilità di venderlo, ipotecarlo o trasmetterlo in eredità con il suo valore originario (pagato e poi anche sovra-pagato per via dello scambio!)
Ringrazio di cuore tutti coloro che vorranno esprimere il loro parere o darmi un consiglio sul da farsi.