Antonio Azzaretto

Membro dello Staff
Cari amici,

godiamoci l' ultimo giorno di relativa tranquillità, perchè da domani avremo di che preoccuparci.

Tutto il vociare dei nostri politicanti, che starnazzano in cerca di soluzioni diverse dal mettere seriamente mano al portafogli, non fermerà la mano di chi già sente l' odore del sangue.

Gli Stati Uniti, quando si sono trovati sull' orlo del baratro, hanno regalato alle banche ben 700 miliardi di dollari, e da allora il tasso di sconto praticato dalla Fed è vicino allo O.

Quì da noi, a parte le solite grida polemiche di questo e di quel politico, ancora non si sono viste soluzioni pratiche, che in sostanza possono essere solo due:

O la BCE si compra i debiti greci a tasso 0, pagandoli con un emissione di debito sottoscritto da tutti i paesi UE, oppure si lascia la Grecia fuori dall' Euro.

Non credo proprio che i nostri politicanti europei, oggi, abbiano la forza politica per praticare scelte di questo genere.

Pertanto, cari miei, lunedì l' Euro subirà l' ultima spallata a difese ormai quasi sguarnite, e poi ci troveremo in una situazione nuova e inaspettata.

Allora sapremo se l' Europa è una nazione che ha voglia di crescere politicamente, oppure è solo un' associazione economica di paesi che non ha alcun desiderio di diventare nazione.

Una cosa è sicura:

Il nostro futuro non riusciremo a costruirlo su questa economia, perchè ormai è diventata succube di una finanza impazzita e senza controllo.

La politica deve tornare a comandare, e per farlo deve trovare il coraggio di superare la logica monetaria di mercato, la quale distorce il valore delle cose e ci costringe dentro una logica inumana.

Dobbiamo avere il coraggio di ammettere che stiamo sbagliando strada, perchè altrimenti continueremo a pagare un prezzo che ormai non ci possiamo più permettere!

Arrivederci a lunedì

grandeindio


Wall Street Italia.com

(WSI) – La crisi dei mercati scatenata dal caso euro e' "sistemica": lancia l'allarme, molto tardivo e a questo punto di nessuna credibilita', il presidente della Banca centrale europea Jean-Claude Trichet ai leader dell'eurozona durante il vertice straordinario tenutosi a Bruxelles, durato 6 ore e conclusosi a tarda notte.

L'ultima trovata, dopo lunghissime trattative, puzza lontano un miglio di mossa disperata: i membri dell'Europa puntano adesso a creare un "fondo di emergenza" detto anche "meccanismo di stabilizzazione europea" per fermare l'effetto contagio che si sta diffondendo come un virus dalla Grecia ai paesi deboli ad alto debito, compreso il nostro. Questo piano pare fin d'ora un'idea risibile, anche non se ne conoscono i dettagli poiche' questi geni dei nostri burocrati si vedranno ancora durante il weekend, giusto in tempo per approvare il draft prima dell'apertura dei mercati azionari e obbligazionari lunedi' 10 maggio.

Il presidente francese Nicolas Sarkozy e' l'unico passato stanotte alle cronache delle grandi agenzie internazionali (ma Berlusconi non era imprenditore, e non dovrebbe capire qualcosa di economia piu' degli altri?); Sarkozy ha affermato che il blocco europeo difendera' l'euro "attaccando direttamente gli speculatori, senza pieta'". "Molto presto sapranno una volta per tutte che cosa abbiamo in programma per loro" ha minacciato il presidente francese. Noi che siamo scettici sappiamo gia' come reagiranno i mercati: saranno feroci giustamente, bocceranno tutto il bocciabile, la speculazione si accanira' senza tregua e con cinismo doppio e triplo contro i paesi PIIGS, punendo con violenza i peggiori come si compete per incompetenti e bugiardi (Atene ha raccontato menzogne per anni truccando i bilanci come possiamo essere sicuri che anche Roma non faccia lo stesso? E infatti nessuno lo sa).

Da notare che Sarkozy non ha voluto fornire dettagli su questo fantomatico "piano di emergenza" per non "minacciarne l'efficia" (tradotto in parole povere: non ha voluto scoprire le carte nei confronti della speculazione altrimenti quest'ultima potrebbe "vedere" il bluff in anticipo prima dell'apertura dei mercati).

Comunque tutti e 27 i ministri finanziari dell' Unione Europea (per l'Italia Giulio Tremonti) si vedranno per un'altra riunione di emergenza domenica pomeriggio per mettere a punto il draft. Nelle sale trading delle banche d'affari aspettano con ansia, come in un video gioco in cui si sa chi vince perche' si conoscono gia' tutte le scappatoie e trappole.

Le misure europee, nelle intenzioni, dovrebbero servire per prevenire lo scenario in cui la crisi dei debiti sovrani scuote alle fondamenta la fiducia dei cittadini nell'euro, che ha compiuto 11 anni ma non e' maturato neanche un po' per colpa di genitori irresponsabili.

Poi le solite parole di facciata, altre munizioni per le armi di distruzione di massa degli speculatori. "Difenderemo l'euro a qualsiasi costo" ha detto il presidente della Commissione Europea Jose' Barroso finito il meeting (nota: l'euro questa settimana ha perso -4.3% e -15% da novembre; i titoli di Stato e i CDS europei (credit default swaps) sono saliti venerdi' ai massimi storici (robe da vera recessione, perdita di fiducia, profonda avversione al rischio percepito).

"Difenderemo l'euro a qualsiasi costo" non e' certo una cosa intelligente da dire da parte del signor euroburocrate. Non esiste sui mercati finanziari una strategia portata avanti "a qualsiasi costo" in quanto appunto costerebbe troppo perseguirla: ci si dissanguerebbe per motivi "ideologici" mentre la realta' magari nega brutalmente l'assunto. "You take your loss" dicono saggiamente gli americani in simili casi. Cioe': prendiamoci questa perdita, mettiamola in bilancio, ok non e' una bella cosa ma forse e' meglio far uscire questi cialtroni dei Greci dall'Europa. Ridiamogli pure la dracma, efgaristo'.

E' l'unica vera doccia fredda o mossa radicale che il mercato amerebbe vedere, poiche' varrebbe da esempio e stimolo a non fare altrettanto per gli altri irresponsabili PIIGS come noi italiani, gli spagnoli, i portoghesi. Se vogliamo stare al gioco della correttezza fiscale, signor Tremonti, bisogna rispettare le regole senza blaterare ma facendo quadrare i conti. Con le nostre furbizie di sempre, simboleggiate al governo da Berlusconi in persona, ormai non si va piu' da nessuna parte. La borsa punisce, la creativita' e fantasia italiane non pagano. Bisogna che i nostri politici capiscano che gli americani sono l'esempio da seguire, Washington e New York si' che fanno sul serio (a Wall Street una perdita di -9.2% del Dow Jones giovedi' ha cancellato in mezz'ora $1 trilione di dollari, prima dei recuperare). Anche se sono numeri kolossal, l'Europa e l'Italia devono capire che dobbiamo cominciare a fare sul serio per non incappare nelle stesse punizioni.

Tornando alla riunione di Bruxelles, in precedenza il presidente della Commissione Ue Durao Barroso e il presidente francese Sarkozy avevano espresso insoddisfazione per il testo di dichiarazione che dovrebbe uscire domenica dal vertice. A loro giudizio il messaggio "e' ancora troppo debole" e "non contiene segnali abbastanza forti per un'azione rapida, cosi' come richiesto dalla situazione".

Cio' lascia presupporre che finalmente potrebbero cominciare a volare gli stracci, in quella patetica parvenza di governo europeo che e' ormai la UE, proprio grazie ai duri cali di borsa, della moneta, dei titoli di Stato. Nessuno per mesi ha deciso nulla ne' a Francoforte ne' a Bruxells. Per fronteggiare la devastante crisi finanziaria scoppiata in America nell'ottobre 2008, Washington ha dibattuto pergiorni al Congresso, anche con aspri litigi tra democratici e repubblicani, ha soppesato e valutato le misure urgenti da prendere, ma alla fine un immane piano di salvataggio da oltre $750 miliardi di dollari e' stato approvato, allo scopo di evitare all'America la terribile accoppiata crash/recessione.

In Europa all'inizio nessuno aveva capito cosa accadeva, oppure se lo aveva capito per mesi non ha voluto ammettere in pubblico la gravita' della situazione (debiti pubblici fuori controllo, conti truccati, pesante arretramento delle economie, disoccupazione record, maxi-debiti e asset tossici nel sistema bancario). Adesso la consapevolezza c'e', ben chiara, e tutti hanno sbattuto contro il muro. Eppure all'UE e alla BCE ancora chiacchierano, ipotizzano, valutano, si riuniscono, pensano di approvare... Ma ci facciano il piacere! A casa tutti, da Trichet in giu'.

Solo per fare un raffronto concreto, valutate la sinteticita' e consapevolezza di un vero investitore/speculatore di fronte ai drammatici eventi di questi giorni: "O l'Unione Europea si decide a prestare soldi ad Atene ad un tasso dello 0% oppure la Grecia dovra' ristrutturare il debito". "L'euro resistera', ma si va verso un'eurozona piu' piccola, con i paesi deboli fuori". Parole di Mohamed El-Erian, un signore che gestisce Pimco, il piu' grande fondo obbligazionario del mondo con un patrimonio di $1 trilione di dollari.

Parole di verita', quelle di El-Erian. Esatto: la Federal Reserve americana - nell'iconografia popolare dei trader di Wall Street soprannominata "elicottero Bernanke" (il chairman Fed che da un elicottero sorvola il territorio Usa gettando dall'alto dollari, liquidita', denaro) - la Fed, dicevamo, nel momento di massima crisi del 2008 e' intervenuta in modo massiccio, con una forza d'urto immensa, per risollevare un mercato finanziario in coma. Ancora oggi la Banca Centrale degli Stati Uniti 18 mesi dopo presta denaro alle banche Usa ad un tasso compreso tra lo 0.0% e lo 0.25%. Una valanga obbligata di cash per evitare l'apocalisse. E' chissa' per quanto tempo durera'.

Da Trichet & Soci, espressione di un'Europa senza volonta' politica, senza omogenita' di culture e lingue, che non ha esercito ma solo una moneta che potrebbe anche essere quella di Monopoli e non farebbe gran differenza; da Trichet & C., invece, solo piccoli aborti, mezze frasi, piani stitici, dichiarazioni fuorvianti. Soprattutto: no al denaro a tassi zero e no al riacquisto di bond dei paesi in difficolta'. Il che equivale ad ammettere: misure concrete nada, nein, nulla, rien. Allora scusate, che ci state a fare ai vertici di quest'Europa?

Che senso ha per esempio cari euroburocrati e signori della BCE, continuare a insistere con quell'idiozia del rapporto deficit/pil fissato rigidamente (dal 1999) al 3.0%, quando tutti i paesi si posizioneranno in media al 6.6% nel 2010 e al 6.1% nel 2011? Cambiamolo, questo parametro. Aggiustiamolo alla realta' di oggi. Bisogna essere flessibili e non ideologici, la rigidita' e la poca agilita' ha estinto i dinosauri ma preservato la vita a piccoli volatili, in epoche antiche di sommovimenti violenti.

Se la Grecia, un paese con tanta storia, arte e filosofia si', ma irrilevante nella geo-politica globale per forza di pil e popolazione (appena 11 milioni di persone di cui 4.5 milioni lavorano nel parassitario settore pubblico in un'economia come quella UE di poco inferiore a quella Usa); se la Grecia oggi e' in grado di mandare a scatafascio il castello di carte su cui si fonda l'euro, che senso ha mantenere in piedi tutto l'ambaradam? Che senso ha stanziare 140 miliardi di dollari per salvare una nazioncina parte di un blocco economico da $12 trilioni di dollari quando incertezze e rigidita' di gestione rischiano di affossare gli altri paesi legati da questo patto ormai scellerato? Atene fuori, addio Mikonos, Santorini e l'Acropoli. E il patto Ue, si puo' anche riscrivere no?

Immaginiamo se la speculazione cominciasse veramente (ma sul serio) ad attaccare gli stati a pil forte e debito fuori-misura: nell'ordine appunto Italia, Spagna, Portogallo, Irlanda, Portogallo, Grecia (l'acronimo dei famosi P.I.I.G.S. di cui parliamo sempre qui su WSI dovrebbero in verita' essere I.S.I.P.G. ma ovviamente il doppio significato di "maiali" risulta piu' efficace; vedere a questo proposito un bellissimo grafico del New York Times, proposto da un utente nei Commenti a questo articolo, con le proporzioni numeriche di debiti e intrecci debitori tra i vari paesi europei). Bhe', come si vede chiaramente dal disegno, fino ad ora non abbiamo bevuto che l'aperitivo di quel che si prospetta per gli speculatori come un lauto pranzo e per noi cittadini come un disastro non solo annunciato ma ineluttabile (mentre il premier pensa di piu' a come censurare la satira della Dandini in Rai: ma ci faccia il piacere, sig. premier!). Stando cosi' le cose i signori speculatori mondiali ovunque essi si annidino non sono cattivi, fanno solo il loro mestiere che e' perfino utile in casi simili, per smascherare ipocrisie e inadeguatezze della "Casta", che purtroppo si ripercuotono negativamente sullo standard di vita di noi cittadini.

Insomma siamo in balia - detto con molta prudenza e cautela - di una classe dirigente di politici italiani ed europei incompetenti, per non dire collusi e conniventi.

Trichet era il personaggio che due anni fa, nel momento in cui l'euro aveva tassi molto piu' alti rispetto al dollaro, dichiarava tronfio: "I fondamentali sono solidi, l'economia dell'eurozona e' solida, noi in Europa e la nostra moneta siamo solidi (s'e' visto, col senno di poi...). Ebbene i Trichet sono ovunque purtroppo in questa disgraziatissima Europa.

Facciamo un altro rapido esempio terra-terra con uno dei nostri politici.

Ieri su SkyTG24 (l'unica televisione vedibile in Italia per capire come vanno davvero le cose) abbiamo ascoltato una dichiarazione dell'Umberto Bossi, poveretto, che farfugliava col suo idioma strascicato da post-ictus... alcune tesi come dire? leghiste? su economia, debito, mercato.

Diciamo subito la verita': tali imbecillita' - di questo si tratta - non dovrebbero essere consentite ad un ministro del governo della Repubblica Italiana nonche' massimo alleato del presidente del consiglio Silvio Berlusconi nella slabbrata coalizione di centro-destra. Non c'e' scusante che tenga, neppure la malattia. "Noi italiani siamo fortunati - ha blaterato a fatica il Senatur federalista/secessionista - noi italiani siamo fortunati.... perche' abbiamo un ministro dell'Economia fantastico come il Tremonti.... lui ci ha curato la tenuta dei conti... ci ha tenuto a galla anche nei momenti difficili... e infatti l'Italia sta meglio degli altri paesi... le banche italiane sono solide... Tremonti e' come una brava massaia che ha risparmiato per non spendere troppo nei momenti di crisi". Testuali parole.

Ora dite voi se non e' giusto, sacrosanto, addirittura liberatorio che gli speculatori - che certo stupidi non sono - non abbiano avuto assolutamente ragione venerdi' a far schizzare al rialzo il CDS Italia (PREZZI DEI CDS ITALIA PER GLI ABBONATI A INSIDER) - credit default swap, cioe' lo strumento finanziario utilizzato come copertura assicurativa contro un'eventuale bancarotta del paese - al massimo assoluto di tutti i tempi, praticamente al livello del Kazakistan e subito dopo Portogallo e Spagna. Ecco: la speculazione serve anche a smascherare i cialtroni e furbi a tempo pieno come Bossi, che per le loro trame jurassiche (la Padania? la secessione? il federalismo?) tengono in scacco l'Italia proprio nel momento piu' drammatico degli 11 anni di vita dell'euro e del paese. "Brava massaia": certo come no. Ma ci faccia il piacere, Senatur. Studi un po' di macroeconomia, oppure taccia.

"Questi giocano col fuoco" - come disse giustamente la Emma Marcegaglia venerdi' in uno dei pochi (forse l'unico) sound-bite degno di nota in tempi recenti; "giocano col fuoco" ma non l'hanno ancora capito. Non sanno nulla, i nostri governanti, per ignoranza, ignavia o perche' vivono da ricchi blindati nel lusso, scarrozzati da auto-blu', circondati da scorte e poliziotti, spupazzati in cene, festini, inaugurazioni. "Questi qui" non sono consapevoli che la festa e' finita, il vento e' cambiato, la storia e l'economia globale impongono scelte diverse, coraggiose, dolorose, non da Grande Fratello. Classi dirigenti di questa fatta non sono piu' in grado di governare un paese moderno e vitale che ha bisogno come l'aria di intelligenza, stimoli, progetti, giovani, investimenti, futuro, dinamismo, coraggio, visione. Questa classe dirigente ha fallito, lo sappiamo tutti che non ci porta da nessuna parte e anzi ci fa arretrare.

Pubblicato da grandeindio a domenica, maggio 09, 2010 su Buone parole (Progetti di Economia Relazionale)
 

Antonio Azzaretto

Membro dello Staff
Mercati, ...un giorno va giù e un giorno va sù

Cari amici,

L' UE stanotte è riuscita a partorire un piano di emergenza senza precedenti, e così è riuscita a domare per un po' la bestia che domina i mercati.

Pertanto oggi le borse festaggiano incrementi di valore che ingrassano le tasche degli speculatori, e mietono vittime tra il cosiddetto "parco buoi", ossia tra tutti quelli che giocano a fare i trader con pochi soldi e tanto spirito di avventura.

Cosa abbiamo da dire noi, comuni mortali, che andiamo a lavorare tutti giorni cercando di guadagnarci il pane, di fronte a questi terremoti che ci fanno prostrare tutti i giorni sull' altare degli onnipotenti mercati finanziari?

Purtroppo noi abbiamo ben poco potere da mettere in gioco, perchè i nostri pensieri sono occupati da come fare a guadagnare abbastanza per vivere.

Vediamo i mercati che girano come ottovolanti distruggendo milioni di euro, per poi ricrearli il giorno dopo, il tutto argutamente commentato da agenzie di ratig che tifano come le squadre di calcio per questo o per quel sistema economico.

Oggi ci siamo salvati perchè l Unione Europea si è unita nel momento dell' emergenza, e ha tirato fuori dal cappello una manovra da ben 750 miliardi di Euro.

Ma la situazione, nel suo complesso, è sempre più precaria, perchè gli stati sovrani, nel loro complesso, sono indebitati verso il sistema bancario in modo insostenibile, ed inoltre perchè il prezzo del petrolio è sempre più tendenzialmente in rialzo.

La nostra economia poggia su tre piloni che sono tutti e tre in crisi irreversibile:

Il mercato immobiliare (case sempre più vuote a prezzi sempre più instabili e tendenzialmente in calo), il mercato del petrolio (greggio sempre più scarso, a prezzi sempre più alti, trovato in luoghi di approvvigionamento sempre più pericolosi e precari), e il mercato dell' auto (troppe auto, eccessivo inquinamento, benzina sempre più cara).

Infine è necessario rilevare che in Italia il lavoro sta diventando sempre più precario e mal retribuito, e ciò, tendenzialmente, crea un calo della domanda interna, che è il valore più desiderabile di ogni paese sovrano.

Tutti questi problemi si possono affrontare e risolvere soltanto se i paesi sovrani riusciranno a riprendersi il potere di dare valore ai bisogni dei residenti.

Fino a che i governanti saranno costretti a prostrarsi e impegnare le risorse dei cittadini tutte le volte che i mercati finanziari creano guai (come nella crisi USA), oppure attaccano le popolazioni più esposte dal punto di vista finanziario (come nel caso greco), non riusciremo mai a migliorare il tenore di vita della popolazione più povera e indifesa del paese (che è la stragrande maggioranza).

:fico:


Corriere della sera

BRUXELLES - Un maxi-piano fino a 750 miliardi, con la partecipazione dell'Fmi, per blindare la zona euro dagli attacchi della speculazione ed evitare il rischio defualt di altri Paesi dopo quello corso con la Grecia. A vararlo, dopo dieci ore di negoziati, sono stati i ministri finanziari della Ue riuniti a Bruxelles. Chiesti anche nuovi sacrifici a Spagna e Portogallo, i due Paesi considerati maggiormente a rischio in questa fase. E la Bce annuncia altre misure: acquisterà titoli del debito pubblico e privato nell'Eurozona sul mercato secondario. La Bce specifica che gli acquisti saranno compensati attraverso operazioni di drenaggio della liquidità allo scopo di non alterare la linea di politica monetaria. Le centinaia di miliardi di euro messi a disposizione dai Paesi dell'Unione Europea sono destinati a «rafforzare e proteggere l'euro» ha detto il cancelliere tedesco, Angela Merkel, aggiungendo che l'Ue ha dimostrato che «farà tutto quello che è necessario» e che «continuerà a difendere» la valuta europea. Per Merkel, i Paesi dell'Eurozona «devono attaccare i propri problemi alla radice».

Il primo ministro spagnolo Jose Luiz Zapatero e il suo omologo portoghese Jose Socrates in una foto d'archivio. (Ansa)
Il primo ministro spagnolo Jose Luiz Zapatero e il suo omologo portoghese Jose Socrates in una foto d'archivio. (Ansa)
OBAMA - Al piano di salvataggio senza precedenti varato dall'Ecofin (ora alla prova dei mercati) si è arrivati dopo una giornata in cui si sono susseguiti i contatti tra le varie capitali europee, con decine di bilaterali e due conference call a livello dei Paesi del G7. Anche il presidente Usa, Barack Obama, ha telefonato sia al presidente francese, Nicolas Sarkozy, sia alla cancelliera tedesca, Angela Merkel, sottolineando la necessità di una «risposta forte» da parte dell'Europa per ridare fiducia ai mercati. Lo scudo «anti-speculazione» deciso dall'Ecofin mette in campo prestiti per 60 miliardi di euro da parte della Commissione Ue, che potrà raccogliere sul mercato prestiti, offrendo come garanzia fondi del bilancio comunitario a favore dei Paesi che fossero sotto attacco speculativo ed avessero difficoltà a reperire capitali sui mercati. Nel pacchetto ci sono poi 440 miliardi che dovrebbero prendere la forma di prestiti bilaterali da parte degli Stati membri della zona dell'euro, sul modello del piano salva-Grecia.

LE CIFRE - Nel dettaglio, si prevede che la quota dell'Fmi rappresenti oltre la metà di quella messa in campo dagli Stati membri, cioè fino a 250 miliardi. Per questo l'ammontare complessivo del fondo potrebbe arrivare fino a 750 miliardi. Resta poi in pista la possibilità che anche la Bce scenda in campo, decidendo di prestare soldi ai Paesi a rischio acquistando i loro titoli pubblici. Una decisione che spetta alla stessa Bce, i cui vertici sono rimasti riuniti a Basilea con i governatori centrali della Ue in attesa di notizie da Bruxelles. Due momenti di forte tensione hanno caratterizzato l'inizio della giornata: il malore del ministro delle finanze tedesco Wolfgang Schauble (ricoverato in ospedale) e il no di Londra al piano. Il cancelliere dello Scacchiere Alistair Darling è stato infatti molto chiaro nel dire che il Regno Unito non sarebbe venuto in soccorso di Paesi dell'euro in difficoltà, respingendo la proposta messa sul tavolo dalla Commissione Ue. A sbloccare la situazione è stata poi la Germania, proponendo interventi per 500 miliardi di euro di cui 440 a carico solo degli Stati membri della zona euro. E con la partecipazione del Fondo monetario internazionale.
SPAGNA E PORTOGALLO - I ministri delle finanze hanno anche accolto l'appello alla disciplina di bilancio e di rigore monetario lanciato venerdì notte dai leader dell'Eurozona. La Germania in particolare ha chiesto che venissero dettagliate le condizioni alle quali devono sottostare i Paesi maggiormente a rischio, quelli che per primi potrebbero dover ricorrere al fondo. Di qui l'invito alla Spagna e al Portogallo ad adottare nuove misure per la correzione del deficit. In particolare, a Madrid e Lisbona è stata chiesta una manovra aggiuntiva pari all'1,5% del Pil quest'anno, e una pari al 2% del Pil l'anno prossimo. L'importo definitivo sarà deciso nei prossimi giorni. Ora la parola passa alle Borse, con Tokyo che ha subito risposto oggi positivamente. I ministri finanziari dei 27 si ritroveranno a Bruxelles mercoledì, insieme ai vertici della Bce e della Commissione Ue, per dare vita alla prima riunione della task force Ue che dovrà riformare il Patto di stabilità e di crescita, guidata dal presidente Ue Herman Van Rompuy. Nel testo dell'accordo, infine, l'Ecofin si impegna ad approfondire l'ipotesi di introdurre una tassa sulle transazioni finanziarie e ad accelerare la revisione delle norme e della vigilanza sul mercato dei derivati e il ruolo delle agenzie di rating.
RIUNIONE BANCHIERI BRI - Intanto prende il via a Basilea, in Svizzera, la seconda giornata della riunione dei governatori delle banche centrali alla Bri, la Banca dei regolamenti internazionali. Il focus sarà sul maxipiano da 720 miliardi varato dalla Ue e sul nuovo ruolo della Bce, la quale farà la sua parte intervenendo, al bisogno, acquistando titoli di stato e privati per bloccare la speculazione e sostenere i Paesi in difficoltà. Ieri alcuni banchieri presenti in città per il tradizionale incontro della Bri hanno dato il via per tutto il giorno a una serie di riunioni informali dell'istituto tenendosi in collegamento con Bruxelles, dove erano in corso i lavori dell'Ecofin. Il presidente della Bce Jean Claude Trichet e il governatore della Banca d'Italia Mario Draghi si sono trattenuti nella sede Bri fino a notte attendendo le decisioni dei governi. La parte più innovativa del nuovo accordo per quanto riguarda la Bce prevede così che allo scopo di calmare le tensioni sui mercati «che presentano disfunzioni», l'istituto centrale interverrà acquistando «titoli di stato e privati», sostenendo in questo modo il debito dei Paesi più a rischio sotto attacco della speculazione. Una decisione presa dalla Bce anche tenendo conto che, nel comunicato emesso dall'Ecofin, i governi prendono impegni di rigore nel bilancio pubblico per quest'anno e i successivi mentre alcuni Paesi hanno previsto misure addizionali per ridurre il deficit. Fra le misure previste e già avviate, ci sono poi gli accordi di swap con la Fed e altre banche centrali sul biglietto verde, allo scopo di sostenere la sua liquidità.

Pubblicato da grandeindio a lunedì, maggio 10, 2010 su Buone parole (Progetti di Economia Relazionale)
 

Antonio Azzaretto

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I mercati vivono di bolle, e l' euro cala

Cari amici, dopo pochissimi giorni di euforia le borse hanno ricominciato a calare di valore.

In particolare l' euro continua a indebolirsi sul mercato dei cambi e stamattina, per la prima volta dal marzo del 2009, è calato sotto quota 1,25 dollari.

A parte Trichet, che sbraita come una gallina che fa la guardia al pollaio davanti alla volpe, il resto dell' Europa politica rimane in silenzio (perchè, d' altra parte, le esportazioni amano le monete deboli).

Tuttavia il punto della questione è un altro: Le cartucce che l' Europa poteva sparare per combattere la speculazione, sono state già utilizzate.

Che succederà se il trend negativo dovesse proseguire?

L' unica soluzione che riesco a immaginare, è quella che ho già scritto alcuni giorni fa.

La BCE si deve comprare i debiti sovrani, e pagarli con emissioni di debito sottoscritti dai paesi che aderiscono alla moneta unica.

D' altra parte, se vogliamo dirla tutta, i paesi sovrani dei paesi UE verso chi sono debitori? Risposta: nei confronti della BCE.

E pertanto, visto che la banca centrale ha creato il problema, perchè mai non dovrebbe perlomeno contribuire a risolverlo?

:fico:


Il Sole 24 ore

Milano e Madrid continuano ad ampliare le perdite, registrando le peggiori performance tra le piazze del Vecchio Continente, penalizzate soprattutto dalla debolezza delle banche (-3,5% in Europa). Il listino spagnolo arretra del 4,12% e quello milanese del 3,29% (FTSE Mib). Seguono Lisbona (-2,45%), Parigi (-2,37%), Francoforte (-1,02%), Londra (-1,17%). Atene perde il 2,05 per cento. Ad affondare Piazza Affari sono ancora una volta le banche guidate da Ubi Banca (-6,37%), Banco Popolare(-5,02%) e Bpm (-5,19%). Ribassi superiori ai quattro punti percentuali per Intesa Sanpaolo, Unicredit eMediobanca. Nel frattempo resta debole l'euro sul mercato dei cambi, che già ieri era sceso sotto quota 1,25 dollari. A metà mattina la divisa dell'Ue a 16 si attesta a 1,2516 dollari. Per oggi negli Stati Uniti é prevista la pubblicazione dei dati sulle vendite al dettaglio, la produzione industriale, l'indice sulla fiducia dei consumatori dell'Università del Michigan e le scorte di magazzino delle aziende.
Pubblicato da grandeindio venerdì, maggio 14, 2010 su Buone parole (Progetti di Economia Relazionale)
 

Antonio Azzaretto

Membro dello Staff
In realtà la festa sta finendo per tutti:

Si intitola Meltup, "The Beginning Of US Currency Crisis And Hyperinflation", questo video "virale" su YouTube preparato da Inflation.us che Wall Street Italia presenta per prima nel nostro paese. L'audio e' inglese, dura un'ora, la visione e' sconsigliata a chi si ostina a voler ignorare la verita' sullo stato di salute del sistema economico-finanziario degli Stati Uniti e di conseguenza di tutte le economie mondiali. Inflation.us ha come missione "Preparare gli americani all'iperinflazione".

Sono concetti che i lettori e abbonati di WSI - che siano deflazionisti o inflazionisti (la seconda e' la tesi del video) - conoscono gia' molto bene. Ma si tratta di idee economiche ovviamente considerate poco "ortodosse" dai vari establishment in quanto vanno ben al di la' delle critiche tollerabili dalla propaganda dei "poteri forti". Mandate questo video YouTube a colleghi di lavoro, amici, conoscenti, piu' circole meglio e'. Per far crescere la consapevolezza generale sullo stato di salute dell'economia mondiale. Se qualcuno attrezzato tecnicamente poi si prendesse la briga di tradurre l'audio dall'inglese in italiano, per favore ce lo faccia sapere, sarebbe un'ottima cosa.

 

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