Elisabetta48

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ritorniamo a più seri argomenti.
Penso che sull'argomento del Post ci sia ormai poco da dire. Ognuno si è fatto la sua opinione. Può continuare ad approfondire analizzando altro materiale ma la partita la giocano altri. L'importante è ora conoscere i giocatori.
Nel sito dell'Agi (agenzia giornalistica italiana) che di solito ci azzecca, trovo: "Le fondamenta della Tav Torino-Lione nella sua veste attuale sono contenute nell’accordo tra Italia e Francia del 2012. Questo è un accordo internazionale bilaterale, in cui le “parti” sono Stati: per la sua entrata in vigore, in base all’articolo 80della Costituzione, è stato necessario che il Parlamento approvasse un’apposita legge. Allo stesso modo, per uscire da questo progetto e cancellare l’accordo internazionale sottoscritto in precedenza, è necessario che si esprimano le Camere. La decisione del solo governo non basterebbe. "
Il che era un po' quello che a istinto avevo detto una cinquantina di post addietro. Se così fosse, penso che i lavori andranno avanti perchè mi pare che in Parlamento siano più i favorevoli al Sì che non gli altri. Vedremo
 

Luigi Criscuolo

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tanto per non far chiacchiere da bar leggi qua
Per quanto poi ne so per sentito dire, Gioia Tauro ha l'alibi della riconversione forzata post referendum sul nucleare...
«Il porto di Gioia Tauro, un sogno diventato incubo» - Corriere della Calabria
Della Brebemi so solo che è cara, per cui non la percorre quasi nessuno: che è diverso dal dire che non sia un potenzialmente utile.
Blog | Brebemi, camion con trolley e concorsi a premi. Le ultime trovate dell'A35 sono davvero uniche - Il Fatto Quotidiano
 

uva

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è necessario che si esprimano le Camere. La decisione del solo governo non basterebbe. "
Dopo tante divagazioni che nulla c'entrano con l'argomento TAV, finalmente un'informazione utile: grazie @Elisabetta48 !

Ora aspettiamo che il Governo, tramite il ministro competente, renda nota l'analisi costi-benefici. In modo che l'opinione pubblica e soprattutto i parlamentari ne siano informati.
Poi vediamo cosa capita.

Data l'urgenza è possibile che il Governo emetta un decreto legge ("annullando" la Legge precedente) per sancire il No/TAV, dopo aver ascoltato il parere del Parlamento?
Perché se in Parlamento iniziasse l'iter per l'emanazione di una Legge ordinaria, occorrerebbero troppi mesi. La Francia e l'UE aspettano una risposta veloce.

In sostanza mi pare che la "palla" sia comunque in mano al Governo. E forse è tramontata l'opzione del referendum, che non si riuscirebbe a fare in tempi brevi.
 

alberto bianchi

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[
Data l'urgenza è possibile che il Governo emetta un decreto legge ("annullando" la Legge precedente) per sancire il No/TAV, dopo aver ascoltato il parere del Parlamento?

Esiste un accordo Internazionale e non si può annullare unilateralmente. In campo internazionale uno dei principi cardine è:
Pacta sunt servanda.
Non bastano i continui "sproloqui" dei cialtroni Gallo/Italici quotidiani.
 

uva

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Esiste un accordo Internazionale e non si può annullare unilateralmente.
Mi sono espressa male, non intendevo dire che l'Italia annulla l'accordo unilateralmente.

Intendo dire che lo Stato italiano (tramite una Legge che si esprime in modo opposto alla Legge precedente con la quale ratificava l'accordo internazionale) può decidere di non costruire la TAV.
Nel post n. # 121 @Elisabetta48 ha spiegato come si è giunti a rendere operativo l'accordo con la Francia, e io ho ipotizzato come l'Italia può recedere da quell'impegno.

Se esiste un accordo tra due soggetti, mi pare logico sia regolamentata anche l'ipotesi che uno dei due receda.
E' ovvio che chi "si sfila" diventa inadempiente, e forse deve pagare le penali alla controparte.
In alcune discussioni che ho sentito sulla TAV non è neppure chiaro se e quali siano le penali a carico dello Stato italiano nel caso decida NO/TAV.

(Io scrivo la TAV perché, come @Elisabetta48, mi riferisco alla linea ferroviaria).
 

basty

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Secondo Travaglio (in genere con buona memoria e non sprovveduto seppur a volte fastidioso) sosteneva che non esistono penali, che anche (e questo confermato dal tono del TG di oggi) riguardo ai finanziamenti europei, non è che si debbano restituire soldi, visto che sono erogati a posteriori. Ma anche i referendum e le decisioni governative sono impropri: se prevarrà il No, occorrerà negoziarlo con la controparte francese e con l'europa. Non sarà un semplice atto unilaterale.

Mi sembra un gioco di parole: i lavori finora fatti (ispezioni, preforme per calcestruzzo delle gallerie, che vengono ripetutamente mostrate in TV), hanno avuto un costo: qualcuno dovrà pur pagarli. Quindi perdendo i finanziamenti europei, sarà lo stato italiano a doverli coprire : restituire all' europa, o sborsarli direttamente alle imprese, sempre costi a nostro carico restano.

Con il fa e disfa non si va da nessuna parte: e che l'analisi costi-benefici, (la ennesima suppongo) sia stata comunicata ai francesi ed alla commissione EU, e non ( ma sarà vero sul serio?) ai nostri parlamentari, mi sembra molto singolare.
 

alberto bianchi

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Se esiste un accordo tra due soggetti, mi pare logico sia regolamentata anche l'ipotesi che uno dei due receda.
E' ovvio che chi "si sfila" diventa inadempiente, e forse deve pagare le penali alla controparte.
Io toglierei il "forse".
(Io scrivo la TAV perché, come @Elisabetta48, mi riferisco alla linea ferroviaria).
Anche io preferisco "La", sono anni che va avanti con l'articolo al femminile e ormai l'orecchio ci si è adattato.
La versione maschile "Il" è stata tirata fuori e reiterata, forse per attirare l'attenzione o perché il numero delle copie vendute del suo Quotidiano continuava a scemare. Non so quanto durerà il Travaglio. Ci vorrebbe una brava "levatrice":)
 

basty

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La versione maschile "Il" è stata tirata fuori e reiterata, forse per attirare l'attenzione
Direi ... per distogliere l'attenzione sul vero soggetto.
Gli Italiani hanno capito benissimo di quale opera si tratta.
Come hanno capito che sarà una della tante opere che daranno benefici, forse, ai nostri nipoti.

Ma se contestiamo decisioni prese e vecchie di 20 anni, senza che si siano realizzate le condizioni per avanzare alternative, .... si fa disfattismo. La politica che guarda indietro, di qualunque colore sia, è strabica.
 

Elisabetta48

Membro Senior
@Elisabetta48 ha spiegato
Grazie, ma mi dai troppo merito. Ho solo girato una informazione che spero essere corretta :).
Anche io ho trovato molto scorretto che la famosa analisi sia partita per Parigi senza dir nulla al Parlamento. C'è qualcosa che può essere fatto solo tra governi, mi pare di capire (se altre leggi non hanno fatto modifiche...), ma solo relative a modifiche minori, non a cancellare l'accordo che è stato ratificato dal Presidente della Repubblica, come si legge all'art. 1 di questa legge. Qui riporto l'art. 11 relativo alla "revisione"
LEGGE 27 settembre 2002, n. 228 art. 11
1549637594581.png
 

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