uva

Membro Storico
Proprietario Casa
Nel contratto c'e scritto esplicitamente
In genere si scrive una clausola più articolata.
Con la quale si stabilisce l'aggiornamento Istat del canone in base alla variazione dell'indice Istat foi, e si esercita contestualmente l'opzione per la cedolare secca dichiarando che non verranno praticati aumenti di alcun genere durante tutta la durata dell'opzione.

Sei sicuro che nel tuo contratto ci sia scritto soltanto ciò che hai riportato nel post #10?

Inoltre non è chiaro perché ora il locatore ti chiede
un aumento del 75% della variazione istat.
Nel contratto c'è scritto che l'aumento Istat, se quando verrà applicato, è ridotto al 75%?
Quella limitazione è obbligatoria nei contratti concordati, mentre normalmente in quelli liberi 4 + 4 ci si riferisce al 100% della variazione.
 

uva

Membro Storico
Proprietario Casa
ritorno a tassazione ordinaria
Se nel contratto sta scritta una clausola tipo la seguente:

Il canone sarà aggiornato ogni anno (eventualmente si può aggiungere automaticamente e senza necessità di richiesta del locatore) nella misura della variazione assoluta dell'indice dei prezzi al consumo accertato dall'Istat per le famiglie degli operai e degli impiegati.

Allora il locatore può praticare l'aumento Istat nelle annualità in cui revoca l'opzione per la cedolare e passa in regime ordinario.

Subito dopo la suddetta clausola si scrive quella relativa all'opzione per la cedolare, che comporta la rinuncia da parte del locatore ad ogni aumento del canone, incluso l'Istat.
 

uva

Membro Storico
Proprietario Casa
a Gennaio di due anni fa ho firmato un contratto con formula 4+4 (prima scadenza a dicembre 2025),
Se hai stipulato il contratto due anni fa (quindi nel 2021) ad esempio il 1° gennaio 2021, il quadriennio scadrà il 31 dicembre 2024 (non a dicembre 2025).

Forse è un contratto concordato 3 + 2 stipulato il 01/01/2021, il cui secondo periodo contrattuale scadrà il 31/12/2025.
Questo spiegherebbe l'aumento Istat limitato per legge al 75%.
Il contratto concordato deve essere redatto conformemente al modello ministeriale (Allegato A al D.M. 16/01/2017).

Non mi è chiaro di quale tipologia contrattuale stiamo parlando, qual è la durata e cosa è stato scritto di preciso circa l'aumento Istat e l'opzione cedolare secca esercitata dal locatore contestualmente alla stipula.
 

basty

Membro Storico
Proprietario Casa
Se nel contratto sta scritta una clausola tipo la seguente:

Il canone sarà aggiornato ogni anno (eventualmente si può aggiungere automaticamente e senza necessità di richiesta del locatore) nella misura della variazione assoluta dell'indice dei prezzi al consumo accertato dall'Istat per le famiglie degli operai e degli impiegati.

Allora il locatore può praticare l'aumento Istat nelle annualità in cui revoca l'opzione per la cedolare e passa in regime ordinario.

Subito dopo la suddetta clausola si scrive quella relativa all'opzione per la cedolare, che comporta la rinuncia da parte del locatore ad ogni aumento del canone, incluso l'Istat.
Anch'io a scanso d'equivoci imposto i contratti in quel modo (come sommariamente avevo accennato al precedente post).

Se però la possibilità di applicare l'istat non è prevista a contratto, o addirittura esclusa, la possibilità diventa opinabile:
" Poichè il locatore intende avvalersi della legge per l'applicazione della cedolare secca sul contratto di locazione, per tutto il periodo della locazione non ci saranno aumenti ISTAT".

Questa frase è scritta male, ma da sola non fa che ribadire che fin che applica la cedolare, non applicherà l'Istat.

Ma per come è scritta, si potrebbe anche interpretare che in ogni caso (almeno) per il primo quadriennio, non passerà alla tassazione IRPEF e non applicherà l'Istat.

Adesso veniamo ad un altro punto:
la nota dell'Agenzia delle entrate (Circolare Agenzia delle Entrate n. 26/E del 01 giugno 2011)

Nel caso in cui l’opzione esercitata in sede di registrazione del contratto e, quindi all’inizio della prima annualità, sia revocata a valere dalla seconda annualità, resta comunque valida la rinuncia del locatore agli aggiornamenti del canone per un periodo corrispondente a quello della prima annualità per il quale il locatore si è avvalso di tale regime. Pertanto, il locatore non può richiedere gli aggiornamenti del canone relativi alla seconda annualità.
Se la citazione di cui sopra è tratta dalla circ. 26 , la questione è altrettanto dibattuta.

@Nemesis aveva a suo tempo ribadito, credo proprio sulla base di tale citazione della circolare, che in sostanza dal momento che termina il periodo in cedolare, occorra attendere una annualità per maturare il diritto ad applicare l'adeguamento.
Ho avuto occasione di discuterne successivamente anche con @uva, la quale non concorda con tale interpretazione.

Di fatto in tutti i casi che ho letto, se la rinuncia alla cedolare viene comunicata prima della data in cui decorre la nuova annualità, nessuno obietta, e da quella annualità si calcola l'adeguamento.
Per secondo, le circolari sono documenti di prassi, tecnicamente "non vincolanti": e non è molto chiaro da dove discenda quella affermazione: la legge non indica sia necessario attendere questo anno di "maturazione", anche se una certa logica si potrebbe anche trovare.

In conclusione direi che stai intraprendendo un percorso che si regge in punto di diritto: magari otterrai ragione, ma prevedo un deterioramento dei rapporti col locatore, il quale non mi sembra uno scafato speculatore ferrato nella legislazione in essere: data di decorrenza errata, clausole contrattuali abbozzate, limite del 75% quando probabilmente potrebbe applicare l'intera rivalutazione ecc. non fanno pensare ad un soggetto che ti tira dietro il codice.
Ti consiglierei di guidarlo con discrezione e trovare un compromesso ragionevole.
 

uva

Membro Storico
Proprietario Casa
Secondo me per ricevere risposte attendibili @diego.m dovrebbe postare il suo contratto di locazione, oscurando i dati di locatore / conduttore / immobile / importo canone.

Senza leggerlo non si riesce a capire se è un 4 +4 o un 3 + 2 né ad interpretare la clausole relative all'adeguamento Istat e all'opzione per la cedolare secca.

per tutto il periodo della locazione non ci saranno aumenti ISTAT".
Mi pare un errore grossolano.
Probabilmente il locatore voleva dire per tutto il periodo dell'opzione non ci saranno aumenti ISTAT.
Che corrisponde a quanto prevede la legge.

Per come ha scritto, io interpreto che indipendentemente dall'opzione per la cedolare, per tutto il periodo della locazione (non è chiaro se solo il primo periodo contrattuale oppure anche gli eventuali rinnovi) il canone non verrà aumentato in base alla variazione Istat.
In tal caso ora non può cambiare idea e comunicare l'aumento al conduttore, salvo una variazione di quella clausola concordata tra le parti.
 

diego.m

Membro Junior
Conduttore
Sei sicuro che nel tuo contratto ci sia scritto soltanto ciò che hai riportato nel post #10?
Quella limitazione è obbligatoria nei contratti concordati, mentre normalmente in quelli liberi 4 + 4 ci si riferisce al 100% della variazione.
Si, non c'è alcun riferimento da altre parti a possibilità di variare il canone; probabilmente la clausola sembra strana perchè il contratto è stato scritto a quattro mani in un mese, facendo tira e molla sulle verie clausole, in un periodo di tassi zero e inflazione 0 o negativa.

Se hai stipulato il contratto due anni fa (quindi nel 2021) ad esempio il 1° gennaio 2021, il quadriennio scadrà il 31 dicembre 2024 (non a dicembre 2025).
Errore mio, avevo in testa la data del 1/01/2025 come limite ultimo - il contratto è un 4+4, la scadenza del primo quadriennio è il 31/12/2024 come da te indicato.
In conclusione direi che stai intraprendendo un percorso che si regge in punto di diritto: magari otterrai ragione, ma prevedo un deterioramento dei rapporti col locatore, il quale non mi sembra uno scafato speculatore ferrato nella legislazione in essere: data di decorrenza errata, clausole contrattuali abbozzate, limite del 75% quando probabilmente potrebbe applicare l'intera rivalutazione ecc. non fanno pensare ad un soggetto che ti tira dietro il codice.
Ti consiglierei di guidarlo con discrezione e trovare un compromesso ragionevole.
Il locatore ha già messo in vendita l'appartamento con me dentro, è mi ha già comunicato di non voler rinnovare alla scadenza del primo quadriennio; il rapporto è già in conclusione, vorrei evitare di dover pagare somme che, anche se in linea di principio, potrei evitare di pagare.
 

uva

Membro Storico
Proprietario Casa
l locatore ha già messo in vendita l'appartamento con me dentro, è mi ha già comunicato di non voler rinnovare alla scadenza del primo quadriennio;
Il locatore può disdire il contratto alla scadenza del primo quadriennio, osservando il preavviso di 6 mesi, soltanto nei casi espressamente elencati nell'art. 3, c. 1 l. 431/1998.

La motivazione addotta dal tuo locatore potrebbe essere la seguente:

quando il locatore intenda vendere l'immobile a terzi e non
abbia la proprieta' di altri immobili ad uso abitativo oltre a quello
eventualmente adibito a propria abitazione. In tal caso al conduttore
e' riconosciuto il diritto di prelazione,


Quando riceverai la raccomandata ar di disdetta leggi attentamente cosa ti scrive e controlla se è regolare.
 

diego.m

Membro Junior
Conduttore
Ciao, è arrivata la raccomandata, ma il locatore si appoggia al capo a), cioè esigenze abitative proprie ("prendere residenza come prima casa")- ora, io non constesto la sua volontà di riappropriarsi dell'immobile, ma quensto con contrasta con il fatto che la casa è attualmente ancora su annunci di vendita, con l'agente immobiliare che vuole avere le disponibilità per far visitare la casa?
 

uva

Membro Storico
Proprietario Casa
con contrasta con il fatto che la casa è attualmente ancora su annunci di vendita, con l'agente immobiliare che vuole avere le disponibilità per far visitare la casa?
Controlla se nel contratto di locazione vi è una clausola per la quale il conduttore è tenuto a consentire le visite della casa, previo appuntamento, in determinati giorni ed orari.
Se sì, tu non puoi impedire le visite.

Il proprietario dovrà dire all'agente immobiliare e ai potenziali acquirenti se al rogito la casa sarà venduta occupata dall'inquilino o libera da persone e cose.
E' molto probabile il secondo caso (libera), per cui gli sarà chiesto di dimostrare che il contratto di locazione è stato regolarmente disdettato.
Se la disdetta non è regolare il problema è suo, non tuo.

Non è chiaro se tu andresti via comunque entro il 31/12/2024 (scadenza del primo quadriennio) o se sei interessato all'acquisto di quella casa.

Se intendi andare via malgrado il proprietario ti abbia inviato una disdetta irregolare, potresti chiedergli una congrua buonuscita per lasciare la casa "libera da persone e cose" in modo da non ostacolargli la vendita.
 

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