Joe

Membro Attivo
Proprietario Casa
Nel 2001 acquistavo con mia moglie (50%) un terreno qualificato in base al PGT comunale: ATR8 (ambito di trasformazione riconfermato). L’Ambito costituisce parte del comprensorio destinato agli insediamenti produttivi ed è prevista dalla variante approvata del PGT la cessione gratuita delle aree da destinare a verde e parcheggio. La particolarità di quell’ATR è che oltre al sottoscritto vi sono altri nove proprietari e più di un tecnico hanno escluso una lottizzazione dato l’elevato numero di intestatari.

Nonostante ciò, ci siamo trovati a pagare prima l’ICI e poi l’IMU per 22 anni con un importo annuo che è lievitato secondo le aliquote stabilite da quel Comune e che tra un paio d’anni avrà raggiunto il valore di acquisto a rogito di quel terreno, senza la speranza di un realizzo del capitale investito.

Ciò premesso chiedo come è possibile arrivare ad una situazione che definirei kafkiana e se è fattibile un qualche intervento nei confronti del Comune.

Ringrazio per la consueta fattiva collaborazione.
 

Dimaraz

Membro Storico
Proprietario Casa
e se è fattibile un qualche intervento nei confronti del Comune.
Perché contro il Comune?
Mica sarà colpa sua se 9 legittimi proprietari hanno preferito pagare tasse piuttosto che sviluppare o vendere tali aree.
Magari hanno preferito piantarci tabacco!!!

"Vignetta" perché ci sono passato personalmente... non avevo comprato ma ereditato.

Nel mio caso il Sindaco ha attuato una persuasione (minacce di esproprio) che dopo 2 lustri ha convinto i riottosi (no comment sui risvolti e le storie nascoste).

ci siamo trovati a pagare prima l’ICI e poi l’IMU per 22 anni con un importo annuo che è lievitato secondo le aliquote stabilite da quel Comune e che tra un paio d’anni avrà raggiunto il valore di acquisto a rogito di quel terreno,
Allora lo hai pagato molto poco.
 

Gianco

Membro Storico
Professionista
Io ho sottomano una lottizzazione da oltre 50 anni con gli stessi problemi: precedentemente in molte delle particelle interessate erano di dimensioni tali che potevano prevedere la realizzazione di lotti a schiera con fabbricati unifamiliari in zona di completamento con indice di 3 mc/mq con estensione di circa 150, 200 mq. Il nuovo piano regolatore ha trasformato la zona urbanistica in zona di espansione, riducendo l'indice volumetrico e, soprattutto, imponendo lo studio di un piano di lottizzazione con la cessione delle aree per strade, verde e servizi, indici volumetrici decisamente inferiori e soprattutto con tutti gli oneri di urbanizzazione: strade, rete elettrica, telefonica, fognaria ed acquedotto a carico dei lottizzanti. Ho proceduto a realizzare tutto il frazionamento con tutti i tracciati, ma al momento di firmare la convenzione con il Comune, la contemporanea cessione delle aree a destinazione pubblica e la firma della fideiussione con l'impegno dei lottizzanti a dover eseguire tutte le opere a carico loro in circa due lustri, 10 anni, c'è stato un fuggi fuggi generale. Sul posto sono rimasti i soli picchetti che ho sistemato io!
 

griz

Membro Storico
Professionista
Succede una cosa simile a mia madre e fratelli: sono proprietari di un'area che per il PGT è produttiva ma l'utilizzo deve essere disciplinato da un PIP (piano per gli insediamenti produttivi) gestito dal comune stesso per soddisfare le richieste. Purtroppo con le varie crisi degli ultimi anni in zona ci sono molti fabbricati industriali/artigianali vuoti, ovviamente chi cerca un sito si rivolge all'esistente e l'esigenza di ampliare le zone già fabbricate è un'ipotesi remota.
Peccato che il comune chiede l'IMU su questi terreni come se il valore fosse liquidabile, fatto impossibile per quanto sopra. Dopo le proteste di tanti cittadini il comune ha minacciato di destinare di nuovo i terreni ad agricoli, la destinazione praticamente attuale, sembra che tutti siano stati d'accordo :)
 

Gianco

Membro Storico
Professionista
Nel mio paese c'è un'ampia zona industriale che ho tracciato e frazionato io. Inizialmente sono stati edificati il 30, 40% dopodiché è arrivata la crisi che ha congelato le attività insediabili. Siccome l'Amministrazione Comunale sulle aree ricadenti nella zona applica un'IMU di una certa consistenza, ha pensato bene di ampliare, quasi raddoppiare l'estensione delle aree dandole la stessa destinazione. I proprietari, teoricamente beneficiari i cui terreni da agricoli divenivano industriali, inizialmente hanno preso la notizia positivamente. Dopo essersi consultati con dei professionisti, si sono resi conto del rovescio della medagli. In sostanza la trasformazione paventata avrebbe portato notevoli incrementi della tassazione delle aree che da agricole divenivano industriali. Ma solo sulla carta, perché nella realtà l'unica cosa che li avrebbe penalizzati sarebbe stato l'incremento dell'IMU, giacché prima di urbanizzare la nuova porzione di Zona Industriale, avrebbero dovuto attendere che si completasse la prima Z.I., già dotata delle relative urbanizzazioni: strade, acquedotto, fognatura, rete elettrica con le relative cabine di trasformazione e rete telefonica. A quel punti il mal contento comune è prevalso e l'Amministrazione Comunale ha dovuto desistere.
 

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