Dimaraz

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ma la quota "locatizia" deve essere formalizzata da un contratto? oppure la si può pretendere a prescindere?

Il "contratto" va certamente redatto non appena si stabilisce un canone...e giocoforza se la sorella non vuole o può mantenere i fratelli (verso i quali non ha alcun obbligo) potrebbe chiedere l'affitto non appena le viene richiesto il pagamento di tutti gli altri oneri.

Ora non so il grado di disabilità e le eventuali facoltà lavorative e/o quanto percepiscano di pensione...ma la sorella potrebbe anche trovarsi nel dilemma di "disfarsi" della quota di proprietà.
 

basty

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In merito alle spese condominiali, credo occorra distinguere: quelle di gestione ordinaria (manutenzione ordinaria, riscaldamento, acqua,…) spettano ai conduttori o residenti; poi ci sono le cosiddette spese di proprietà (assicurazione stabile, amministrazione , interventi straordinari) che salvo Patti contrari spettano ai proprietari.
Imposte: spettano ai proprietari: a volte in casi come questi dove di fatto vige un comodato gratuito da parte della sorella, IMU della sorella dovrebbe essere rimborsata dai fratelli.
Quota locatizia: alla domanda se spetti solo se esiste un contratto, risponderei che è una domanda mal posta.
Chi gode del bene in esclusiva dovrebbe corrispondere al terzo comproprietario un terzo di ipotetico canone. Il contratto diventerebbe una conseguenza per regolarizzare l’aspettò fiscale (reddito x la sorella)
Nella situazione descritta la sorella non ha alcun beneficio da tale proprietà, ma solo spese: e nessun obbligo se non affettivo verso i fratelli. E non è noto se abbia possibilità economiche proprie tali da permettersi la beneficienza.

Forse sarà il caso di valutare una vendita e trasferimento in contesto meno oneroso
 
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