Salve,voglio postare questo problema che mi sta dando non pochi grattacapi.
Sto vendendo un appartamento regolarmente censito in Catasto,situato nel centro storico di Roma,abbiamo gia' fatto il preliminare in febbraio e bisognerebbe rogitare entro il 30 giugno.Sono sorti dei problemi con la Banca che dovrebbe erogare il mutuo all'acquirente.Il perito della banca ha effettuato un sopralluogo all'inizio di maggio e ha bloccato l'erogazione del mutuo in quanto la planimetria è difforme dallo stato attuale e pretende a sostegno della pratica,il certificato di abitabilita'(l'edificio è degli anni 30),oppure documento storico equipollente che dimostri che tale fabbricato fosse gia' adibito a civile abitazione,oppure la licenza edilizia.Da informazioni prese da notai,la casa è tecnicamente vendibile,perche' non solo è ante 67,ma addirittura è anteriore al 1934,per cui è un eccesso di cautela della banca,che tra l'altro ha in mano una planimetria del 1939 che ho gia' prodotto.
Dato per scontato che regolarizzero' la planimetria con una CILA,(io la casa la comperai con un mutuo e la mia banca non fece problemi di sorta sulla difformita' sicuramente sbagliando),volevo chiedere a qualche avvocato iscritto,o a qualche utente che abbia avuto gli stessi problemi, se ,nel caso la compravendita dovesse saltare,visto che a termini di legge per il notaio i documenti in mio possesso sono sufficienti,(e anche per una banca che ho interpellato)ci siano le premesse per chiedere il doppio della caparra confirmatoria o addirittura essere soggetto io di tale richiesta.Nel preliminare è gia' stato inserita la postilla che si è privi di certificato.
Per non esasperare le cose,sto incaricando un tecnico per le ricerche storiche,ma oltre ad essere una ulteriore spesa,c'e' la possibilita' che non si trovi nulla...e allora che succede?
Sto vendendo un appartamento regolarmente censito in Catasto,situato nel centro storico di Roma,abbiamo gia' fatto il preliminare in febbraio e bisognerebbe rogitare entro il 30 giugno.Sono sorti dei problemi con la Banca che dovrebbe erogare il mutuo all'acquirente.Il perito della banca ha effettuato un sopralluogo all'inizio di maggio e ha bloccato l'erogazione del mutuo in quanto la planimetria è difforme dallo stato attuale e pretende a sostegno della pratica,il certificato di abitabilita'(l'edificio è degli anni 30),oppure documento storico equipollente che dimostri che tale fabbricato fosse gia' adibito a civile abitazione,oppure la licenza edilizia.Da informazioni prese da notai,la casa è tecnicamente vendibile,perche' non solo è ante 67,ma addirittura è anteriore al 1934,per cui è un eccesso di cautela della banca,che tra l'altro ha in mano una planimetria del 1939 che ho gia' prodotto.
Dato per scontato che regolarizzero' la planimetria con una CILA,(io la casa la comperai con un mutuo e la mia banca non fece problemi di sorta sulla difformita' sicuramente sbagliando),volevo chiedere a qualche avvocato iscritto,o a qualche utente che abbia avuto gli stessi problemi, se ,nel caso la compravendita dovesse saltare,visto che a termini di legge per il notaio i documenti in mio possesso sono sufficienti,(e anche per una banca che ho interpellato)ci siano le premesse per chiedere il doppio della caparra confirmatoria o addirittura essere soggetto io di tale richiesta.Nel preliminare è gia' stato inserita la postilla che si è privi di certificato.
Per non esasperare le cose,sto incaricando un tecnico per le ricerche storiche,ma oltre ad essere una ulteriore spesa,c'e' la possibilita' che non si trovi nulla...e allora che succede?