alfredo50

Membro Ordinario
Proprietario Casa
Cari Amici,
un po' di tempo fa scrivevo di una diatriba con i miei coeredi per la vendita di due case ereditate dai nostri congiunti, una dai nostri genitori, l'altra da un fratello "rubatoci" troppo presto da una terribile malattia.
Una casa si trovava a Genova e fu poi venduta ad "estranei", costava troppo perchè la comprassi io e mia moglie.
L'altra, una piccola casa da ristrutturare, si trovava in Sicilia e per quest'ultima trovammo un accordo perchè piuttosto che venderla ad estranei la comprò mia moglie, ovviamenti gli cedetti la mia quota e a un prezzo accessibile per le nostre finanze riuscimo a comprarla.
Una casa distribuita tra 2 piani, con un grande vano per piano che era diviso in due in modo da sembrare due piccoli vani per piano con i relativi servizi per ogni piano, al primo piano un piccolo cucinino più wc, al secondo piano le due stanzette più solo wc, la casa originariamente quando fu acquistata da mio padre, negli anni '70, era divisa in due piani, aveva anche 2 accessi da due porte, due scale e due numeri civici diversi, il tutto ovviamente trascritto sul rogito.
L'acquisto da parte di mia moglie si perfezionò ad ottobre 2010, ovviamente la casa in Sicilia era una seconda casa che doveva servirci per trascorrere ogni tanto un periodo di riposo-vacanza, quindi potevamo andare un paio di volte all'anno, noi abitiamo a Milano.
All'inizio 2011 durante un soggiorno in Sicilia, iniziammo alcuni lavori di "manutenzione straordinaria".
Quì forse andrebbe fatto un passo indietro.
Mio padre morì nel 1991, lasciando sola mia madre a vivere in questa casa, mia madre faceva spesso dei viaggi a Genova e stava a volte per lunghi periodi da mio fratello single, quello successivamente morto nel 2009. Mia mamma in un periodo imprecisato intorno al 2000 aveva deciso di chiudere uno dei due accessi alla casa, o meglio aveva deciso di chiudere una delle due porte di ingresso all'appartamento per il tramite di due sbarre di ferro che aveva messo dietra a una porta, quella più vecchia ed in legno, mentra l'altra porta di ingresso era più recente ed era in ferro, ciò lo aveva fatto anche per rendere l'appartamento più sicuro nei periodi in cui l'abitava da sola. Mia madre ci lasciò a fine 2007 in uno dei lunghi periodi che ormai trascorreva con mio fratello a Genova.
Torniamo all'inizio 2011 ai lavori straordinari, facemmo ridipingere tutta la casa, rifatto nuovo il riscaldamento, dei lavori al tetto, l'impianto di condizionamento e messi infissi con doppi vetri e altri lavori vari.Poi abbiamo deciso mettere mano alla porta in legno quella fermata con i ferri da mia madre, quindi abbiamo cercato di accedere dal civico che solitamente non usavamo, ci siamo accorti che la nostra chiave non apriva e quindi abbiamo chiesto all'altra inquilina che abitava la casa a fianco e sopra la nostra di farci copia di una chiave, dal momento che loro avevano sostituito il cilindro, in realtà non ci eravamo accorti "solo" in quel momento che la nostra chiave non apriva, ma in uno dei precedenti viaggi, qualche mese prima e la nostra vicina con una scusa ci aveva liquidato, aveva detto che al momento aveva una sola chiave e che non riusciva a farci una copia.
La terza volta che abbiamo chiesto la chiave, la vicina ha ancora detto che "ne avremmo parlato più avanti", a quel punto avevamo già commissionato il lavoro di sostituzione della porta vecchia in legno, sostituendola con un nuovo portoncino in legno massiccio, quindi quando il portoncino è stato pronto lo abbiamo messo al posto della vecchia porta, contestualmente dal falegname abbiamo fatto sostituire il cilindro del portone esterno,(ovviamente consegnando in triplice copia chiave a loro) suscitando però grandissima ira della vicina che addirittura chiamava i Carabinieri facendoli correre da un paese vicino ove si trovavano "dicendo che dei ladri stavano entrando in casa sua", i Carabieri accorrevano e verificando la natura dell'intervento, dopo avere verificato tutta la documentazione, identificando tutti i presenti, provvedevano a richiamare la nostra vicina dicendo "che aveva procurato un allarme" e che in altra occasione avrebbe rischiato di essere denunciata. Per quanto poteva contare ci aveva detto che potevamo continuare con i nostri lavori e che era tutto regolare.
In realtà, per cercare di concludere almeno questa discussione, la signora ci ha denunciati per "spoglio del possesso" chiedendo al Tribunale per il tramite di un legale la reintegra nel possesso della scala. Da quanto fin quì abbiamo capito, pare che l'avremmo dovuta informare entro 12 mesi dalla data di acquisto della casa che avremmo voluto avvalerci dell'uso DELLA NOSTRA SCALA. Da quì abbiamo capito i movimenti dilatori che aveva tenuto quando avevamo chiesto copia della chiave, aveva premeditato tutto, voleva che trascorressero i 12 mesi, affinche non avessimo più diritto di usare una COSA CHE ERA NOSTRA.
Concludo, dopo tutta la fase istruttoria, testimonianze e varie uudienze il Giudice emette ordinanza che da ragione alla nostra vicina!!!!!!
Ha sbagliato causa il nostro avvocato (che non ha sposato una tesi che gli avevo sottoposto, la richiesta alla vicina della chiave), o abbiamo sbagliato tutto noi.
Capisco che la cosa pare complessa, ma non dovrebbe esserlo molto.
Chi ha voglia, tempo, e comprensione ci dica qualcosa.
Grazie Alfredo.
A disposizione per qualsiasi altra informazione.
 

Luigi Criscuolo

Membro Storico
Proprietario Casa
Non ho capito come fai ad affermare che la scala è tua se scrivi che
abbiamo chiesto all'altra inquilina che abitava la casa a fianco e sopra la nostra di farci copia di una chiave,
.
Comunque ad ogni buon conto se c'é una porta che regola l'accesso a due proprietà entrambi i proprietari hanno il diritto ad avere la chiave di detta porta.
Da quello che hai scritto sembrerebbe che la tua vicina ha cambiato il cilindro della serratura senza averti dato una copia della chiave, mentre tu, successivamente, hai cambiato a tua volta il cilindro e gli hai dato una copia della chiave. Francamente non sò tra voi due, che avete sbagliato entrambi, chi ha commesso per primo lo "spoglio di possesso".
Mi lascia perplesso il fatto che tu hai scritto che l'oggetto del possesso è la scala.
Forse la scala è di tua proprietà ma il tuo vicino gode di una servitù di passaggio?
Tutto il resto che hai scritto non serve ai fini di inquadrare l'oggetto del contendere.
Ma il tuo avvocato che tipo é?
 

chiacchia

Membro Storico
Proprietario Casa
Alfredo, la causa si è svolta in Sicilia? sicuramente, il tuo avvocato di dove è? chi ha più santi va in paradiso, oggi qualche giudice non ha vergogna di sentenziare anche contro il codice civile, valuta quanto ti costa rinunciare alla scala e quanto ti costerà continuare la causa con un giudizio non sicuro perchè nessuno ti garantisce che le leggi vengono applicate e non interpretate....esempio, il bicchiere è mezzo pieno o mezzo vuoto?:fiore:
 

alfredo50

Membro Ordinario
Proprietario Casa
Gentili Amici,
i miei genitori, prima di me avevano il POSSESSO di quella scala fin da quando hanno acquistato la casa nel 1978, ovviamente trascritta sul rogito, l'avevano in comune con altri che abitavano lo stesso vecchio palazzotto di 2 piani, all'epoca con tre "appartamenti", successivamente solo con noi e un'altra inquilina, che non era l'attuale proprietario con cui abbiamo avuto la causa, questi ultimi hanno acquistato solo nel 2007, anch'essi avevano nel rogito che la scala era in comune con altri, in questo caso noi. Però i loro genitori possedevano un basso che abitavano anche prima di noi,noi io e mia moglie nel 2010, (ad un altro numero civico) hanno "imbrogliato le carte" facendo credere che il basso e la casa oggetto di causa fossero la stessa casa, quindi inducendo il giudice a pensare,anche tramite una testimonianza "addomesticata" che in questa casa vi abitassero da 50 anni. Ovviamente cosa non vera, in quanto come detto in precedenza hanno acquistato solo nel 2007.Credo però che l'intervento dei legali, invece di semplificare abbia complicato le cose, cose che peraltro non è neppure facile spiegare in poche righe. Ma credo che la botta finale e il motivo che ha dato al giudice la possibilità di darci torto, sia stato il fatto che non abbiamo comunicato "ai vicini" entro 12 mesi dall'acquisto che intendevamo utilizzare la scala.
Credo comunque e purtroppo che queste siano cose legali, ma che i legali debbano anche sentire i clienti e non pensare che solo loro abbiano testa e codici per agire e scrivere e magari a volte fare perdere una causa.
Disponibile a qualsiasi ulteriore chiarimento.
Alfredo50
p.s.
Il fatto che la causa si sia svolta in Sicilia con Giudice Avvocati e tutto il resto siciliano, credo c'entrino poco, peraltro anche io sono siciliano e anche le persone contro cui abbiamo avuto la causa sono Siciliani, ma come noi vivono a Milano.
Purtroppo questa causa sta costandoci più di quanto pensavamo e forse siamo solo all'inizio, perchè ovviamente non abbiamo torto, ma lo dobbiamo dimostrare!
 

alfredo50

Membro Ordinario
Proprietario Casa
Gentile Rosario1955,
non capisco a cosa ti riferisci, achi ti rivolgi, e comunque non mi sembra un commento corretto a chiunque sia diretto.
Alfredo50
 

chiacchia

Membro Storico
Proprietario Casa
No ragazzi il commento l'ho fatto io ma non per offedere me ne guarderei bene, non sono, e penso nessuno è in grado di offendere una città, regione o contrada, l'apostrofare mio era un modo di dire come si usa ... il paese è del paesano.
Sperando di essermi chiarito e ritornando al problema, io penso che un tecnico, non un avvocato potrà andare al catasto e controllare ciò che è scritto sui i diritti ecc. delle varie proprietà ed è quello che conta, Verba volant scripta manent. una volta che ti sei accertato di quello che è scritto vai pure avanti perchè alla fine ti dovranno restituire anche i soldi spesi per le cause.

SICILIA ISOLA D' AMURI
"Venga a' li lidi tuoi fè d'opre alte e leggiadre, o isola del sole, o tu d'eroi Sicilia antica madre". (Giosuè Carducci)
 

Luigi Criscuolo

Membro Storico
Proprietario Casa
Finalmente, "chiane chiane", ti stai spiegando meglio. Sembra che la scala non sia tua ma bensì un bene in comunione con altri proprietari.
Nel contratto di compravendita del 1978 c'é allegata la planimetria da dove si possa evicere che l'immobile aveva due ingressi uno inferiore con un certo numero civico ed uno superiore con un altro numero civico? Probabilmente le due unità immobiliari, visto che avevano accesso da due civici differenti, avevano anche numeri catastali differenti.
La stessa cosa si può applicare ai tuoi vicini. Come hanno fatto ad imbrogliare le carte come dici tu? Se è vero quello che hai scritto il basso, o terraneo, avrà avuto un suo numero identificativo catastale. La casa quando è stata comprata, avrà avuto dei suoi riferimenti catastali. Nella redazione dell'atto, il notaio, deve indicare con minuzia di particolari l'oggetto della compravendita: numero di locali, pertinenze, servitù attive e passive ecc. ecc... e deve indicare i riferimenti catastali di ogni cosa.
Se è vero quello che tu scrivi, nell' atto di acquisto del 2007, il terraneo non dovrebbe comparire. Se compare allora vuol dire che le cose stanno diversamente da come dici.
In sostanza l'estratto storico catastale delle particelle sono lo spartito sul quale si suona la musica.

non abbiamo comunicato "ai vicini" entro 12 mesi dall'acquisto che intendevamo utilizzare la scala
Non sò a quale articolo del c.c. si riferisca il giudice, tuttavia credo che tu in qualsiasi momento possa decidere di riattivare un ingresso alla tua proprietà, che è stato dismesso per anni, l'importante è che compaia nella planimetria catastale.
Nel mio condominio, circa 60 annai fa, un condomino, a fronte dell'esproprio della cantina a lui destinata per farci l'impianto della centrale termica, ha avuto dal costruttore, quando l'edificio non era ancora terminato, una stanza che nel progetto era l'ingresso della casa del portiere. La stanza in oggetto si trovava proprio sotto all'appartamento destinato al condomino, il quale l'ha trasformata in sala hobby, chiudendo l'ingresso e costruendo una scala interna con il suo appartamento. A seguito di questa modifica l'ingresso della casa del portiere è stata ricavata in un'altra stanza. Dopo circa 40 anni in seguito al frazionamento dell'unità immobiliare del condomino "risarcito" (nel frattempo morto) l'erede ha aperto la porta nella medesima posizione indicata nel progetto giacente in comune. A nulla sono valse le rimostranze degli altri condomini; un condomino, sostenendo che non c'era mai stata una porta, si è esposto da solo facendo causa e l'ha persa.
 

alfredo50

Membro Ordinario
Proprietario Casa
Grazie Amici, FINALMENTE, si finalmente si comincia ad entrare nel merito.
Ovviamente, ho risposte a tutte le domande fatte e, a mille altre ancora.
Ripeto a volte gli avvocati complicano cose che sono discretamente semplici.
L'avvocato, il mio, ha fatto la visura catastale storica, solo dietro mia insistenza e sul finire della causa. Dalla visura storica risulta che l'appartamento posseduto ora della nostra controparte negli ultimi trenta anni ha avuto almeno tre proprietari diversi e solo dal 2007 in avanti è diventata proprietà della nostra controparte. Ricordo a tutti che mio padre aveva acquistato la nostra casa nel 1978. Chiarisco altresì un'altra cosa che ha procurato equivoci anche quì (su Propit), la nostra casa ha due ingressi uno al civico 24 l'altro al civico 28, quest'ultimo risulta di proprietà nostra in comune con altri fin dalla costruzione della casa stessa (1940), quindi anche da quelli che l'abitavano prima che mio padre la comprasse nel '78. Idem risulta scritto nel rogito di controparte che dividono l'uso della scala con altri - ricordo però che questi ultimi hanno comprato nel 2007. (e solo la confusione di avvocati che hanno incasinato e testi che hanno mentito, hanno fatto credere che il basso fosse tuttuno con il resto dei piani alti, mentre il basso era stanza a se, dei genitori della nostra controparte)
Quanto ai dante causa di controparte, cioè ai genitori della nostra controparte abitavano già il basso negli anni 70/80, RIPETO ABITAVANO IL BASSO CHE PERO' ERA IL CIVICO 26, che nulla aveva da spartire con il 28, oggetto della causa, tanto meno con il civico 24, che condividiamo con un'altra famiglia. In pratica NOI E SOLO NOI ABBIAMO DUE INGRESSI DAL 24 E DAL 28. OVVIAMENTE COME DA ROGITI!!
Quanto alla comunicazione che dovevamo dare a controparte entro un anno dal nostro acquisto dell'immobile per comunicare che avremmo utilizzato la scala (del civico 28) è prevista dall'articolo 1170 del c.c. (purtroppo), se non fosse tragico sarebbe da ridere. Noi ne avevamo la proprietà ininterrotta dal 1978, e altri che arrivano nel 2007 diventano più proprietari di noi, tanto da poterci escludere dall'uso della scala. DIMENTICAVO, NESSUNO DI TUTTI I CONVENUTI HA MAI MESSO IN DISCUSSIONE LA NOSTRA PROPRIETA', MA SI METTE IN DISCUSSIONE IL POSSESSO!!! (Da questo il titolo del quesito su Propit)
Ovviamente il rogito è con minuzia di tutti i particolari, come da me riportati, ovviamente anche il BASSO (civico 26) è stato da noi indagato e risulta altro accatastamento, altre particelle etc.
Spero caro amico Luigi, che "chiane chiane" si cominci a capire qualcosa, oppure che io riesca a spiegarvi meglio.
Distinti saluti a tutti e grazie per gli interventi che aspetto ancora numerosi per chiarire di più o meglio eventuali dubbi.
Se poi qualcuno ha voglia può, in privato scrivermi, posso telefonare o inviare mail.
 

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