Elisabetta48

Membro Senior
Da qualche tempo sono allergica all'uso del termine "ragazzo". Si legge e si sente "Un ragazzo di 35 anni...", "I ragazzi avevano tra i 30 e i 36 anni...". Per ora il massimo l'ho letto su un giornale a proposito di un incidente in moto: il "ragazzo" aveva 46 anni. A che età si diventa adesso uomini e donne? Si passa direttamente dall'essere ragazzi ad anziani?
 
J

JERRY48

Ospite
C'è differenza tra giornalisti e giornalisti ed il loro scrivere, linguaggio.
Qualcuno mi disse, verso i miei 16 anni: "ormai sei un uomo", condendo l'affermazione con un' espressione gergale che tralascio.
Comunque il senso era: sei in grado di farcela da solo. Fatta una semplice proporzione aritmetica, se si considera "ragazzo" una persona verso i 35/38 anni di età,
la nostra vita media "attesa" dovrebbe essere di circa 140 anni. Speriamo bene.:)
 

Elisabetta48

Membro Senior
Qualche giorno fa stavo per rispondere al "se qualcuno vi dicesse" di @jac0, poi ho rinunciato perchè era troppo banale. Gli avrei detto che 50 anni fa avevo scelto il mio uomo e che mi andava bene ancora solo lui. Si perchè lui era il mio uomo e io la sua donna. Avevamo "ormai", come dici tu, 18 e 16 anni. Forse noi esageravamo come percezione, ora si esagera nel verso opposto. E' vero, i giornalisti ci mettono del loro, però è un atteggiamento molto diffuso. Tempo fa in TV in una delle trasmissioni coi soliti "so tutto io" c'era un collegamento con L'Aquila nella sua devastazione. Un architetto di 35 anni proprio de L'Aquila ha esposto alcune delle sue idee e delle sue proposte, un bell'intervento. In studio, uno dei soloni presenti: "Come dice quel ragazzo..." Ma come? Un giovane professionista , che dà sensati pareri tecnici, è "un ragazzo?". Liquidato con quelle 4 parole? E' come dire che quello che viene dai trenta-quarantenni in fondo non ha molto valore: sono dei ragazzi... Ho sentito chiamare "ragazzo", e trattarlo con sufficienza, un politico emiliano di 39 anni, già con tre figli . A me da fastidio. (Veramente ha dato fastidio pure a lui, che ha dato una rispostaccia, e ha fatto bene)
 
J

JERRY48

Ospite
Si perchè lui era il mio uomo e io la sua donna. Avevamo "ormai", come dici tu, 18 e 16 anni.
Crescere e maturare nello stesso tempo insieme a colui o colei, fa nascere pensieri e sentimenti prima non conosciuti; si lascia sempre qualcuno (genitori) o qualcosa e si prova nostalgia, ma si imparano anche cose nuove e questo è molto gratificante. Si comincia ad avere un passato di ricordi, di cose da dimenticare, di bisogni, e di desideri. La nostra generazione era diversa da quella di oggi, abbiamo conosciuto la fanciullezza, la maturità e la responsabilità della famiglia da mantenere e nello stesso tempo da far crescere, maturare e responsabilizzare. Io penso che qualcosa sia cambiato "nell'oggi", troppa leggerezza, frenesia e alle prime difficoltà ci si lascia con facilità, sarà forse per questo che "si rimane ragazzi" e si abusi di questo termine, anche se a sproposito in certi frangenti.
 

Elisabetta48

Membro Senior
Forse avevamo solo fretta di buttarci nel futuro e ora tendono di più a prolungare il presente. Ma non voglio nè banalizzare nè generalizzare.
Comunque io in un diciottenne continuo a vedere un adulto, non sono cambiata...
 

Infradito

Membro Ordinario
Mi ricordo mia nonna che quando ho compiuto 10 anni mi ha detto che sarebbe stato l'ultimo regalo che mi faceva perchè ormai ero già diventato un uomo :shock:
Con il suo dire intendeva che ormai era passata l'età del gioco. Considerate che era nata negli anni '10 e mia madre, sua figlia, era andata a lavorare in fabbrica appena adolescente. Altri tempi.

...poi è arrivato il detto che gli uomini son tutti bambini e allora adesso si diventa ragazzi giusto a 45 anni...:sorrisone:
 

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