Salve a tutti,
vi scrivo in un momento di sconforto dopo l'ennesima lite familiare per chiedere consigli e aiuto....
Versione breve:
In questi anni, i miei genitori hanno acquistato e intestato a me un piccolo appartamentino (Appartamento X) e in secondo momento 1/3 di un'altro appartamentino (Appartamento Y), il tutto con il consenso dei miei fratelli.
Appartamento X:
Nell'atto notarile non è stato indicato che l'immobile è stato pagato con i soldi dei miei genitori però gli assegni che appaiono nel rogito sono stati emessi dal conto corrente di mio padre (che è in comunione di beni) e quindi portano la sua firma.
Domande:
1) L'immobile appartiene a me o a mio padre?
2) Mio padre può accampare diritti e togliermi l'appartamento?
Appartamento Y:
Nel rogito è stato inserito che l'immobile è stato acquistato con i soldi dei miei genitori e gli assegni riportati sono stati emessi da un conto corrente dei miei genitori (alcuni firmati da mia madre altri firmati da mio padre). In seguito io e le mie sorelle siamo state costrette da nostro padre (mia madre non era d'accordo ma deve sottostare alla volontà del marito o sono guai) a fare una procura irrevocabile a nome dei miei genitori che possono affittare, vendere o intestarsi l'immobile a se stessi.
Domande:
1) Possiamo richiedere (io e mia madre, le mie sorelle hanno troppo paura) l'annullamento della procura sulla base di violenza e minaccia psicologica?
2) In caso non fosse possibile annullare la procura, essendo mia madre beneficiaria della procura può obbligare mio padre a vendere l'immobile per ottenere la metà del ricavato?
Versione lunga:
Io sono nata con vari problemi di salute e non sono al 100% autosufficiente ma non raggiungo una percentuale d'invalidità tale per richiedere l'invalidità civile e/o una pensione, inoltre, non ho praticamente mai lavorato in vita mia se si escludono piccoli lavori sottopagati di segreteria o come operatrice di call center (posso fare solo lavori di concetto perchè ho problemi motori che m'impediscono di stare in piedi a lungo).
Circa 20 anni fa, ho trasferito la mia residenza in un comune del nord Italia, sia per essere vicina al centro ospedaliero dove sono in cura e presso il quale ricevo assistenza sanitaria e farmacologica, sia per gettarmi il passato alle spalle e scappare da una piccola città del sud arretrata e dalla mentalità gretta e pettegola.
Insieme a me si è trasferita una delle mie sorelle perchè io avevo bisogno dell'aiuto di qualcuno. In seguito si è trasferita anche il resto della mia famiglia. Purtroppo mio padre e mio fratello non sono riusciti ad ambientarsi e sono ritornati giù, costringendo mia madre parte dell'anno con noi figlie e il resto con il marito e l'altro figlio.
Qualche anno fa, i miei genitori con il consenso degli altri miei fratelli, mi hanno acquistato e intestato un piccolo appartamento (Appartamento X) nel quale dovevamo convivere io e le mie sorelle in modo da avere almeno un'aiuto in caso di bisogno e per le piccole cose della vita quotidiana. Purtroppo le mie sorelle (tutte e due single e con un lavoro) hanno ritirato la loro disponibilità nello starmi vicino adducendo come scusa che non sono una loro responsabilità. I miei genitori, nella speranza di accontentare l'indipendenza delle mie due sorelle ma allo stesso tempo di non lasciarmi completamente sola, hanno acquistato l'appartamentino di fianco al mio appartamentino (Appartamento Y) intestandolo a noi tre figlie (ognuna è proprietaria di un terzo). Come al solito, le mie sorelle hanno ritirato la parola data e sono andate a vivere insieme in un'appartamento in affitto.
I miei genitori che vivono in una regione del Sud Italia sono stati costretti a fare da pendolari per non lasciarmi sola. In pratica vivono con me durante i mesi invernali e ritornano giù nei mesi estivi.
Circa un'anno la mia salute è peggiorata e mia madre non se la sente di lasciarmi da sola, mio padre invece non riesce ad ambientarsi pretende che mia madre stia con lui e vorrebbe lasciarmi a cavarmela da sola perché è convinto che le mie sorelle mi aiuteranno, ma loro a parole si rendono disponibili mentre nei fatti no. In realtà mio padre si è creato questa convinzione per giustificare il suo abbandono e imbavagliare la sua coscienza.
Sentendomi tremendamente in colpa ho chiesto a mia madre di ritornare giù con mio padre e che io me la sarei cavata in qualche modo. Mia madre (che da un anno ha trasferito la residenza da me) non vuole sentire ragioni e ha detto a mio padre che se vuole abbandonare figlia e moglie, ritorni pure al sud e chieda il divorzio.
In pratica siamo finiti ai ferri corti e mio padre, abituato a comandare tutti noi come se fosse un dittatore usando minacce e violenza soprattutto psicologica (anche se ha passato il confine della violenza fisica non poche volte), minaccia me e mia madre di togliermi la casa intestata a me. Ho chiesto gentilmente a mio padre di ritornare giù a casa sua per evitare dispiaceri a mia madre (che soffre di diabete) almeno finchè non si plachino gli animi ma lui non se ne vuole andare e io non so come fare. Sono così disperata che vorrei chiamare i carabinieri ma non vorrei che si sfiorasse la tragedia. Inizio ad avere paura di mio padre e non so come difendere me e mia madre da questo uomo che io amavo con tutta me stessa e che si è trasformato in un violento aguzzino!
Per lungo periodo ho dato la colpa a me stessa per essere nata con tutte queste malattie, ci sono stati periodi in cui ho pensato di chiudere definitivamente questo destino avverso ma mi ha fermato il pensiero di dare un dolore cosi grande a mia madre. Lei è l'unica persona della mia famiglia ad amarmi con tutto il cuore e a non farmi mai sentire in colpa. Il resto della mia famiglia, se coscientemente o meno non l'ho capito, mi spinge con le parole a uscire, in un modo o nell'altro, dalle loro vite.
Sono stanca ma ho deciso di reagire e di difendere me stessa e mia madre da questi miserabili senza cuore.
Vorrei capire i diritti miei e di mia madre.
Ecco le mie domande:
Appartamento X:
Nell'atto notarile non è stato indicato che l'immobile è stato pagato con i soldi dei miei genitori però gli assegni che appaiono nel rogito sono stati emessi dal conto corrente di mio padre (che è in comunione di beni) e quindi portano la sua firma.
Domande:
1) L'immobile appartiene a me o a mio padre?
2) Mio padre può accampare diritti e togliermi l'appartamento?
Appartamento Y:
Nel rogito è stato inserito che l'immobile è stato acquistato con i soldi dei miei genitori e gli assegni riportati sono stati emessi da un conto corrente dei miei genitori (alcuni firmati da mia madre altri firmati da mio padre). In seguito io e le mie sorelle siamo state costrette da nostro padre (mia madre non era d'accordo ma deve sottostare alla volontà del marito o sono guai) a fare una procura irrevocabile a nome dei miei genitori che possono affittare, vendere o intestarsi l'immobile a se stessi.
Domande:
1) Possiamo richiedere (io e mia madre, le mie sorelle hanno troppo paura) l'annullamento della procura sulla base di violenza e minaccia psicologica?
2) In caso non fosse possibile annullare la procura, essendo mia madre beneficiaria della procura può obbligare mio padre a vendere l'immobile per ottenere la metà del ricavato?
Chiedo scusa per essere stata troppo prolissa e grazie per l'attenzione e la pazienza dedicatami.
vi scrivo in un momento di sconforto dopo l'ennesima lite familiare per chiedere consigli e aiuto....
Versione breve:
In questi anni, i miei genitori hanno acquistato e intestato a me un piccolo appartamentino (Appartamento X) e in secondo momento 1/3 di un'altro appartamentino (Appartamento Y), il tutto con il consenso dei miei fratelli.
Appartamento X:
Nell'atto notarile non è stato indicato che l'immobile è stato pagato con i soldi dei miei genitori però gli assegni che appaiono nel rogito sono stati emessi dal conto corrente di mio padre (che è in comunione di beni) e quindi portano la sua firma.
Domande:
1) L'immobile appartiene a me o a mio padre?
2) Mio padre può accampare diritti e togliermi l'appartamento?
Appartamento Y:
Nel rogito è stato inserito che l'immobile è stato acquistato con i soldi dei miei genitori e gli assegni riportati sono stati emessi da un conto corrente dei miei genitori (alcuni firmati da mia madre altri firmati da mio padre). In seguito io e le mie sorelle siamo state costrette da nostro padre (mia madre non era d'accordo ma deve sottostare alla volontà del marito o sono guai) a fare una procura irrevocabile a nome dei miei genitori che possono affittare, vendere o intestarsi l'immobile a se stessi.
Domande:
1) Possiamo richiedere (io e mia madre, le mie sorelle hanno troppo paura) l'annullamento della procura sulla base di violenza e minaccia psicologica?
2) In caso non fosse possibile annullare la procura, essendo mia madre beneficiaria della procura può obbligare mio padre a vendere l'immobile per ottenere la metà del ricavato?
Versione lunga:
Io sono nata con vari problemi di salute e non sono al 100% autosufficiente ma non raggiungo una percentuale d'invalidità tale per richiedere l'invalidità civile e/o una pensione, inoltre, non ho praticamente mai lavorato in vita mia se si escludono piccoli lavori sottopagati di segreteria o come operatrice di call center (posso fare solo lavori di concetto perchè ho problemi motori che m'impediscono di stare in piedi a lungo).
Circa 20 anni fa, ho trasferito la mia residenza in un comune del nord Italia, sia per essere vicina al centro ospedaliero dove sono in cura e presso il quale ricevo assistenza sanitaria e farmacologica, sia per gettarmi il passato alle spalle e scappare da una piccola città del sud arretrata e dalla mentalità gretta e pettegola.
Insieme a me si è trasferita una delle mie sorelle perchè io avevo bisogno dell'aiuto di qualcuno. In seguito si è trasferita anche il resto della mia famiglia. Purtroppo mio padre e mio fratello non sono riusciti ad ambientarsi e sono ritornati giù, costringendo mia madre parte dell'anno con noi figlie e il resto con il marito e l'altro figlio.
Qualche anno fa, i miei genitori con il consenso degli altri miei fratelli, mi hanno acquistato e intestato un piccolo appartamento (Appartamento X) nel quale dovevamo convivere io e le mie sorelle in modo da avere almeno un'aiuto in caso di bisogno e per le piccole cose della vita quotidiana. Purtroppo le mie sorelle (tutte e due single e con un lavoro) hanno ritirato la loro disponibilità nello starmi vicino adducendo come scusa che non sono una loro responsabilità. I miei genitori, nella speranza di accontentare l'indipendenza delle mie due sorelle ma allo stesso tempo di non lasciarmi completamente sola, hanno acquistato l'appartamentino di fianco al mio appartamentino (Appartamento Y) intestandolo a noi tre figlie (ognuna è proprietaria di un terzo). Come al solito, le mie sorelle hanno ritirato la parola data e sono andate a vivere insieme in un'appartamento in affitto.
I miei genitori che vivono in una regione del Sud Italia sono stati costretti a fare da pendolari per non lasciarmi sola. In pratica vivono con me durante i mesi invernali e ritornano giù nei mesi estivi.
Circa un'anno la mia salute è peggiorata e mia madre non se la sente di lasciarmi da sola, mio padre invece non riesce ad ambientarsi pretende che mia madre stia con lui e vorrebbe lasciarmi a cavarmela da sola perché è convinto che le mie sorelle mi aiuteranno, ma loro a parole si rendono disponibili mentre nei fatti no. In realtà mio padre si è creato questa convinzione per giustificare il suo abbandono e imbavagliare la sua coscienza.
Sentendomi tremendamente in colpa ho chiesto a mia madre di ritornare giù con mio padre e che io me la sarei cavata in qualche modo. Mia madre (che da un anno ha trasferito la residenza da me) non vuole sentire ragioni e ha detto a mio padre che se vuole abbandonare figlia e moglie, ritorni pure al sud e chieda il divorzio.
In pratica siamo finiti ai ferri corti e mio padre, abituato a comandare tutti noi come se fosse un dittatore usando minacce e violenza soprattutto psicologica (anche se ha passato il confine della violenza fisica non poche volte), minaccia me e mia madre di togliermi la casa intestata a me. Ho chiesto gentilmente a mio padre di ritornare giù a casa sua per evitare dispiaceri a mia madre (che soffre di diabete) almeno finchè non si plachino gli animi ma lui non se ne vuole andare e io non so come fare. Sono così disperata che vorrei chiamare i carabinieri ma non vorrei che si sfiorasse la tragedia. Inizio ad avere paura di mio padre e non so come difendere me e mia madre da questo uomo che io amavo con tutta me stessa e che si è trasformato in un violento aguzzino!
Per lungo periodo ho dato la colpa a me stessa per essere nata con tutte queste malattie, ci sono stati periodi in cui ho pensato di chiudere definitivamente questo destino avverso ma mi ha fermato il pensiero di dare un dolore cosi grande a mia madre. Lei è l'unica persona della mia famiglia ad amarmi con tutto il cuore e a non farmi mai sentire in colpa. Il resto della mia famiglia, se coscientemente o meno non l'ho capito, mi spinge con le parole a uscire, in un modo o nell'altro, dalle loro vite.
Sono stanca ma ho deciso di reagire e di difendere me stessa e mia madre da questi miserabili senza cuore.
Vorrei capire i diritti miei e di mia madre.
Ecco le mie domande:
Appartamento X:
Nell'atto notarile non è stato indicato che l'immobile è stato pagato con i soldi dei miei genitori però gli assegni che appaiono nel rogito sono stati emessi dal conto corrente di mio padre (che è in comunione di beni) e quindi portano la sua firma.
Domande:
1) L'immobile appartiene a me o a mio padre?
2) Mio padre può accampare diritti e togliermi l'appartamento?
Appartamento Y:
Nel rogito è stato inserito che l'immobile è stato acquistato con i soldi dei miei genitori e gli assegni riportati sono stati emessi da un conto corrente dei miei genitori (alcuni firmati da mia madre altri firmati da mio padre). In seguito io e le mie sorelle siamo state costrette da nostro padre (mia madre non era d'accordo ma deve sottostare alla volontà del marito o sono guai) a fare una procura irrevocabile a nome dei miei genitori che possono affittare, vendere o intestarsi l'immobile a se stessi.
Domande:
1) Possiamo richiedere (io e mia madre, le mie sorelle hanno troppo paura) l'annullamento della procura sulla base di violenza e minaccia psicologica?
2) In caso non fosse possibile annullare la procura, essendo mia madre beneficiaria della procura può obbligare mio padre a vendere l'immobile per ottenere la metà del ricavato?
Chiedo scusa per essere stata troppo prolissa e grazie per l'attenzione e la pazienza dedicatami.