Ennio Alessandro Rossi

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Acquisto usufrutto di un immobile ristrutturato
immobili-ristrutturati-finanziaria-2009.jpg

Domanda
Ho acquistato da un'impresa di costruzione l’usufrutto su un immobile ristrutturato, mia figlia la nuda proprietà. Le fatture di vendita sono intestate a entrambi, ma il pagamento l’ho effettuato io. Come ripartire la detrazione?

Risposta
Nel caso di interventi di restauro e risanamento conservativo e di ristrutturazione edilizia riguardanti interi fabbricati da imprese di costruzione o ristrutturazione immobiliare e da cooperative edilizie, che provvedono alla successiva alienazione o assegnazione dell'immobile, è prevista, a favore dell'acquirente o assegnatario delle singole unità immobiliari, la detrazione IRPEF del 36% del valore degli interventi eseguiti (del 50% per le spese sostenute dal 26 giugno 2012 al 31 dicembre 2014), che si assume pari al 25% del prezzo dell’unità immobiliare risultante nell'atto pubblico di compravendita o di assegnazione e, comunque, entro l'importo massimo di 48mila euro ovvero di 96mila euro, per le spese sostenute dal 26 giugno 2012 al 31 dicembre 2014. Anche l'acquisto di un diritto reale di godimento, come l’usufrutto, rientra nell'ambito applicativo della disposizione. La detrazione d'imposta deve essere riconosciuta, qualora la relativa spesa sia stata effettivamente sostenuta entro i limiti dell'importo fatturato, in relazione al valore dei diritti acquistati dai singoli contribuenti quali risultano dall'atto di compravendita o di assegnazione del diritto immobiliare. Pertanto, il genitore acquirente del diritto di usufrutto sull'immobile che ha sostenuto interamente la spesa per l'acquisto dello stesso, ha diritto di beneficiare della detrazione IRPEF, avendo a riferimento la spesa riferibile all'acquisto del proprio diritto. Non può invece essere riconosciuta la detrazione ai familiari del contribuente che non hanno sostenuto la spesa. Infatti, secondo i principi generali che regolano i meccanismi della detrazione per oneri, il contribuente, per averne diritto, deve avere effettivamente sostenuto la spesa e questa deve essere rimasta a suo carico (risoluzione 1/E del 2007).

risponde
Gianfranco Mingione 30 luglio 2017 (da rivista agenzia delle entrate )
 

quiproquo

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@ennioalessandrorossi. Questo formalismo cavilloso specie nel fiscale è una delle tante storture legislative. Per aggirarlo ( questo Stato con queste MODALITA' di Leggi meriterebbe questo ed altro...) il padre avrebbe dovuto dare (prestare...regalare...donare ) i soldi alla figlia
in tutti i modi possibili (contanti frazionati...assegni...bonifici...). Al rogito la figlia avrebbe versato il suo importo con assegno circolare, idem il padre. E' un puro formalismo dovuto ad un giro in più o in meno sulla sostanza che è: " Con determinati requisiti fino a questo totale di spesa su "quello" immobile, il contribuente può detrarre queste percentuali". La sostanza è questa e da dove arrivi il versamento allo STATO-fisco non dovrebbe proprio interessare...Ma siccome non può perdere il vizio di riprendersi in qualche modo quello che ha concesso con una mano, allora ciecamente e avidamente fa diventare sostanza la più banale delle formalità costringendo il contribuente a giri e raggiri leciti o illeciti. Come non mandarlo a fare nel c...o??? La trivialità,come sfogo, ogni tanto ci vuole perchè con i duetti e i minuetti il Principe si sollazzava nel 700...ora siamo nel 2000 avanzato e ogni uomo pubblico si sente un principe meritevole di TUTTO... mentre non è altro che un affabulatore pronto ad ingannare il popolo...e quindi meritevole di tutte le ingurie che quotidianamente gli vengono formulate dai sudditi. E QPQ non si sottrae e invita i propisti a fare (ogni tanto) altrettanto. Per chiudere sul tema mi fa impressione che un personaggio erudito e informato come il postante sia caduto nel "tranello" legislativo. Mi viene il dubbio che sia un diversivo tanto per vederne l'effetto reattivo. Mi attendo sonori fischi. Anch'essi sempre graditi specie se "infrecciati". qpq.
 

arciera

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Ricordiamoci tutti che un genitore, checche' chiunque ne dica qui nel forum, puo' regalare ai figli quel che vuole senza che lo stato possa dire e chiedere nulla. Fino alla quota di un milione di euro il genitore puo', ' tramite pagamento tracciato perché il beneficiario possa mostrarne la provenienza, donare, regalare e prestare la somma ai figli e versarla liberamente senza dover dire nulla a nessuno. Potete portare qualsiasi articolo di legge, le cose stanno così. Già fatto: ed il mio onesto notaio mi ha detto che il suo intervento non era necessario. Salvo se con questi soldi si acquisti una casa allora vi sono ulteriori duecento euro per la trascrizione della somma donata. Solo altre duecento euro.
 

essezeta67

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Il post di Rossi è la risposta che il fisco ha dato ad un contribuente che ha fatto la domanda....non capisco il lungo commento di qpq e tutti i giri e rigiri di denaro a nome della figlia...
se la figlia non avesse reddito (per cui il padre paga tutta la quota al 100%) che se farebbe quest'ultima delle agevolazioni fiscali sulle ristrutturazioni????? Meglio che le abbia tutte il padre..
 

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quiproquo

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Il post di Rossi è la risposta che il fisco ha dato ad un contribuente che ha fatto la domanda....non capisco il lungo commento di qpq e tutti i giri e rigiri di denaro a nome della figlia...
se la figlia non avesse reddito (per cui il padre paga tutta la quota al 100%) che se farebbe quest'ultima delle agevolazioni fiscali sulle ristrutturazioni????? Meglio che le abbia tutte il padre..
Essezeta non sappiamo se la figlia abbia un reddito oppure no.
Il mio intervento supponeva di sì. Credo confermato dal silenzio di AlbertoRossi. E in tal caso il percorso indicato era il più conveniente. Tra l'altro attuato da me nel 1991 con la mia prima figlia. Sono poi solo opinioni. Grazie per il riscontro. QPQ.
 

Daniele 78

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Che io sappia correggetemi se sbaglio, tutte le volte che c'è una detrazione fiscale (facciamo l'esempio della piccola ristrutturazione di 50.000€) al 50% significa che lo stato restituisce alle persone che ne hanno richiesto 2.500€ di tasse all'anno per i prossimi 10 anni, bisogna verificare la capienza fiscale dei singoli.
Voglio dire se la capienza fiscale fosse di 4.000€ annui va bene ne scali 2.500 e paghi solo 1.500€ annui di imposte per i prossimi 10 anni.
Se la capienza fosse più bassa dei 2.500€ (ad esempio 2.000€) lo Stato non va a debito con te di 500€ ma al massimo te ne versa 2.000€...infatti la detrazione data al singolo non supera mai la capienza fiscale effettiva e la parte rimanente viene persa. Ecco il perchè occorre essere un pò Commercialisti oltre che Geometri (nel mio caso) per valutare la capienza del singolo e dargli delle dritte per non perdersi neanche un centesimo di detrazione fiscale.
 

quiproquo

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Che io sappia correggetemi se sbaglio, tutte le volte che c'è una detrazione fiscale (facciamo l'esempio della piccola ristrutturazione di 50.000€) al 50% significa che lo stato restituisce alle persone che ne hanno richiesto 2.500€ di tasse all'anno per i prossimi 10 anni, bisogna verificare la capienza fiscale dei singoli.
Voglio dire se la capienza fiscale fosse di 4.000€ annui va bene ne scali 2.500 e paghi solo 1.500€ annui di imposte per i prossimi 10 anni.
Se la capienza fosse più bassa dei 2.500€ (ad esempio 2.000€) lo Stato non va a debito con te di 500€ ma al massimo te ne versa 2.000€...infatti la detrazione data al singolo non supera mai la capienza fiscale effettiva e la parte rimanente viene persa. Ecco il perchè occorre essere un pò Commercialisti oltre che Geometri (nel mio caso) per valutare la capienza del singolo e dargli delle dritte per non perdersi neanche un centesimo di detrazione fiscale.
Se è così, è un'altra delle tante storture legislative che man mano scopriamo insieme. In questo caso produce anche una iniquità fra cittadini contribuenti. Quello con un maggior reddito riesce a recuperare il 100% della detrazione, quello con uno minore l'80%
con una perdita del 20% pari a 5.000 euro. Quel Legislatore storpiatore avrebbe dovuto semplicemente aggiungere:
"Il termine di anni 10, se necessario, sarà prorogato fino al raggiungimento del totale detrattivo." O altra terminologia affine.
Per una volta: tutti d'accordo???????????? spero di sì. qpq.
 

Daniele 78

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Se è così, è un'altra delle tante storture legislative che man mano scopriamo insieme. In questo caso produce anche una iniquità fra cittadini contribuenti. Quello con un maggior reddito riesce a recuperare il 100% della detrazione, quello con uno minore l'80%
con una perdita del 20% pari a 5.000 euro. Quel Legislatore storpiatore avrebbe dovuto semplicemente aggiungere:
"Il termine di anni 10, se necessario, sarà prorogato fino al raggiungimento del totale detrattivo." O altra terminologia affine.
Per una volta: tutti d'accordo???????????? spero di sì. qpq.
Ma infatti quando ci sono questi casi cerchi di coinvolgere genitori e figli, dove i primi magari sono usufruttuari e i secondi nudi proprietari dell'immobile oppure ci sono 2 o più cointestati dello stesso immobile . A quel punto puoi proporre a loro di ripartire in parti uguali o meno (a seconda della capienza fiscale di ognuno) le fatture di ristrutturazione per le detrazioni in modo da sfruttare il totale la somma che l'Agenzia restituisce pr l'investimento realizzato. Noi ultimamente operiamo così. Voglio dire se la somma che restituisce è 2500€, il figlio fosse capiente solo per 1000€ se c'è anche il padre prendi anche lui ad esempio per 1500€ e fai delle fatture a più intestati in modo da sfruttare il limite incentiva bile a testa dei due.
 

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