Certificatore

Membro Attivo
Professionista
Ciao, trovo corretta la tua domanda, purtroppo noi che progettiamo ci troviamo a doverci confrontare come prima istanza con le norme vigenti, in particolare con il codice civile e molto spesso con il paesaggistico o con i beni architettonici...
Ciò comporta che nella normale fase di progettazione si dovrebbe fare, in prima istanza, l'analisi dell'intorno (ma ciò come ben saprai non è così)...
Una volta realizzato l'immobile la facciata prende una sua determinata importanza e pertanto da quel momento bisogna evitare che la stessa venga deturpata o modificata se non appositamente autorizzata da apposita commissione edilizia o paesaggistica, o ... l'importanza della facciata prende il nome di assetto morfologico della struttura o facciata e pertanto deve essere preservato; tutto ciò lo si trova nelle leggi urbanistico edilizie e nel codice civile. Ecco cosa dobbiamo fare in fase di progettazione.
Certamente nel caso in esame, che hai esposto, trattandosi di una canna fumaria collettiva posta sulla facciata, ciò porta ad ipotizzare che le canne esistenti incassate hanno seri problemi, la protezione del decoro architettonico è dovuto perchè va a modificare la "morfologia" facciata.
Comunque @Luigi Criscuolo, non sono soltanto le sentenze o il codice civile a metterlo come premessa, ma anche ed in particolare le pratiche edilizie in particolare quelle soggette al paesaggistico ed ai beni architettonici.:)
 
J

JERRY48

Ospite
ma anche ed in particolare le pratiche edilizie in particolare quelle soggette al paesaggistico ed ai beni architettonici.
Guarda che obbrobrio a Cagliari in via Roma, seconda foto a destra:
Palazzo_Civico_Via_Roma_d0.jpg

viaroma.jpg
 

Daniele 78

Membro Storico
Professionista
Ciao, trovo corretta la tua domanda, purtroppo noi che progettiamo ci troviamo a doverci confrontare come prima istanza con le norme vigenti, in particolare con il codice civile e molto spesso con il paesaggistico o con i beni architettonici...
Ciò comporta che nella normale fase di progettazione si dovrebbe fare, in prima istanza, l'analisi dell'intorno (ma ciò come ben saprai non è così)...
Una volta realizzato l'immobile la facciata prende una sua determinata importanza e pertanto da quel momento bisogna evitare che la stessa venga deturpata o modificata se non appositamente autorizzata da apposita commissione edilizia o paesaggistica, o ... l'importanza della facciata prende il nome di assetto morfologico della struttura o facciata e pertanto deve essere preservato; tutto ciò lo si trova nelle leggi urbanistico edilizie e nel codice civile. Ecco cosa dobbiamo fare in fase di progettazione.
Certamente nel caso in esame, che hai esposto, trattandosi di una canna fumaria collettiva posta sulla facciata, ciò porta ad ipotizzare che le canne esistenti incassate hanno seri problemi, la protezione del decoro architettonico è dovuto perchè va a modificare la "morfologia" facciata.
Comunque @Luigi Criscuolo, non sono soltanto le sentenze o il codice civile a metterlo come premessa, ma anche ed in particolare le pratiche edilizie in particolare quelle soggette al paesaggistico ed ai beni architettonici.:)
Ma anche un autorizzazione edilizia non può impedire degli scempi.
La mia domanda: è sufficiente realizzare un edificio con caratteri tipologici della zona (ad esempio il tetto "a capanna" o "a padiglione") in zone come la mia o tetti piani al Sud, con i materiali tipici delle zone , per dire che hai rispettato il decoro architettonico del Comune oppure c'è altro???

Perchè se ben guardiamo le norme comunali più che specificare le pendenze dei tetti o le tipologie degli stessi e materiali tipologici (molto generici) di costruzione (che ormai trovi dappertutto) difficilmente puoi dire cosa rispetta il decoro pubblico e cosa no. Gusti personali sicuramente, ma nulla di oggettivo che viola le impostazioni messe nero su bianco dalle norme comunali.
 

CAFElab

Membro Attivo
Professionista
è sufficiente realizzare un edificio con caratteri tipologici della zona (ad esempio il tetto "a capanna" o "a padiglione") in zone come la mia o tetti piani al Sud, con i materiali tipici delle zone , per dire che hai rispettato il decoro architettonico del Comune oppure c'è altro???

Direi che dallo stato pietoso dei paesaggi delle nostre periferie la risposta sia un deciso NO.

E questo dipende in prima istanza dalla formazione del progettista, da noi possono progettare un pò tutti, agronomi, periti vari, geometri, ingegneri di qualunque specializzazione, architetti, le varie formule strane junior e chiunque passa di qua.

Quanti di questi professionisti hanno la formazione necessaria che vada oltre la capacità di rispettare 4 standard urbanistici?
Quante facoltà universitarie e scuole hanno corsi di storia dell'architettura e di storia dell'arte che sono il minimo necessario per progettare utilizzando elementi costruttivi con un minimo di criterio?

difficilmente puoi dire cosa rispetta il decoro pubblico e cosa no. Gusti personali sicuramente, ma nulla di oggettivo che viola le impostazioni messe nero su bianco dalle norme comunali.

Mah, accanto a una villa che stiamo costruendo è sorto un villaggio di case a schiera, i caratteri tipologici sono rispettati, tetto a falda, altezze, materiali... però il risultato è un buffo stile mediterraneo/farwest con portici a capriata a sbalzo, non so nenache come definirli...

Certo giudicare il lavoro di un progettista sulla base di gusti personali è inaccettabile, forse occorrerebbe una commissione, ma chi giudica giudica "il bello"?
 
J

JERRY48

Ospite
Il decoro architettonico può definirsi come l’insieme armonico delle linee architettoniche e delle strutture ornamentali.
Il decoro architettonico è, quindi, l’estetica complessiva data dall’insieme delle linee e strutture ornamentali che conferisce una armoniosa fisionomia ed un’unica impronta all’aspetto dell’edificio (cfr. Cass., sez. II, 25 gennaio 2010, n. 1286).
L'insieme armonico, l'estetica, l'impronta da chi viene data?
Dal progettista, principalmente dall'architetto, il più preparato per gli studi seguiti.
Ma non tutti gli architetti sono uguali, come in tutti i campi, ecco perchè anche loro sbagliano nei loro lavori. Secondo me, il lavoro svolto da loro, a più persone piace e più è ben svolto.
 

Daniele 78

Membro Storico
Professionista
Certo giudicare il lavoro di un progettista sulla base di gusti personali è inaccettabile, forse occorrerebbe una commissione, ma chi giudica giudica "il bello"?
Appunto, vedo che hai capito cosa intendo.

. Secondo me, il lavoro svolto da loro, a più persone piace e più è ben svolto.
@CAFElab ha dato la risposta, chi può giudicare cosa sia oggettivamente "bello" o meno se i requisiti per progettare alla fine sono gli stessi di quelli che ci sono nelle Commissioni edilizie o in quelle paesaggistiche??? NESSUNO.

Oggettivamente se vai a vederti le norme urbanistiche del tuo Comune (ma come tanti altri se non tutti in Italia) che definiscono i caratteri generali dell'abitazione, sono troppo vaghi e generali e lo sono a tal punto che molti caratteri distintivi li trovi in altre parti d'Italia con tradizioni anche molto differenti dalla tua. Il tetto "a capanna" "a padiglione" oppure particolari come le "capriate" li trovi quasi ovunque ormai...questo tanto per fare esempi terra terra. Ed espressamente non sono vietati da nessuna norma.
C'è poi chi piace abbellire con colonne in marmo lisce (con entasi stile dorico) la villa (ne ho realizzata una disegnata da un architetto) ma mica contrasta con le norme comunali...quindi troverai chi piace lo stile e chi lo detesta perchè troppo "pomposo" e che non si riaggancia alla tradizione contadina del posto....sta di fatto che non sono vietate. Questo per fare un altro esempio. Ma ne potrei fare altri.
Ecco perchè , aldilà dei gusti personali del Committente e delle capacità progettuali del Professionista, trovi tante edifici pensati ma sopratutto realizzati in maniera molto differente (usando stessi materiali e stesse tipologie indicati nelle norme urbanistiche).
 
J

JERRY48

Ospite
Il tetto "a capanna" "a padiglione" oppure particolari come le "capriate" li trovi quasi ovunque ormai...questo tanto per fare esempi terra terra. Ed espressamente non sono vietati da nessuna norma.
Concordo e pertanto aggiungo: il progettista esegue il suo lavoro, seguendo i gusti e il volere, desiderio e "le pretese" del committente (che paga).
 

Daniele 78

Membro Storico
Professionista
Potremmo spostarci anche sul colore esterno dell'abitazione. Un colore generalmente accettato dai Comuni in qualunque PRG sono colori come il "pesca" o l'arancione tenue... oppure il Bordeax scuro (da noi si ma già più restrittivo) già colori come il giallo limone (in zone storiche da non lo puoi più fare anche se nel passato è stato permesso), il verdone non riesci a farlo, i grigi, il nero ed altri colori cupi non riesci a farli (perchè vietati espressamente dal piano colore almeno del mio comune natio).

Ma se non ci fossero i "piani colore comunali" degli immobili chi potrebbe, oggettivamente, dire agli altri come colorare la sua abitazione per non alterare il tessuto urbano esistente??? NESSUNO.

http://www.ospitalitadoro.it/wp-content/uploads/2012/11/PaesiNordici.jpg
Ad esempio una cosa del genere fatta in Italia per molti sarebbe "un pugno nell'occhio" eppure nel Nord Europa si usano queste tipologie...
In presenza di un piano colore che vieta espressamente certe cromie o alternanze di colore è un conto...ma senza una regola certa (che t'impone la cosa) aldilà del gusto personale (soggettivo) chi (oggettivamente) potrebbe dire che una situazione simile è fuori luogo?? NESSUNO.
 
Ultima modifica:

Daniele 78

Membro Storico
Professionista
Concordo e pertanto aggiungo: il progettista esegue il suo lavoro, seguendo i gusti e il volere, desiderio e "le pretese" del committente (che paga).
Infatti il progettista propone e "pensa" in base ad un suo gusto ed a una sua capacità e conoscenza, il cliente decide e valuta sicuramente (visto che paga).
Non è detto neanche che il gusto del cliente (parlo oggettivamente) conosca "effettivamente i caratteri tipologici della propria zona".

Non è raro vedere clienti, che in passato avendo fatto tutto da se, pensando di conoscere hanno effettivamente creato degli elementi che con quell'abitazione non c'entravano nulla.

pochi anni fa ho presentato su richiesta del cliente una modifica per ripristinare un'altra modifica (fatta tra gli anni 60/70) su un vecchio fabbricato dei primi del 900 che ha creato un vano, che pur rispettando le tipologie a grandi linee, non c'entrava nulla con il resto della casa.
 

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