Adriano Giacomelli

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Proprietario Casa
Signori, vorrei richiamare l'attenzione, alla estrema eleganza del GURU Marco Costa, ci ha dato uno spaccato delle gravi patologie, a cui certe piante sono soggette. Devo dire un Signore di estrema competenza. A chi vuol ben intendere.....
 

maidealista

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Dal Codice Civile :
Art.892 - Distanze per gli alberi - Chi vuole piantare alberi presso il confine deve osservare le distanze stabilite dai regolamenti e, in mancanza, dagli usi locali. Se gli uni e gli altri non dispongono, devono essere osservate le seguenti distanze dal confine:
1) tre metri per gli alberi di alto fusto. Rispetto alle distanze, si considerano alberi di alto fusto quelli il cui fusto, semplice o diviso in rami, sorge ad altezza notevole, come sono i noci, i castagni, le querce, i pini, i cipressi, gli olmi, i pioppi, i platani, e simili;
2) un metro e mezzo per gli alberi di non alto fusto. Sono reputati tali quelli il cui fusto, sorto ad altezza non superiore ai tre metri, si diffonde in rami;
3) mezzo metro per le viti, gli arbusti, le siepi vive, le piante da frutto di altezza non maggiore di due metri e mezzo. La distanza deve essere però di un metro, qualora le siepi siano di ontano, di castagno o di altre piante simili che si recidono periodicamente vicino al ceppo, e di due metri per le siepi di robinie.
La distanza si misura dalla linea del confine alla base esterna del tronco dell'albero nel tempo della piantagione o dalla linea stessa al luogo dove fu fatta la semina.
Le distanze anzidette non si devono osservare se sul confine esiste un muro divisorio proprio o comune, purchè le piante siano tenute ad altezza che non ecceda la sommità del muro.

Art.893 - Alberi presso strade, canali e sul confine dei boschi - Per gli alberi che nascono o si piantano nei boschi, sul confine con terreni non boschivi, o lungo le strade o le sponde dei canali, si osservano, trattandosi di boschi, canali e strade di proprietà privata, i regolamenti e, in mancanza, gli usi locali. Se gli uni e gli altri non dispongono, si osservano le distanze prescritte dall'articolo precedente.

Art.894 - Alberi a distanza non legale - Il vicino può esigere che si estirpino gli alberi e le siepi che sono piantati o nascono a distanza minore di quelle indicate dagli articoli precedenti.

Art.895 - Divieto di ripiantare alberi a distanza non legale - Se si è acquistato il diritto di tenere alberi a distanza minore di quelle sopra indicate, e l'albero muore o viene reciso o abbattuto, il vicino non può sostituirlo, se non osservando la distanza legale.
La disposizione non si applica quando gli alberi fanno parte di un filare situato lungo il confine.
:daccordo:
 

Franz

Membro Attivo
Impresa
a me era successo che un cespuglio, a circa 6 metri dalla casa di montagna di mia madre, nel giro di 20 anni si era trasformato in piante alte più di 10 metri, con i rami che arrivavano quasi a toccare il balcone della casa, creando ombra e umidità

la striscia di terra dove crescevano quelle piante era abbandonata e senza alcuna recinzione(a 6 m dai muri della casa)

dopo aver invitato il ''montanaro'' che risultava proprietario di quella striscia di terra a tagliare le piante, visto che a noi davano grande fastidio, mentre a lui non interessava proprio niente di quelle piante(in montagna è pieno di piante), ci è stato vagamente risposto che a lui non interessava di perdere tempo per noi a tagliarle, e che potevano rimanere dove si trovavano, anche se, ripeto, lui di quelle piante non se ne faceva nulla, e nulla gliene interessava(le solite ripicche di montagna e di vicinato)

allora, l'anno dopo, andando in vacanza mi sono portato dietro:

1)un piccolo trapano a batteria

2)del diserbante puro, acquistato al Consorzio Agrario

un giorno,(di nascosto) ho trapanato tutte le circa 10 piante alla base, facendo 8 buchi per ogni pianta, e mettendo il diserbante liquido in ogni foro

l'anno successivo le piante erano tutte seccate, per la linfa avvelenata dal diserbante, e finalmente il sole si vedeva...il vicino non ha mai detto nulla, anzi, l'anno successivo si è deciso pure a tagliare le piante(ormai secche)

ora non c'è più ombra nè umidità

non stò invitando a fare la stessa cosa che ho fatto io, anche perchè il mio forse era un caso particolare, ma nel caso in cui al proprietario delle piante non gliene interessa nulla, mentre a noi ci danno grande fastidio, non ci vedo un grande male a farle ''ammalare''

comunque, è sufficiente buttare del diserbante intorno alla pianta, senza per forza fare fori intorno il tronco(io ho voluto raggiungere il massimo effetto)

altri sistemi sono piantare chiodi di rame nel tronco(il rame avvelena la linfa), oppure togliere la corteccia intorno al tronco, per un 20 cm di altezza: togliendo un tratto di corteccia la linfa non riesce più a salire e la pianta si secca
 

Adriano Giacomelli

Membro dello Staff
Proprietario Casa
Signori, la legalità dovrebbe imperare. Ci sono casi in cui gli estremi rimedi funzionano ma... attenzione che una denuncia può sempre partire, un testimone è sempre ad una finestra e in fondo uccidete una pianta. Forse, una potatura, semplifica le cose, è meno percettibile, il vicino la tollera. Attenzione, però, le regole di potatura sono fondamentali:
A) Tagliare a Settembre, quando la forza linfatica è ormai alla fine, se tagliate a maggio, dopo due mesi vi ritrovate delle cacciate ancora più vigorose.
B) cercate di fare pochi tagli ma tanta luce, ovvero, tagliate rami impalcati, con pochi tagli risolverete massimizzato lo sforzo.
 

adimecasa

Membro Storico
Professionista
Risposta x Franz quello che hai fatto è un reato, avresti fatto meglio informare il vicino e dirgli di tagliare i rami. :daccordo:
 

mtr

Membro Attivo
Innanzitutto ringrazio tutti per le risposte.
La casa è a due piani, confina con un percorso pedonale di circa 1,5m, oltre il quale ci sono i terreni dei vicini. Il problema è proprio che le distanze vengono rispettate, ma non le regole di rispetto reciproco; se io mi accorgessi di creare un fastidio -ancora di più se occludessi la vista- ad un mio vicino, mi farei carico di una potatura regolare e sufficiente (sia per la vita della pianta che per la soddisfazione del vicino).
Qui siamo in un contesto nel quale l'indigeno non riluce per antica sapienza colturale, bensì soloe unicamente per ignoranza crassa.
Perciò chiedevo se foste a conoscenza di un sistema legale (cioè legato alla giurisprudenza) per ottenere una qualche forma di 'obbligo' verso 'sti burini (scusate, ma ci stava tutta...).
Le 'avventure' un po' 'fuori norma' mi hanno fatto sorridere, nel senso che mi immaginavo tutta l'organizzazione 'punitiva'.. e credo che a volte si sia veramente stufi e si agisca in modo piuttosto categorico; ammetto che a volte avrei voglia di avere la bacchetta magica..
Ma sta di fatto che le piante sono una risorsa, e credo di amarle più degli uomini..
Grazie a tutti.. se avete qualche azione -legale- da indicarmi...
'notte
 

Marco Costa

Membro dello Staff
salve,
scusate stamattina ho voglia di scrivere sparate un po' assurde ...ma nemmeno tanto
L'alternativa legale potrebbe anche essere piantare dei tipi di pianta robusta da alto fusto che cresca e sovrastando quelle del vicino le faccia naturalmente soccombere, invertendo il disagio, oppure a morte delle piante del vicino uno taglia anche le proprie e rimane per un po' con il panorama
un :fiore: a tutti Marco
 

Franz

Membro Attivo
Impresa
risposta per adimecasa:

forse non hai letto bene il mio messaggio

il montanaro, noto nel paese(di 10 case) anche per le sue assurdità e stravaganze, era stato ben informato che le sue piante(che 20 anni prima erano solo un cespuglio) davano fastidio(e non solo a noi turisti, anche ad una famiglia che lì abita tutto l'anno), ma aveva risposto che non gliene interessava, nè ci dava il permesso di tagliarle noi

ripeto ancora che quelle piante non avevano nessun pregio o valore, e crescevano su una striscia di terra abbandonata, vicino al greto di un torrente, a 1000 m di altitudine, quindi quasi in mezzo ad un bosco, che notoriamente ''è pieno di piante''

lo stesso montanaro poi, in passato aveva tagliato una corda(ma non si era fatto vedere mentre lo faceva) che avevo appeso io ad un albero(non suo, ma vicino a casa sua), che serviva per fare giocare mio figlio, che usava tale corda come una liana(quindi anche lui aveva commesso un reato)

per quanto su questo come altri forum si inviti al rispetto della legalità, cosa peraltro giusta, io non sono convinto che scegliere questa strada sia sempre la cosa giusta, quando si tratta ad esempio di piccole scaramucce di montagna

perchè purtroppo seguire la legalità, ripeto sempre in minuscoli casi come questi, porta spesso a vicoli ciechi in cui non si ottiene nulla...se io non gli avessi seccato quelle piante, di cui ancora ripeto nulla interessava al proprietario della striscia di terra, nè avevano alcun valore, quelle piante sarebbero ancora lì, ma alte ora sui 15 m, e non più 10 m

io sono stato soddisfatissimo di aver preso quella strada, perchè era l'unica per risolvere il problema, di fronte all'ottusità di un montanaro(che in passato mi aveva anche tagliato una corda appesa ad un albero non suo[gli davano fastidio i bambini che vicino a casa sua si attaccavano a quella corda])

cioè, con tutto il rispetto della legalità, mi sentirei un poco idiota se dovessi pensare sempre e comunque in questi termini(la legalità), anche di fronte a frivole questioni di piante vicino a casa: qualcuno prima ha scritto ''hai ucciso una pianta''.......ma stiamo parlando di vegetali, e non di animali(e comunque per la legge gli animali sono cose, non persone, anche se è vietato maltrattarli) !!

insomma, per concludere: io ho raccontato come ho risolto un problema di piante nella casa di vacanza di mia madre in montagna;

chi ha posto la domanda qua ha solo ricevuto un'idea(da me), ma stà a lui decidere cosa fare, sopratutto valutando la sua reale situazione(se per esempio quelle piante si trovassero dentro un terreno recintato, non mi sembra il caso di commettere una sorta di ''violazione di domicilio'')

ma io non mi sono fatto scoprire mentre mettevo il diserbante sulle piante, e posso dire che se anche mi avessero scoperto, anche con testimonianze, non me ne importava un fico secco: ero disposto anche a rischiare di subire un veramente assai improbabile processo per risarcimento danni, ma una volta che avevo messo il diserbante avevo risolto il problema, una volta per tutte, e fatto del bene non solo a mè, a anche ai vicini di casa lì residenti

qualsiasi cosa verrà scritta dopo di me non mi farà cambiare idea(il noto rispetto della legalità): sono contento di aver fatto ciò che ho fatto, perchè era l'unica strada percorribile, e ora in vacanza mi ''godo'' il sole che, per l'assenza di quelle piante, riesce finalmente a irraggiare il balcone di casa, che si trova nel noto clima freddo di montagna

insomma, stà alla persona decidere cosa fare: tenersi le piante a vita o rischiare un quasi impossibile(nel mio caso) processo per danneggiamento di piante: io ho scelto, e sono contento della scelta presa
 

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