Seth

Membro Assiduo
Proprietario Casa
Domanda forse stupida, ma mi viene di farla perché la dichiarazione di successione è basata sulla dichiarazione di una persona, non su un effettivo accertamento.
Se dall’ispezione ipotecaria risulta la trascrizione a favore di Mario Rossi in virtù della denunciata successione, che garanzie ho che Mario Rossi sia effettivamente il legittimo proprietario?
 
Diciamo per esempio che Mario dichiari di aver ricevuto una villa dallo zio Silvio. Facciamo i caso più semplice: unico erede, non ci sono altri familiari superstiti, non c’è testamento. Non serve un atto di divisione ereditaria. Mario presenta la dichiarazione di successione indicando gli immobili che vanno a lui per successione legittima, l’agenzia delle entrate sulla base di quella DS fa voltura in catasto e trascrive la successione. Il giorno dopo Mario vende la casa, allegando l’atto con cui zio Silvio aveva comprato la casa, per dimostrare la provenienza.
Tutto ok? Ma in realtà tutto si basa sulla DS di Mario. E se ci fosse un figlio di Silvio all’estero? E se ci fosse un testamento? E se Mario non fosse realmente l’erede di Silvio ma un furbetto che ha fatto dichiarazioni di fantasia?
 
risulta la trascrizione a favore di Mario Rossi in virtù della denunciata successione
Che ha valore meramente fiscale e non costituisce assolutamente trascrizione degli acquisti a causa di morte degli immobili.
La trascrizione che interessa i successivi acquirenti dall'erede (che permette loro di essere sicuri contro eventuali pretese di terzi) e che rileva ai fini della continuità ex art. 2650 c.c., è quella imposta dall'art. 2648 c.c. per l’accettazione dell'eredità.
 
Che ha valore meramente fiscale e non costituisce assolutamente trascrizione degli acquisti a causa di morte degli immobili.

Ti ringrazio come al solito.
A proposito della trascrizione dell'accettazione concordi che può essere opportuno non attendere un'eventuale vendita, ma farla presto?
Tra i possibili vantaggi vedo:
1. Si dà subito pubblicità contro pretese di terzi;
2. Forse si risparmia qualcosa sulla spesa del notaio facendo l'accettazione per più immobili (e/o più eredi) anziché su ciascuna vendita.

D'altra parte, se in futuro non ci fossero vendite o altri atti che richiedono la trascrizione dell'accettazione, si potrebbe anche non doverla mai fare.


La trascrizione che interessa i successivi acquirenti dall'erede (che permette loro di essere sicuri contro eventuali pretese di terzi) e che rileva ai fini della continuità ex art. 2650 c.c., è quella imposta dall'art. 2648 c.c. per l’accettazione dell'eredità.
D'accordo, ma anche la trascrizione dell'accettazione quanto garantisce che l'erede apparente abbia le carte in regola?
Se una persona in malafede, o per errore, dichiara di aver ereditato un certo immobile, e chiede anche la trascrizione dell'accettazione, il notaio può accorgersi dell'errore?
Immagino di sì se ci sono stati altri passaggi per cui risulta già un terzo.
Ma in caso contrario?
 
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