Buona serata a tutti.
Nel caso che ci siano due appartamenti derivati da eredità da dividere fra due eredi di valore diverso fra loro, è logico che chi tiene l'immobile di minor valore, ha diritto a farsi corrispondere dall'altro un importo pari alla metà della differenza del valore dei due immobili.
Cosa succede invece se uno dei due è in regime di edilizia convenzionata, ma vicino alla scadenza dei vincoli?
Esempio pratico con cifre tonde per capire il concetto: di due immobili, uno vale 95 e l'altro, in edilizia convenzionata, varrebbe 100, ma il geometra che li valuta scrive che mancando ancora 3 anni alla scadenza del regime di edilizia convenzionata toglie il 5%.
Così abbiamo due appartamenti da 95 ciascuno. E' giusto che (come mi ha detto il geometra) chi si tiene l'appartamento in edilizia agevolata nonostante manchi così poco e che, non abbia effettivamente alcun danno da questa situazione, abbia tutto il vantaggio di tenersi un appartamento che vale svariate migliaia di euro di più tenendosi un indiscutibile vantaggio? Oppure è legalmente più corretto (come mi ha detto un legale) che quei 5 euro sono comunque di entrambi e chi tiene quell'appartamento deve liquidare i 2,5 euro all'altro (la metà della differenza come detto prima) MENO gli interessi dal momento della divisione a quello della scadenza dell'edilizia convenzionata (considerandolo semplicemente un anticipo)?
A me a occhio sembrerebbe più giusta la seconda ipotesi perchè in effetti è un po' come avere al 50% dei soldi investiti i cui interessi matureranno fra 3 anni. Se ci si vuole dividere entrambi consensualmente prima della scadenza, non mi sembra gusto che uno dei due maturi anche gli interessi dell'altro liquidandogli solo l'investimento iniziale. Altrimenti sarebbe palesemente conveniente per uno e svantaggioso per l'altro.
Voi sapete legalmente come funziona una situazione del genere? Altrimenti conviene aspettare i 3 anni e dividersi al valore di mercato.
Nel caso che ci siano due appartamenti derivati da eredità da dividere fra due eredi di valore diverso fra loro, è logico che chi tiene l'immobile di minor valore, ha diritto a farsi corrispondere dall'altro un importo pari alla metà della differenza del valore dei due immobili.
Cosa succede invece se uno dei due è in regime di edilizia convenzionata, ma vicino alla scadenza dei vincoli?
Esempio pratico con cifre tonde per capire il concetto: di due immobili, uno vale 95 e l'altro, in edilizia convenzionata, varrebbe 100, ma il geometra che li valuta scrive che mancando ancora 3 anni alla scadenza del regime di edilizia convenzionata toglie il 5%.
Così abbiamo due appartamenti da 95 ciascuno. E' giusto che (come mi ha detto il geometra) chi si tiene l'appartamento in edilizia agevolata nonostante manchi così poco e che, non abbia effettivamente alcun danno da questa situazione, abbia tutto il vantaggio di tenersi un appartamento che vale svariate migliaia di euro di più tenendosi un indiscutibile vantaggio? Oppure è legalmente più corretto (come mi ha detto un legale) che quei 5 euro sono comunque di entrambi e chi tiene quell'appartamento deve liquidare i 2,5 euro all'altro (la metà della differenza come detto prima) MENO gli interessi dal momento della divisione a quello della scadenza dell'edilizia convenzionata (considerandolo semplicemente un anticipo)?
A me a occhio sembrerebbe più giusta la seconda ipotesi perchè in effetti è un po' come avere al 50% dei soldi investiti i cui interessi matureranno fra 3 anni. Se ci si vuole dividere entrambi consensualmente prima della scadenza, non mi sembra gusto che uno dei due maturi anche gli interessi dell'altro liquidandogli solo l'investimento iniziale. Altrimenti sarebbe palesemente conveniente per uno e svantaggioso per l'altro.
Voi sapete legalmente come funziona una situazione del genere? Altrimenti conviene aspettare i 3 anni e dividersi al valore di mercato.