Il notaio deve poter verificare il regime patrimoniale del matrimonio. pertanto secondo me non è tenuto a fidarsi di quanto potresti autocertificare. del resto l'autocertificazione sostanzialmente è stata introdotta verso la PA, non verso i privati che potrebbero non poter verificare, a causa della legge sulla privacy, quanto affermato.
E' una discussione "datata", ma vale comunque la pena di precisare alcune cose, utili nel caso in cui, come me, ci si trovi a leggerla:
- il regime patrimoniale della famiglia, essendo un dato a diretta conoscenza dell'interessato contenuto nei registri dello stato civile, è sicuramente comprovabile ai soggetti ex art. 2 del D.P.R. n. 445/2000 con dichiarazione sostitutiva di certificazione ex art. 46, comma 1, lett. dd) del medesimo decreto;
- il notaio, se consentisse (ex art. 2 del citato decreto) ad accettare tale dichiarazione, potrebbe controllarne la veridicità, poiché ciò è espressamente ammesso dall'art. 71, comma 4 del citato decreto, alle condizioni ivi previste. In questo caso, la "legge sulla privacy" non sarebbe un ostacolo, poiché l'interessato deve fornire il proprio consenso (*).
Tutto ciò premesso, è evidente che:
- nessuno obbliga il notaio ad accettare la dichiarazione sostitutiva;
- la presentazione di quell'estratto al notaio è certamente più opportuna, evitando possibili errori da parte del dichiarante, che potrebbe dover rispondere anche penalmente di falsa dichiarazione, e anche per il fatto che l'estratto è rilasciato gratuitamente.
(*) se l'interessato, magari in malafede, pensasse di "fare il furbo" e non fornisse il suo consenso al controllo da parte del notaio di quanto dichiarato, il notaio acquisirebbe direttamente l'estratto.