sasisilu

Membro Attivo
Proprietario Casa
Buon giorno a tutti. Vi espongo il mio dubbio.
Sono sposata in separazione di beni. Mio marito possiede unicamente l'usufrutto di un appartamento la cui nuda proprietà è intestata ai due figli avuti dal precedente matrimonio. Personalmente sono proprietaria di alcuni beni immobili acquistati prima del matrimonio. E' mia intenzione, alla mia morte, lasciare a mio marito solo l'usufrutto di ciò che possiedo e la nuda proprietà a un'associazione benefica. Dato che la legittima spettante al coniuge è del 50% , il mio testamento è impugnabile? Faccio presente che mio marito è d'accordo e che non abbiamo figli.
Grazie e buona giornata a tutti:fiore:
 
1) Si, mio marito abita in una delle mie case
2)Non credo che il valore "venale" dell'usufrutto possa essere equiparato al valore delle mie proprietà che si dovrebbe aggirare intorno al milione e mezzo di euro.

Quale escamotage per ottenere lo scopo? Devo divorziare prima che sia tardi?.........:oops:

Grazie
 
1-Il marito ha diritto ( a mio avviso inderogabile ) di abitazione ex art.540, 2 comma del codice civlie sulla casa coniugale . Pertanto in caso dovrà essere Lui a rinunciarvi in sede successoria
2-A mio pare il suo problema è superabile conferendo i suoi beni in un "TRUST" istituto di tipo anglosassone recepito e compatibile con la nostra legislazione da non molto tempo : è un istituto complesso che lo scrivente ben conosce ma che essendo articolato e complesso da spiegare non è possibile sviluppare esaustivamente la problematica in questa sede o
 
:wall:...la cosa più semplice credo sia il divorzio perchè nè io nè mio marito desideriamo che i figli del primo matrimonio possano impugnare il mio testamento.:cry:
 
E anticipare la donazione trattenendo per te e tuo marito l' usufrutto ?
Mi sembra eccessivo divorziare, specie se siete ancora affettivamente legati, per conseguire quella finalità...
:daccordo:
 
E anticipare la donazione trattenendo per te e tuo marito l' usufrutto ?
E' anche una strada percorribile magari valutando anche di riservare il diritto di accrescimento dell'usufrutto al coniuge superstite . I figli del marito infatti non potrebbe tentare "azioni di riduzione o restituzione" in quanto non hanno alcun diritto testamentario sui beni della signora.

E' mia intenzione, alla mia morte, lasciare a mio marito solo l'usufrutto di ciò che possiedo e la nuda proprietà a un'associazione benefica.
Rimango comunque dell'idea che il TRUST sia il sistema piu' adatto; infatti nei casi del genere ( intendo: quando i beneficiari sono associazioni) si usa questo istituto perchè consente di intervenire sulla gestione attuale e futura dei beni immobili contenuti nel trust indicando chiaramente gli obbiettivi, limitando i poteri dei gestori e beneficiari, sia per indirizzarne lo scopo sia al fine di evitare l'utilizzo arbitrario e la distrazione tali beni per scopi piu' o meno leciti quando pervenissero in piena proprietà all'ente di beneficenza
 
Scusate il ritardo con cui vi rispondo e ringrazio, ma ero fuori sede.
I vostri pareri mi sono stati preziosi ma "credo" di avere un problema........
Ambedue le soluzioni prospettate hanno senz'altro un costo e sia mio marito che io non abbiamo una gran liquidità dato che alcuni immobili sono sfitti.
Quale delle due soluzioni (donazione in vita o TRUST) è la più economica?
Scusate la mia insistenza, ma il tempo stringe: io ho un cancro e mio marito è infartuato....Sarà una bella gara a chi muore prima e vorremmo che la nostra morte rappresenti un aiuto a chi continua a vivere e soffrire.:fiore:
 

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