39st

Nuovo Iscritto
Proprietario Casa
I miei genitori e i miei suoceri vogliono donare ai miei due figli (che hanno meno di 10 anni) una casa a Milano.
Il primo problema è a chi intestare l'appartamento?Noi avevamo pensato di intestarlo a me.
Il secondo aspetto è che loro vogliono fare un prestito per finanziare l'acquisto (non hanno tutta la disponibilità), prestito da restituire poi in rate. Il prestito dovrà essere unico e quindi ci chiediamo come fare a far transitare, in maniera chiara, i soldi da un conto all'altro.
Io e mio marito siamo due funzionari pubblici (di livello medio/alto) e vogliamo che tutto sia tracciato per bene, in modo che sia chiaro che si tratta di un acquisto che hanno fatto i nonni.
Avevamo pensato a una scrittura privata, da registrare, in cui i nonni dichiarano la loro volontà di fare questa donazione e si impegnano a versare mensilmente sul mio conto le somme necessarie per pagare la rata del prestito.
Ci date, cortesemente, qualche consiglio sulla questione? Come detto vorremmo che tutto sia limpido e trasparente.
Grazie a tutti.
 

Luigi Barbero

Membro Senior
Proprietario Casa
Credo che per la donazione non ci sia problema. Infatti, generalmente, nei compromessi di vendita si inserisce la seguente frase: ....promette di acquistare per sè o per persona da indicare nel successivo rogito.......ecc.ecc.
Il problema sarà con la banca o chi concederà il mutuo. Non credo che una banca dia facilmente un mutuo ad una persona con ipoteca su un immobile intestato (poi) ad un altro.
Sarebbe sicuramente meglio sentire l'opinione della banca e del notaio.
 

Luigi Criscuolo

Membro Storico
Proprietario Casa
Il primo problema è a chi intestare l'appartamento?Noi avevamo pensato di intestarlo a me.
Prima di tutto bisogna dire che i minori non hanno la capacità giuridica per poter intervenire in alcun atto e quindi sono i genitori, esercenti la patria potestà (o meglio la potestà genitrice) a dover rappresentare i minori in un eventuale atto di donazione, per accettare la stessa per conto dei minori, previa autorizzazione del Giudice Tutelare del Tribunale competente rispetto alla residenza.
I genitori (entrambi, e non uno solo) devono quindi innanzitutto inoltrare un ricorso a tale Giudice Tutelare, nel quale illustrano dettagliatamente l'operazione che verrà svolta, chiedendo di poter accettare la donazione dell'immobile per conto dei figli.
Come dice il nome, il Giudice Tutelare "protegge" il minore dall'esecuzione da parte dei genitori di eventuali atti che potrebbero danneggiarlo, quindi valuterà o meno se concedere l'autorizzazione.
In caso affermativo, verrà ritirata l'autorizzazione del giudice ed entrambi i genitori sottoscriveranno l'atto notarile di donazione di immobile e contestuale accettazione della stessa per conto dei minori.
Secondo me la donazione è una istituzione creata per chi non ha più genitori, coniuge e figli di qualsiasi tipo; perché se i donanti hanno anche eredi legittimari (protetti da legittima) e non hanno altri immobili o beni mobili (titoli, denaro, ecc.), una donazione ai nipoti potrebbe essere impugnata per lesione dell'eredità legittima da parte di qualcuno di questi eredi protetti da legittima (coniuge, figli e genitori).
Recenti disposizioni di legge hanno portato a 20 anni il termine per la impugnazione delle donazioni.

Quindi facciamo l’ ipotesi che tu e tuo marito siate figli unici e che i vostri genitori filino d’accordo fino alla loro naturale dipartita.

Per quanto riguarda l'aspetto finanziario della faccenda francamente non ho capito perché tu vuoi essere al centro di questa operazione.
Se i quattro nonni, nel loro complesso e nella solidità reciproca dell'atto di richiesta di mutuo, saranno ritenuti affidabili dalla banca erogatrice, questa, in una unica "tranche", darà i soldi che mancano per l'acquisto della casa che, in seguito (o contestualmente all'atto di acquisto), verrà donata. Non capisco perché i nonni debbano versare a te le rate del mutuo. Sei tu che chiederai il mutuo? o sei tu che finanzi l'operazione? Tu parli di prestito ed i prestiti si fanno anche tra privati.

La pratica è molto complessa. Auguri che tutto vada a buon fine.
 

arciera

Membro Senior
Proprietario Casa
Voi siete due funzionari. Potete benissimo fare le cose in regola senza alcun problema. I nonni donano una casa ai nipoti. Punto. Tutte le difficoltà mi sembra le stai facendo tu. Non avendo bisogno di monetizzare negli anni futur, procedete con la donazione.
I minori accetteranno la donazione per il tramite degli esercitanti la patria potestà, i genitori. La legge data la minor età fa subentrare anche la figura del giudice tutelare il quale darà il beneplacito (e vorrei vedere!...) cosa facilissima da ottenere. Da segnalare quello che qui sopra ha descritto Criscuolo: vi sono delle quote di legittima che non si possono toccare, o meglio specificato, se vi e' qualcuno che si ritiene leso potrebbe impugnare l'atto. Ad esempio suo marito alla morte dei genitori potrebbe invalidare la donazione se la sua quota non risultasse integra. Se così sta bene a tutti, anche alla legge sta bene. Basta cliccare su google o ricercare ancor meglio su propit le quote destinate a più figli quando presenti. Se tutto e' conforme questa e' l'operazione più facile che c'è. Auguri ai figlioli. Bravi.
 

quiproquo

Membro Senior
Proprietario Casa
Vorrei sapere da Luigi cr. o altri propisti qualcosa in più sul tempo massimo per l'impugnazione della donazione portato a 20 anni... E' retroattivo???
Se lo fosse significa che il conteggio partirebbe dal primo gennaio 1904???
Come al solito chi sono i fautori del provvedimento??? E a chi giova??? E oltre agli eventuali interessati (coeredi lesi nella legittima) anche il FISCO potrebbe intervenire con esose richieste documentali riequilibriatrici di
imposte versate e/o da versare??? Grazie. Quiproquo.
 

Luigi Criscuolo

Membro Storico
Proprietario Casa
@quiproquo tu sai che non sono laureato in legge e che quello che so l'ho acquisto lavorando negli studi di avvocati e consulenti del tribunale. L'azione di riduzione delle donazioni si prescriveva entro 10 anni dalla data di apertura della successione. Chi aveva presentato domanda dopo i 10 anni ed aveva avuto una risposta negativa per prescrizione del suo diritto ora è ancora in tempo per ripresentarla se la successione era stata aperta dopo il 1994. Non si può fare ricorso se la successione è stata aperta prima, perché l'allungamento dei termini non può modificare le sentenze emesse quando il termine era più breve, perché quello era il termine previsto dalla legge all'epoca del fatto.
 

39st

Nuovo Iscritto
Proprietario Casa
Quindi sembra tutto facile. Arciera ci dice che interviene il giudice tutelare. Scusate la domanda, ma interviene prima del notaio o dopo?
Grazie a tutti voi.
 

quiproquo

Membro Senior
Proprietario Casa
@quiproquo tu sai che non sono laureato in legge e che quello che so l'ho acquisto lavorando negli studi di avvocati e consulenti del tribunale. L'azione di riduzione delle donazioni si prescriveva entro 10 anni dalla data di apertura della successione. Chi aveva presentato domanda dopo i 10 anni ed aveva avuto una risposta negativa per prescrizione del suo diritto ora è ancora in tempo per ripresentarla se la successione era stata aperta dopo il 1994. Non si può fare ricorso se la successione è stata aperta prima, perché l'allungamento dei termini non può modificare le sentenze emesse quando il termine era più breve, perché quello era il termine previsto dalla legge all'epoca del fatto.
Grazie Luigi. A me interessava sapere il parere del cittadino, più o meno esperto non ha importanza, se non ravvisa nuovamente la longa mano delle onnipresenti (in parlamento) lobbj professionali che si assicurano il raddoppio delle liti o perlomeno il quasi annullamento di quelle che si sarebbero prescritte. Dovremmo aprire un dibattito sulle leggi che regolano prima la donazione e quella conseguente sulla collazione. Mi limito a dire che entrambe dovrebbero risalire a fine 800 o subito dopo...A quell'epoca le donne non votavano e certamente non legiferavano...I figli maschi, si sa, da adulti non erano e non sono particolarmente vicini ai genitori anziani...mediamente erano e continuano ad essere le figlie...per questo i genitori abbienti (i poveri non hanno questo problema...) spesso provvedevano ad assicurare con vitalizi o altro, fra cui donazioni o para-donazioni un minimo di "futuro" alle proprie figlie (ora magari solo ad una...)...questo in qualche modo non stava bene ai fratelli maschi...compresi
quelli acculturati se non laureati...se non giuristi..se non politici...di qua ad
appropriarsi del concetto-funzione della DONAZIONE e a regolamentarla
in maniera sostanzialmente liberticida (nel senso della volontà del testatore)
per cui il de cuius potrebbe rendere liquido il patrimonio e "bruciarlo liberamente in piazza" oppure sperperarlo in casinò e/o in compagnia di donne allegre o anche serie...E nessuno potrebbe muovere un dito...Ma se vuole ricompensare (stando all'esempio) una figlia premurosa che gli ha dedicato pensieri e azioni accudendolo fino alla fine, ebbene con questa legge
può disporre solo della non sempre sufficiente "quota disponibile"...che in virtù della susseguente legge sulla "COLLAZIONE" può essere messa in discussione anche con risibili cavilli sia di natura di suddivisione contabile, sia
di valutazioni successive alle variazioni di mercato (nel caso di terreni e immobili). Tutto questo in un arco di tempo (10 anni) molto generoso per
i fratelli o i loro figli (nipoti) sedicenti LESI...ora con l'innalzamento a 20 anni...si darà la possibilità a un pronipote di 20-30 anni di portare in giudizio
la prozia o la bisnonna, magari novantenne per una donazione pubblica (notaio) o presunta (brevi manu) fatta dal bisbisnonno alla propria figlia, magari 60 anni prima.
Spero di sbagliarmi...ma se è così permettetemi di manifestare nuovamente la mia indignazione per una nuova infamità che calpesta uno dei diritti più naturali e umani della sfera familiare dove una volta si diceva: un padre
sfama dieci figli...dieci figli non sfamano un padre. Invito i propisti più sensibili o interessati a intervenire nel quesito e porgo i migliori saluti. Quiproquo.
 

arciera

Membro Senior
Proprietario Casa
Quindi sembra tutto facile. Arciera ci dice che interviene il giudice tutelare. Scusate la domanda, ma interviene prima del notaio o dopo?
Dà il permesso di potersi recare dal notaio, in ultima analisi. In ogni caso ti puoi recare dal giudice tutelare e chiedere informazioni: ti daranno in segreteria tutte le informazioni di cui hai bisogno. Tanto ci devi andare per forza!! ;)

@quiproquo Io provo a girare la frittata. Un mascalzone non ha bisogno di venti anni per ripensarci. Forse una persona per bene a cui hanno tolto il suo ha bisogno di più tempo per decidere dato che di mezzo ci sono motivi che esulano dal raziocinio.
 
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