Luigi Criscuolo

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Proprietario Casa
Rendiconto presentato, senza istituire un nuovo e permanente criterio di riparto (in tal caso nulla)
Premesso che le quote si pagano durante l'esercizio sulla base dei consumi dell'anno precedente. Se l'anno precedente era stato fissato ad esempio un 25% di quota fissa, il preventivo per congruità lo trascina alla gestione successiva e quando questa finisce bisogna votare di nuovo l'applicazione del 25% di quota fissa pena la nullità? Mi sembra che qualcosan on quadri.
 

Un giocatore

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Proprietario Casa
La Regione Lombardia ammette sino al 30% di spese fisse per compensare le dispersioni di calore,
Da quel che so io le spese fisse servono a tener conto, in modo forfettario ma logico, del fatto che un immobile, quando è tenuto con le valvole chiuse, è freddo e quindi succhia calore dagli immobili confinanti tenuti con le valvole aperte, quindi caldi (il calore, è noto, va dai corpi più caldi a quelli meno caldi).
 

Elisabetta48

Membro Senior
Io conosco un caso in cui la quota fissa, quella di dispersione, è stata messa sin dall'inizio (già sei anni fa) al 15% e mai toccata. Era stato l'installatore che aveva studiato bene impianto, edificio, collocazione caldaia... a suggerire questo valore. Il 60% è veramente esagerato. Non incoraggia al risparmio: chi butta su la temperatura e magari poi sta coi vetri aperti continua a spartire buona parte dei suoi sprechi con gli altri.
Forse nel caso proposto si dovrebbe studiare il verbale che aveva fissato quella percentuale per capire se erano state prese in considerazione valutazioni tecniche o solo
impressioni di pancia. In quest'ultimo caso si può chiedere forse di riaprire la discussione su basi tecniche chiedendo eventualmente una valutazione da parte di esperti nel settore. Anche guardando in diversi siti specializzati, nessuno parla di una percentuale così alta per il calore di dispersione. Ci sarà un perché...
Riporto per esempio quanto scritto nell'opuscolo di Iren Mercato nel 2012:
http://www.irenmercato.it/moduli_ppr/opuscolo_teleriscaldamento_2012.pdf
"Il peso percentuale delle due quote è stabilito dal Condominio (la ripartizione più diffusa è 20% millesimale, 80% variabile)."
Secondo me se ti prepari un piccolo dossier di pareri autorevoli riesci a convincere i condomini più virtuosi che sono i più danneggiati da quel 60%
 
Ultima modifica:

Luigi Criscuolo

Membro Storico
Proprietario Casa
Con le premesse che non sono un perito/ingegnere termotecnico, e che il 90% degli edifici costruiti ante 1990 sono tutti in classe G, la peggiore, dal punto di vista delle prestazioni energetiche (APE), vorrei fare una considerazione sul calcolo della quota fissa che potrebbe (o dovrebbe) essere presa in considerazione nella ripartizione delle spese per la gestione del riscaldamento negli impianti di riscaldamento dotati di contabilizzatori di calore. La quota fissa rappresenta i consumi involontari cioè le dispersioni; ma queste dispersioni sono quelle dovute alla caratteristiche tecniche dei muri perimetrali esterni e dei solai di piano rialzato e dell'ultimo piano, non sono le dispersioni di chi tiene chiuso un appartamento o chiude una o due stanze dell'appartamento. Come invece è stato riportato in qualche intervento. Se fosse così bisognerebbe creare un programma che in base alle letture di ciascun contabilizzatore si possa risalire alle dispersioni provocate al locale confinante e quindi addebitare a chi tiene un locale più freddo di 19° (temperatura minima garantita) una percentuale per le dispersione che causa al locale vicino. Ma sapete che litigate?
@Elisabetta48 se l'istallatore ha espresso l'opinione che in quell edificio le dispersioni sono il 15% e tale determinazione sta bene alla maggioranza dei condomini va tutto bene. Ma per la premessa che ho fatto circa l'appartenenza alla classe energetica degli edifici ante 1990 mi sembra una pò bassa: certo mettere il 60% è esagerato; credo che per gli edifici in classe G sia equo un 35/30% il tutto dipende dalla trasmittanza termica dei muri e delle finestre.
 

adimecasa

Membro Storico
Professionista
Luigi criscuolo, è possibile avere la delibera della Regione Lombardia, che determina la quota fissa del riscaldamento termoregolarizzato, Grazie
 

Un giocatore

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Proprietario Casa
ma queste dispersioni sono quelle dovute alla caratteristiche tecniche dei muri perimetrali esterni e dei solai di piano rialzato e dell'ultimo piano, non sono le dispersioni di chi tiene chiuso un appartamento o chiude una o due stanze dell'appartamento
Tutto il calore prodotto negli appartamenti va a finire fuori del fabbricato, poiché l'ambiente è più freddo dell'interno. Inoltre, se tutti gli appartamenti fossero alla stessa temperatura, non ci sarebbero flussi termici da un appartamento ad un altro, mentre invece se un appartamento è più freddo riceve calore dagli appartamenti più caldi, 'ruba' calore. E' per questo che una quota minima, il 5% - 10%, viene posta a carico in proporzione ai millesimi, altrimenti si arriva all'anomalia per cui chiudendo le valvole ci si scalda (un po') e non si paga.
 

adimecasa

Membro Storico
Professionista
Per un impianto di riscaldamento centralizzato, i radiatori sono stati calcolati in base alla posizione dell'appartamento, pertanto non dovrebbe esserci anomalie nei flussi termici tra un appartamento e l'altro
 

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