giogiolu

Membro Attivo
Proprietario Casa
Buongiorno al Forum.
Le ragioni della mia richiesta posta nel titolo derivano da quanto segue.
L. resiede nel comune di N. dove ha una casa di proprietà.
Attualmente si trova, provvisoriamente. in altro comune, A, dove risiede la mamma novantacinquenne, la figlia ed un fratello. Con quest' ultimo e con la madre ha interessi in comune, come immobili ereditati ed un c.c. cointestato.
I suoi spostamenti da N ad A sono stati, sono saltuari e hanno durata di qualche giorno.
L si è accorta che ha la carta di identià scaduta e per rinnovarla si è recata al comune A dove si trova attualmente non prevedendo un rientro a N nell' immediato e dove tra l' altro e nata.
L' impiegato, ha notato che la carta di identità scaduta era stata rilasciata a L, dieci anni prima, nella stessa condizione di adesso (lontana dal comune N e presente a quel momento nel comune A).
Si tratta di una semplice coincidenza ma solo per questo l' impiegato ha "dedotto" senza altra prova che L si trova abitalmente e stabilmente nel comune di A senza aver fatto il cambio di residenza.
L' impiegato ha anche detto che , nel chiedere nulla osta al comune di residenza, come è giusto provvederà anche a dare mandato alla polizia municipale al fine di verificare le condizioni dichiarate, tra l'altro in apposito modello predisposto per i richiedenti non residenti.
Non so con quale zelo la polizia municipale potrà fare domande alla novanticinquenne e con quale esattezza di termini questa potrà esprimersi. La stessa è sola ed il figlio, come la figlia di L abitano ad altro numero civico e in strade diverse. E nel caso che la visita della polizia municipale durante il sopralluogo, trovi L. può significare che la sua permaneza è stabile, continuativa tale da comportare l' obbligo di cambio di residenza?
Secondo il forum, in queste condizioni esiste obbligatorità di dover cambiare residenza ? E quali differenze esistono tra residenza, domicilio e dimora?
Grazie a chi vorrà rispondere.
 

Nemesis

Membro Storico
Proprietario Casa
Residenza: definita dall'art. 43, comma 2 c.c.
È il luogo in cui una persona ha stabilito la propria dimora abituale (*). Pertanto è una situazione di fatto e a questa situazione devono sempre corrispondere le registrazioni anagrafiche, le cui dichiarazioni vanno rese, all’Ufficiale di anagrafe del comune in cui si va a dimorare abitualmente (o in cui sia avvenuto un cambiamento di abitazione nel caso di trasferimento nello stesso comune) entro 20 gg. dal trasferimento.
Domicilio: definito dall'art. 43, comma 1 c.c.
È il luogo in cui una persona ha stabilito la sede principale dei propri affari e interessi. Il fatto che si consideri la sede "principale", comporta che i diversi affari e interessi possano avere più sedi, e quella principale è individuabile in relazione alla principalità degli affari e degli interessi. Gli affari e interessi, nel contesto del diritto privato, si intendono le attività economiche, produttive, patrimoniali e finanziarie che attengono alla persona.
Per questa sua stessa natura, il domicilio non ha, né può avere una propria specifica registrazione amministrativa.

(*) che trova una sua definizione nell'art. 2, comma 1, lett. d) del Regolamento (CE) n. 763/2008 del Parlamento europeo e del Consiglio del 9 luglio 2008 che recita: “ … il luogo in cui una persona trascorre normalmente il periodo di riposo giornaliero, indipendentemente da assenze temporanee per attività ricreative, vacanze, visite ad amici e parenti, affari, trattamenti sanitari o pellegrinaggi religiosi. ….”.

P.S.: elimina quanto appare nel tuo "Sto pensando".
 

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