Seth

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Proprietario Casa
Invece ho capito che lui si riferisce a chi possiede e tiene


Io ritengo sia equo non tassare la "prima casa" (non di lusso) abitazione principale, il cui acquisto è anche agevolato ai fini dell'imposta di registro e detraibilità interessi sul mutuo.
Ed è giusto aiutare i giovani con agevolazioni per gli acquirenti che hanno determinati requisiti.
Perché la casa dove un cittadino abita stabilmente con la sua famiglia è un bene primario.

Capisco che questo concetto possa non piacere.
Specialmente a chi non ha mai acquistato un immobile né pagato un mutuo di tasca sua col denaro guadagnato lavorando.
Spesso sono persone a cui le case per abitazione principale e per vacanze sono state messe a disposizione/donate/ ereditate da genitori/coniugi/parenti vari.
Se costoro non potranno più tenerle sfitte per scelta, si orienteranno verso la locazione o la vendita.
Se si ritiene di dover penalizzare le eredità, lo strumento proprio è l’imposizione sulle successioni. Si decida quel che è giusto come pedaggio al passaggio di consegne. Una volta pagata l’imposta sulle successioni, e le altre imposte e spese dovute in quell’occasione, però l’erede ha saldato i suoi conti, non può essere penalizzato all’infinito.

Comunque, assumere che ogni abitazione principale (vera o anche fasulla) sia frutto di sudato lavoro, e ogni seconda casa un regalo goduto senza meriti, sarà pur vero in molti casi ma non è un criterio valido in generale.

Soprattutto la tassazione non dovrebbe essere moralistica ma seguire la ricchezza e la capacità contributiva. Ben vengano le agevolazioni che rispondono a un preciso obiettivo, come quelle sui contratti d’affitto a canone concordato. Ma azzerare l’imposizione sull’abitazione principale in quanto sacro focolare domestico, a prescindere dal valore piccolo o enorme, e bastonare viceversa le case non abitazione principale, per umili che siano… produce solo una distorsione, secondo me.
 

Franci63

Membro Storico
Proprietario Casa
Io sono d’accordo sull’ escludere le abitazioni principali (se effettive e non di comodo) dal pagamento di alcune imposte.
Ma non condivido gli intenti moraleggianti sottesi alla scelta di maggiori imposte sulle seconde case a disposizione, come se chi affitta lo facesse per beneficenza e non per scelta di investimento.
Tra l’altro, personalmente, ho immobili a disposizione, e proprio per questo li metto a disposizione gratuitamente di amici o conoscenti, quando serve: dovrei pagare più tasse rispetto a chi affitta ? Mah…
Aggiungo che parlare di “rendita catastale” come base imponibile per alcune imposte mi è sempre sembrato improprio: al massimo si dovrebbe chiamare “rendita potenziale”.
 

Seth

Membro Attivo
Proprietario Casa
Poi, scusate se aggiungo quest’ultima considerazione: volendo seguire la logica di cui si discuteva prima… se uno ha avuto la casa “abitazione principale” in eredità o l’ha acquistata con il frutto dell’eredità, o gli è stata generosamente intestata dai genitori in vita… quindi va tassata?

In generale, mi auguro una minore pressione fiscale complessiva che consenta di ridurre le tasse sul lavoro, e se non indispensabile non introdurne neanche sulla “abitazione principale”, misura che comunque sarebbe impopolare in Italia e nessun governo farà. Facevo però notare la sperequazione che esiste tra chi non paga nulla e chi paga molto, anche a fronte di elevata capacità contributiva e ricchezza in un caso e non nell’altro.
 
Ultima modifica:

mapeit

Membro Senior
Proprietario Casa
Concordo con quanto detto da @Franci63 al post #112. Ricordiamoci inoltre che sulla casa, sia essa prima casa che seconda, a disposizione o affittata, non è possibile detrarre le spese di ordinaria manutenzione, né le spese ordinarie condominiali. Pertanto, anche nel caso di immobili "a reddito", le già pesanti imposte si pagano sul reddito lordo (il 95% nel caso di locazioni in regime di tassazione ordinaria), non sul reddito al netto delle spese di manutenzione. Per fortuna esistono le detrazioni fiscali e gli incentivi sui lavori di manutenzione straordinaria.
Per quanto riguarda la riforma del catasto, ben venga se essa serve a fotografare meglio la situazione e la tipologia degli immobili e a censire quelli che non lo sono o che sono catalogati in maniera erronea. Per far questo non servirebbe nemmeno una legge, basterebbe una task-force nell'ambito degli uffici del Catasto già esistenti incaricata di controllare le attuali mappe raffrontandole con le foto aeree delle stesse aree e poi di verificare sul posto.
L'attuale legge delega sulla riforma del Catasto sarebbe senz'altro stata discussa con più cognizione di causa se i suoi contenuti avessero riguardato anche l'imposizione fiscale sugli immobili. Così, invece, si presta a numerosi dubbi e illazioni, anche perché frutto della raccomandazione UE sulla revisione dell'imposizione sugli immobili.
 

uva

Membro Storico
Proprietario Casa
L'erede paga le imposte sugli immobili in base alla destinazione (abitazione principale, tenuti a disposizione, dati in locazione) come chiunque altro.
Se si sente penalizzato o bastonato può cambiare strategie ed asset diversificando il proprio patrimonio, come chiunque altro.

Vi sono eredi di patrimoni importanti che li spacchettano: tengono una parte per loro uso personale, una parte investita in attività aziendali/industriali/ commerciali che generano reddito a fronte dei relativi rischi imprenditoriali, e una parte la destinano al Terzo Settore.
Dipende dalla capacità, laboriosità, attitudine e sensibilità individuale.
Per fortuna le persone non sono tutte uguali.

azzerare l’imposizione sull’abitazione principale in quanto sacro focolare domestico,
Io ho scritto in quanto bene primario.
Il "sacro focolare domestico" è una tua definizione.

se uno ha avuto la casa “abitazione principale” in eredità o l’ha acquistata con il frutto dell’eredità, o gli è stata generosamente intestata dai genitori in vita… quindi va tassata?
L'abitazione principale non di lusso non è tassata, e secondo me non va tassata, indipendentemente dalla provenienza (eredità, donazione, acquisto).
 

uva

Membro Storico
Proprietario Casa
le già pesanti imposte si pagano sul reddito lordo (il 95% nel caso di locazioni in regime di tassazione ordinaria), non sul reddito al netto delle spese di manutenzione
Concordo.
E ricordo che fino ad alcuni anni fa la diminuzione forfetaria dell'imponibile per spese di manutenzione era maggiore, mi pare fosse del15%.
Successivamente venne ridotta al 5%, e tale è rimasta fino ad oggi.

Per fortuna esistono le detrazioni fiscali e gli incentivi sui lavori di manutenzione straordinaria.
Infatti i vari bonus casa hanno consentito a molti proprietari di case vetuste, spesso ricevute in eredità, di fare i lavori necessari per mantenerle in buono stato di manutenzione e continuare ad utilizzarle. Sia direttamente sia dandole in locazione.
 

Seth

Membro Attivo
Proprietario Casa
Concordo con quanto detto da @Franci63 al post #112.

Anch’io, in buona sostanza. Dico però che qualora si dovesse decidere di “spremere” più risorse dai proprietari di casa, cosa che tutti ci auguriamo non accada ma che potrebbe accadere per esigenze delle casse pubbliche, non sarebbe equo chiedere tutto il sacrificio ai soli immobili “non abitazione principale”, che già ora pagano pegno persino quando di modico valore, come se avere una casa da affittare o a disposizione fosse di per sé un disvalore da castigare o elemento rivelatore di chissà quali ricchezze, ed escludere del tutto l’“abitazione principale” a prescindere dal valore. Mi rendo conto che parlarne su un forum di proprietari di casa è impopolare ma, come ricordava una relazione del MEF nel 2013, “in tutti i Paesi dell’Unione Europea esistono forme di imposizione sugli immobili che includono anche il prelievo sull’abitazione principale”.



Ricordiamoci inoltre che sulla casa, sia essa prima casa che seconda, a disposizione o affittata, non è possibile detrarre le spese di ordinaria manutenzione, né le spese ordinarie condominiali. Pertanto, anche nel caso di immobili "a reddito", le già pesanti imposte si pagano sul reddito lordo (il 95% nel caso di locazioni in regime di tassazione ordinaria), non sul reddito al netto delle spese di manutenzione. Per fortuna esistono le detrazioni fiscali e gli incentivi sui lavori di manutenzione straordinaria.
Per quanto riguarda la riforma del catasto, ben venga se essa serve a fotografare meglio la situazione e la tipologia degli immobili e a censire quelli che non lo sono o che sono catalogati in maniera erronea. Per far questo non servirebbe nemmeno una legge, basterebbe una task-force nell'ambito degli uffici del Catasto già esistenti incaricata di controllare le attuali mappe raffrontandole con le foto aeree delle stesse aree e poi di verificare sul posto.
L'attuale legge delega sulla riforma del Catasto sarebbe senz'altro stata discussa con più cognizione di causa se i suoi contenuti avessero riguardato anche l'imposizione fiscale sugli immobili. Così, invece, si presta a numerosi dubbi e illazioni, anche perché frutto della raccomandazione UE sulla revisione dell'imposizione sugli immobili.
Mi paiono considerazioni di buon senso. Però eviterei i bonus che cambiano di anno in anno e sono sempre una lotteria, premiano o non premiano secondo criteri opinabili, qualche volta hanno effetti distorsivi, mi pare. Meglio un regime più uniforme e costante nel tempo.
 

basty

Membro Storico
Proprietario Casa
a, come ricordava una relazione del MEF nel 2013, “in tutti i Paesi dell’Unione Europea esistono forme di imposizione sugli immobili che includono anche il prelievo sull’abitazione principale”.
la tassazione non dovrebbe essere moralistica ma seguire la ricchezza e la capacità contributiva.
Leggo che ... vieni dalla mia.

In molti paesi , leggi Francia ad es. c'è la tassa fondiaria..
Io sopra appunto suggerivo una tassazione legata a due parametri:
una quota dipendente dal valore della proprietà: e come tale dovuta da qualsiasi immobile, compresa la casa di abitazione principale
Una altra quota legata alla redditività (effettiva o potenziale): proprio per legare il tutto alla riccherzza ed alla capacità contributiva che non sempre vanno all'unisono.

Evidentemente sono troppo vecchio: ma la esenzione sulla abitazione principale non è sempre esistita, e non è mai morto nessuno per quello.
Certo, dipende dalla misura.

Non vorrei innescare polemiche: ma la esenzione sulla prima casa ed eliminazione della tassa di successione sotto il 1M€, è stata introdotta da un governo Berlusconi, di cui si è fatto bello (anche giustamente): peccato che "in sordina" abbia poi contemporaneamente portato il coefficiente di rivalutazione catastale delle abitazioni da 100 a 120 (20% di incremento). andando a colpire una altra fascia di imposte. Si chiama differenziazione del prelievo, magari è giusto e migliorativo; ma vere riduzioni del prelievo , ne ho viste poche.... diciamo che non me ne ricordo nessuna.

Che ci sia la DX o la SX, il fabbisogno dello stato cresce sempre, le richieste della società civile sono sempre più onerose: prelevare dal lavoro stipendiato e dagli immobili, non richiede grandi fatiche ed iniziative.....; e per gli altri settori, è molto difficile generalizzare.
 

Franci63

Membro Storico
Proprietario Casa
Che ci sia la DX o la SX, il fabbisogno dello stato cresce sempre, le richieste della società civile sono sempre più onerose
Più che altro crescono gli sprechi di soldi pubblici: quello che manca , e che invece funziona più seriamente in altri paesi a noi vicini, è una gestione più oculata delle spese pubbliche.
Ovvero riuscire a far funzionare l’esistente in modo ragionevole : obiettivo concreto, ma che forse porta pochi voti e permette poche ruberie.
 

basty

Membro Storico
Proprietario Casa
Ovvero riuscire a far funzionare l’esistente in modo ragionevole : obiettivo concreto, ma che forse porta pochi voti e permette poche ruberie.
Hai perfettamente ragione: ma conosciamo l'animo italiano.
Certamente una revisione della spesa porterebbe certamente a notevoli benefici. Il guaio è che le ruberie, non figurano esplicite nei bilanci.
E la malapianta del coltivare l'orticello elettorale, cresce in tutti i giardini politici.

In più realisticamente nessun paese e nessuna parte è disposta a rinunciare alle varie forme di stato sociale:
Guarda cosa succede oggi: il caro energetico, le conseguenze sulle varie attività, il caro delle materie prime, non le ha provocate il presente governo, le cause sono addebitabili ad insipienze ed errori dei decenni passati, nessuno escluso, e innescate da fattori esterni a noi: ma fin che la barca andava, "il caro Putin" se lo sono filati quasi più a Dx che a SX.
Oggi camionisti, panettieri, agricoltori, allevatori, commercianti, artigiani, industriali, ecc. ecc. sono in piazza, lancia in resta, in attesa di sovvenzioni, aiuti, prebende: ed i politici a far la gara a proporsi paladini di questa o quella istanza, come se lo "Stato" fosse un pozzo senza fondo.

Ovviamente non metto nemmeno nel novero, la necessità di contributi (Comunali, regionali, statali) per le classi disagiate, per le situazioni di vera povertà, per le emergenze sempre più frequenti indotte dalla contingenza economica: sicuramente siamo un paese che ha fatto passi notevoli riguardo al benessere diffuso. A volte ho l'impressione che gli Italiani vivano anche al di sopra delle possibilità, e che nemmeno se ne rendano conto.
Ed il guaio sta nella difficoltà di doversi riadeguare: difficile tornare indietro quando si tratta di fare rinunce.
Oggi sembra tutto dovuto.

Sono ormai vecchio per ricordare le lampadine da 15 candele, il telefono fisso come oggetto di lusso, la TV che entra nelle case solo dopo il boom della fine anni 50, la mancanza di mutua e pensioni per la metà dei cittadini,
spese mediche e farmaceutiche a carico, la motorizzazione della popolazione ... agli albori.

Però la carta igienica ( o non igienica) nelle scuole non mancava e non la si doveva portar da casa, alle famiglie degli scolari non veniva chiesto, come oggi, un extra per acquistare cose indispensabili per il funzionamento della classe.....

Purtroppo, gli eventi di questi giorni, potrebbero portare ad una svegliata generale... speriamo si limiti a quello.
 

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