fiumara

Membro Attivo
Salve, a seguito di visura con spid sono venuto a conoscenza che mio padre è proprietario per 1/3 quattordici particelle di terreni in comunione con lontani parenti. su un paio di terreni, ad opera di questi lontani parenti sono stati costruiti abusivamente e poi sanati un fabbricato e un magazzino per attrezzi (D.10). siccome la legge prevede che se un manufatto insiste su un terreno in comunione, la proprietà del manufatto, a prescindere da chi lo ha costruito e a prescindere se autorizzato degli altri soggetti in comunione, diventa in automatico di proprietà dei proprietari del terreno su cui insiste. Mio padre, quindi, suo malgrado, si trova proprietario contro la sua volontà di fabbricati. Nasce l'esigenza di liberarsi di queste particelle di terreno in condivisione. La soluzione più semplice sarebbe la donazione della quota agli altri proprietari ma l'operazione sarebbe impossibile in quanto gli altri eredi sono in numero cosi elevato che pensare di "raccogliere" tutti i soggetti per portarli davanti ad un notaio è impresa ardua se non impossibile. Dopo studi ed approfondimenti sono venuta a conoscenza dell'istituto della rinuncia abdicativa che è un atto unilaterale che non necessita nemmeno di informare gli atri proprietari: in buona sostanza, si va dal notaio si manifesta la volontà e successivamente il notaio con l'atto fa le trascrizioni eliminando il nome di mio papà e "accrescendo" in automatico le quote degli altri proprietari. l'atto viene equiparato dal punto di vista dei costi alla donazione. C'è un problema: tutti i notai da me interpellati si rifiuitano di fare un simile atto, adduccendo la motivazione che essendo un atto traslastivo unilaterale è a rischio di impugnabilità. Avete delle soluzioni alternative diverse dalla rinuncia alla eredità nella ipotesi di morte di mio padre?
 

Gianco

Membro Storico
Professionista
Da quanto tempo tuo padre è divenuto proprietario di una quota e come gli è pervenuta?
Ha mai usufruito di detti immobili e in che occasione?
 

fiumara

Membro Attivo
Da quanto tempo tuo padre è divenuto proprietario di una quota e come gli è pervenuta?
Ha mai usufruito di detti immobili e in che occasione?
per successione dalla sorella nel 1998. mai usufruito degli immobili, ci mancherebbe. Gli immobili penso siano stati costruiti intorno agli anni 2000. poi, a seguito di rilievi aerei della agenzia delle entrate i soggetti che hanno fatto gli abusi sono stati costretti a fare l'accatastamento in sanatoria: questo è successo intorno al 2010. Peccato però che la legge prevede che se un immobile insiste su una superficie comune anche l'immobile va "in comune" a prescindere da chi ha fatto la sanatoria. In estrema sintesi, gli immobili non sarebbero dovuto e potuti essere sanati in quanto in assenza di liberatoria degli altri soggetti in comunione. è stata fatta una forzatura evidente, dove sono coinvolti, abusanti, tecnico che ha fatto frazionamento e accatastamento e funzionario del comune per la parte della sanatoria. Posso mai mettermi contro tutti e soprattutto sostenere le spese legali? per quale vantaggio? il mio obbiettivo e quello di mio padre sarebbe di liberarmi di queste proprietà ma sembra che i notai non vogliano fare la rinuncia abdicativa adducendo di ipotesi future di impugnabilità dell'atto. In soldoni, non si sprecano a fare un istituto atipico per compensi assimilabili ad una donazione.
 

Gianco

Membro Storico
Professionista
La situazione è un po' ingarbugliata. Il fatto che tuo padre risulti intestato non vuol dire che sia proprietario della quota indicata in catasto (1/3 di quattordici particelle). Gli immobili gli sarebbero pervenuti con denuncia di successione che altri avrebbero presentato e nella quale lui sarebbe indicato in qualità di erede. Poi altri avrebbero realizzato degli abusi edilizi, poi sanati dagli stessi. Se mai tuo padre è intervenuto sull'eredità risulta semplicemente intestato perché altri lo hanno inserito fra gli eredi senza che lui abbia manifestato alcuna volontà. Infine l'usucapione come la perdita della proprietà si perfeziona con il possesso di altri per 20 anni ininterrotti. A tuo favore esiste una sanatoria edilizia con pratiche edilizie catastali, fatte da terzi, fra i quali tuo padre non appare.
 

Franci63

Membro Storico
Proprietario Casa
La soluzione più semplice sarebbe la donazione della quota agli altri proprietari ma l'operazione sarebbe impossibile in quanto gli altri eredi sono in numero cosi elevato che pensare di "raccogliere" tutti i soggetti per portarli davanti ad un notaio è impresa ardua se non impossibile.
Perché non donarli solo ad uno o più dei coeredi , invece che a tutti ?
Trova qualcuno di loro che sia interessato, e donategli tutto, a patto che paghino loro i costi dell’atto.
 

fiumara

Membro Attivo
Perché non donarli solo ad uno o più dei coeredi , invece che a tutti ?
Trova qualcuno di loro che sia interessato, e donategli tutto, a patto che paghino loro i costi dell’atto.
era la soluzione prospettatami da un notaio. Semplice a dirsi, impossibile da farsi. Se faccio le visura risulta mio padre proprietario per 1/3 un terzo soggetto nato nel 1901 (deceduto) sacerdote senza eredi diretti e un'altro soggetto del 1911 a sua volta deceduto. Non sono in grado, nè ho tempo e voglia di ricostruire la titolarità delle quote attuali. faccio notare che gli eredi non hanno avuto cura di fare le volture obbligatorie per legge, per cui questo è il terreno nel quale mi devo muovere. Se un soggetto non cura di fare nemmeno le volture, può mai avere la "sensibilità" di capire che deve pagarsi un atto di donazione? ma mi spingo oltre, anche quolora mio padre abbia il gesto di gratuità di accollarsene le spese, i soggetti in questione sarebbero disponibili ad andare davanti ad un notaio? l'approccio di questi soggetti è il seguente: tutto rimane come è, e tutti stiamo bene. Con l'ignoranza non si può competere ma fuggire e rifuggire. Ecco perchè la rinuncia abdicativa era la mia speranza.......
 

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