Come per ogni ordine professionale, esiste un tariffario che a seconda delle prestazioni interviene in percentuale in funzione del valore dell'immobile per noi geometri e della causa per gli avvocati. Il valore è indicativo e nel caso delle cause legali è riferito al valore del contendere. Ma la parcella è composta da una serie di voci che oltre alla percentuale sul valore appena indicato, tempo impiegato per operazioni particolari tipo, colloqui, ricerche, esame di documenti, pratiche svolte in ausilio allo svolgimento della pratica e rimborsi spese, raggiunge valori che in qualche modo sono a discrezione di chi compila la parcella. In definitiva la parcella può essere stilata con una certa elasticità e se dovesse passare all'esame della commissione revisione specifiche, se non contrasta con le percentuali e le tabelle, difficilmente viene rettificata. Evidentemente alla richiesta di revisione della specifica, l'iscritto deve fornire tutta la documentazione che comprovi l'esecuzione particolareggiata di quella prestazione. Se la parcella viene revisionata dall'ordine diventa esecutiva. L'unica possibilità che si ha di contestarla e quella di dimostrare che certe prestazioni non sono state fornite.
Caro professionista
in merito a quanto sostieni corre l'obbligo di rimarcare quanto segue:
il tariffario a cui fai riferimento, disciplinato dal DM del 2004, è stato abrogato e sostituito dal DM 20 luglio 2012 n. 140 che disciplina i compensi dei professionisti, quest ultimo regolato non più da tariffe ma da parametri.
La differenza sostanziale tra i due si evidenzia rispetto alle vecchie tariffe propria nell'univocità dei costi e non da una serie di voci quali onorari, udienze, consulenze, spese telefoniche, sopralluoghi eccetera come tu sostieni, ma il tutto a corpo, incluso in unica sola voce o parametro di riferimento.
Ad esempio:
se nella fase istruttoria sono state svolte 5 udienze e 10 consulenze è irrilevante!
I parametri di riferimento per quella fase rimangono tali!
Naturalmente esiste una forbice da -50 a + 60 rispetto al valore medio di riferimento .
Troppo facile se questo fosse a discrezione dell'avvocato, e cioè decidere di autoattribuirsi il 60% di aumento per le normali fasi (studio, introduttiva, istruttoria, decisoria ed esecutiva).
Nel mio caso, trattandosi di valore della controversia "indeterminato" esiste un ampia forbice da - 50% a +150%.
E' proprio questo il mio problema! L'avvocato, indispettito dalla revoca, avendo sostenuto solo la prima fase (studio) e la seconda fase (introduttiva) ha deciso di autoattribuirsi un aumento del 150% rispetto al valore medio di riferimento!
Ripeto il 150% ossia Un FURTO legalizzato!
So per certo che in questi casi, deve essere avvallato dal giudice il quale può anche decidere di ridurre a -50% o confermare la parcella chiesta.
Sto valutando di sottoporre la parcella al consiglio dell'Ordine, il quale dovrà esprimere il suo parere di "congruità".