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User_29045

Ospite
Coinvolgere un legale perché? Per tramutarsi in una coppia il cui voto vale come una astensione? Uno vota sì, l'altra vota no. Uno vota no, l'altra vota sì. E poi il legale costa, e portare in giudizio il condominio non è cosa da poco. E in giurisprudenza non si va per assonanze, l'usufrutto vitalizio è una cosa, l'assegnazione è un'altra, io non farei confusione, poi ovviamente chiunque è libero di citare in giudizio chiunque, mal che vada il pugno di mosche c'è per tutti...!
 

arciera

Membro Senior
Proprietario Casa
io non farei confusione
Sono d'accordo con te. però un modo si deve trovare. Io trovo profondamente ingiusto il fatto che altri votano affinchè io paghi. Neanche fossi la loro schiava. Mi sembra che vi siano articoli di legge che salvaguardino il fatto di non pagare cose per le quali non si hanno diritti di sorta.
 

arciera

Membro Senior
Proprietario Casa
Appunto! Avendo il diritto di abitazione dovrebbe avere anche il diritto di potere influire sulle spese che cadono sulle sue spalle. E non si tratta di spese ordinarie per le quali ogni usufruttuario o inquilino o condomino e' chiamato a pagare e sulle quali non vi sono manovre da poter fare. Sono spese straordinarie che da sempre cadono sui proprietari, nudi che siano, i quali hanno possibilità di influire sulle decisioni.
 
U

User_29045

Ospite
E' qui che vi volevo!

A questo link:

http://www.condominioweb.com/il-diritto-di-abitazione-e-la-gestione-condominiale.1750

spiega chiaramente che:

il diritto di voto per deliberare l'esecuzione di riparazioni straordinarie spetta al proprietario anche qualora esse si rendano necessarie in seguito all'inadempimento da parte dell'habitator degli obblighi di ordinaria manutenzione (Cass., 11.1.1968, n. 62).

Fonte http://www.condominioweb.com/il-diritto-di-abitazione-e-la-gestione-condominiale.1750#ixzz33aerU06e
www.condominioweb.com[DOUBLEPOST=1401809316,1401809212][/DOUBLEPOST]L'autrice del thread non è PROPRIETARIA ma ha solo il DIRITTO DI ABITAZIONE (in realtà afferma di avere l'ASSEGNAZIONE DELLA CASA, e non so se giuridicamente i due concetti sono sinonimi perché non sono un legale!!). Di conseguenza, sulle spese *****STRAORDINARIE***** l'autrice del thread, NON ESSENDO PROPRIETARIA, nulla può deliberare.
 
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User_29045

Ospite
Ma non dovrebbe neanche pagare. Ti sembra giusto che un altro delibera e tu dovresti pagare e tacere?

Non conta ciò che sembra giusto, conta solo ciò che ha già stabilito la Cassazione nella sentenza sopra citata. Solo il proprietario può deliberare sulle spese STRAordinarie, quindi chi detiene il diritto di abitazione o ha ricevuto l'assegnazione della casa che dir si voglia, per quanto riguarda le spese STRAordinarie può solo pagare e basta.[DOUBLEPOST=1401817715,1401817629][/DOUBLEPOST]Nella sentenza di divorzio è indicato, dice l'autrice, che le spese straordinarie per la casa coniugale sono a suo carico al 50%. NULLA SI DICE relativamente al diritto di voto in Assemblea relativamente a tali spese straordinarie, quindi conta il codice civile e/o le sentenze della Cassazione in casi analoghi. Non specificare la questione del diritto di voto, è costato caro all'autrice, perché per default le spese straordinarie sono deliberate SOLO DALLA PROPRIETA', e mai da assegnatari o detentori del diritto di abitazione. Solo una sentenza di divorzio che ESPRESSAMENTE prevedeva un DIVERSO ACCORDO tra le parti, in merito al diritto di voto in Assemblea, avrebbe potuto ribaltare la questione. Da qui, il paradosso che l'autrice paga per le spese STRAordinarie deliberate ESCLUSIVAMENTE dal proprietario, che è il suo ex marito. STRANO MA VERO.[DOUBLEPOST=1401817759][/DOUBLEPOST]L'errore è stato NON SCRIVERE NELLA SENTENZA DI DIVORZIO che l'ex marito concedeva il diritto di voto in assemblea all'autrice, per il 50% delle spese STRAordinarie di sua competenza. Non scrivendolo, si fa riferimento al codice civile o ad analoghe sentenze della Cassazione. E sarebbe stato opportuno scrivere nella sentenza di divorzio una frase tipo, "In deroga a quanto normalmente previsto per il diritto di voto in assemblea afferentemente alle spese STRAORDINARIE, le parti stabiliscono di comune accordo, e senza alcuna riserva, quanto segue: il Signor Mario Rossi concede alla Signora Maria Bianchi il diritto di voto in assemblea per il 50% delle spese straordinarie che sono di sua spettanza, da parte sua la Signora Maria Bianchi si impegna a corrispondere, pronta cassa, il 50% di ogni spesa straordinaria, afferente all'immobile sito in Roma, Via di Valleranello 42, Piano 12 Interno 84, che sia stata e che sarà deliberata in Assemblea con le maggioranze previste dal Codice Civile".
 
Ultima modifica di un moderatore:

arciera

Membro Senior
Proprietario Casa
da subito ho riconosciuto questa ragione che porti nella discussione. Mi pare impossibile però costringere al pagamento delle spese straordinarie una persona che non ha voce in capitolo e che non dovrebbe neanche pagarle perchè non le competono. Si dovrebbe andare in appello e ribaltare la sentenza di divorzio pensata con i piedi.
 
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User_29045

Ospite
da subito ho riconosciuto questa ragione che porti nella discussione. Mi pare impossibile però costringere al pagamento delle spese straordinarie una persona che non ha voce in capitolo e che non dovrebbe neanche pagarle perchè non le competono. Si dovrebbe andare in appello e ribaltare la sentenza di divorzio pensata con i piedi.

Su questo mi trovi d'accordo. Ma l'autrice del thread è caduta in uno dei paradossi del Diritto. Ciò che non è espressamente specificato e condiviso tra le parti, con espressa deroga e con rinunzia da ambo le parti ad ogni azione ed eccezione, viene regolato in base a quanto previsto dal Codice Civile o da sentenze della Corte di Cassazione su tematiche similari.

L'autrice si è ricordata di farsi assegnare la casa, ma non si è ricordata di far derogare il suo ex marito sulla regola per cui solo la proprietà decide sul fare o non fare le spese straordinarie. E adesso, l'autrice è rimasta incastrata in questo ingranaggio. Se nel condominio a cui afferisce quell'abitazione abitano un sacco di persone altolocate, che amano spendere e spandere senza tanto pensare, e se l'ex marito ha i soldi da buttare via, possono divertirsi ad approvare ogni anno 30mila euro di spese straordinarie per ogni condomino, a costo di metterci la fontana d'oro in giardino dalla quale sgorga mercurio, e l'autrice non può farci nulla.

Salvo, naturalmente, andare in appello per mettere in discussione la sentenza di divorzio su questo spinoso particolare. Non dimentichiamoci che le spese straordinarie, o meglio larga parte di esse, fruiscono del recupero IRPEF del 50% decennale, il che spinge ancor di più le persone altolocate a spendere e spandere senza pensare più di tanto. A titolo esemplificativo di spese inutili sostenute tanto per sostenerle, considera che nel mio condominio hanno approvato circa 2000 euro di spesa per l'interramento del tappetino del portone condominiale (cosiddetta installazione di tappetino mediante incavo di alloggiamento), spesa assolutamente voluttuaria per i tempi difficili che corrono, e considera che nella medesima Assemblea di approvazione un condomino ha già sollevato l'eccezione che tale installazione non debba contrastare con l'abbattimento delle barriere architettoniche, dichiarando che qualora ciò dovesse verificarsi, farà valere le proprie ragioni anche in sede giudiziaria...
 

arciera

Membro Senior
Proprietario Casa
Bravissimo! Infatti mi era sembrato di capire che il marito avrebbe interesse a spendere e così raggiungere un risultato . Rendere difficile la vita
 

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