Daniele 78

Membro Storico
Professionista
Per cui la nuova caldaia dovrebbe fornire riscaldamento e acqua calda per un solo appartamento di 125 mq con un bagno ed una cucina e n. 6 radiatori.
Vista la spesa da sostenere singolarmente, da una prima sommaria ricerca si è trovata una caldaia Vaillant a circa 4000 euro per 23/24 kw.
Visto l'impianto funzionante.
Visti gli incentivi fiscali ancora vigenti.
Si vorrebbe sostituire soltanto la caldaia appunto.
23/24 kw sono sufficienti per una solo appartamento, e gli altri come fanno??
con quella potenza:
  • o fate tanti impianti singoli quante sonno le unità immobiliari
  • oppure NON basta.
  • Oppure chiedi il distacco dalla caldaia centralizzata.
(sul nuovo con tutto l'edificio isolato e con quella grandezza devi installare quella tipologia li come potenza) ora in edificio non isolato se più al limite (ma ancora fattibile), considerando le dispersioni che avrete. Tutto ciò per non rimanere o avere poi freddo.

Conta che in un vecchio edificio come quello le potenzialità delle caldaie (che erano sovradimensionate) arrivavano a superare tranquillamente i 250 KW, (10 volte tanto) e contando una riduzione della potenzialità (vista l'efficienza ed altro con calcoli alla mano) non meno di 170/180KW (proprio il minimo minimo se fai tutto per benino) strasupera la vostra potenzialità prevista (ed immagino le spese).
 
Ultima modifica:

Valerio Vegni

Membro Ordinario
grazie daniele,
solo il secondo piano necessita di riscaldamento ed acqua calda sanitaria, il primo ha il condizionatore caldo/freddo e lo scaldabagno elettrico ed è un ufficio per cui stanno bene cosi, il piano terra è negozio e va con clima, il terzo piano è disabitato.
Quindi visto le necessità individuali e le spese individuali, e visto che è occupato stagionalmente e comunque non più di un mese durante l'autunno/inverno e uno/due mesi al massimo d'estate, il proprietario sta cercando di capire, se il dispendio nella distanza sia più conveniente che rifare le pavimentazioni e tracciare i muri all'interno del proprio appartamento.
Si sta cercando anche di capire, se all'ingresso del centralizzato, situato sul terrazzo del secondo piano, si possa staccarsi e collegare una caldaia a gas a condensazione in armadio, ma possibilmente senza toccare gli interni. Però anche il quel caso ad occhio e croce, l'acqua calda sanitaria necessiterà di qualche intervento murario, visto che ora va a scaldabagno elettrico posto in bagno, che serve il bagno e la cucina confinante.
Dalle prime indagini di mercato, una caldaia autonoma potrebbe costare circa 2500 euro installata, quindi molto conveniente viste anche le agevolazioni fiscali vigenti, ma si vorrebbero evitare appunto lavori interni, poichè l'appartamento è circa 130 mq e i termosifoni sono attualmente installati sui 4 muri perimetrali, per cui il lavoro di adeguamento dei tubi sembrerebbe costoso.

Grazie
 

Daniele 78

Membro Storico
Professionista
@Valerio Vegni aspetta vado per ordine cercando di spiegarmi meglio.
Tu dici questo:
In edificio di 4 piani fuori terra, nel 1970 è stato realizzato impianto di riscaldamento centralizzato a gasolio con caldaia a basamento di marca baltur (se esisteva...), e scaldabagni elettrici, e cucina con bombola.
Oggi si vorrebbe sostituire la caldaia a basamento con una nuova a metano, ed installare il metano per la cucina.
e qui nulla da eccepire....

Si vorrebbe lasciare invariato l'impianto esistente.
Si può fare, dovrai eventualmente valutare il costo delle valvole termostatiche (un centinaio d'euro all'incirca fornite e montate) per un miglior utilizzo dell'impianto stesso.
Per quanto riguarda i radiatori anche se vecchi non è necessario sostituirli anche se con quelli in acciaio o in alluminio avresti un resa decisamente migliore rispetto alla ghisa (ma qui va valutato il costo che varia molto in funzione del materiale e delle calorie che deve soddisfare un termosifone).

Tre piani non intendono aderire all'utilizzo della nuova caldaia per il momento, in quanto piano terra e primo sono commerciali e già autonomi per riscaldamento con climatizzatore caldo-freddo e scaldabagno per la poca acqua calda che consumano, ed il terzo è disabitato.
Per cui la nuova caldaia dovrebbe fornire riscaldamento e acqua calda per un solo appartamento di 125 mq con un bagno ed una cucina e n. 6 radiatori.
qui non ci ho capito più niente: Voi avete se non ho capito male una caldaia condominiale che copre 6 alloggi, aldilà del fattibile o meno per il fatto che tre piani non siano d'accordo (ci sta ognuno ha il proprio pensiero), quello che NON è assolutamente ed oggettivamente logico è che tu vai a sostituire una caldaia condominiale che copre 4 piani (immagino con una potenzialità simile a quella che ti ho detto in precedenza) con una caldaia di:

Vista la spesa da sostenere singolarmente, da una prima sommaria ricerca si è trovata una caldaia Vaillant a circa 4000 euro per 23/24 kw.
Visto l'impianto funzionante.
Visti gli incentivi fiscali ancora vigenti.
che vista la potenzialità non può coprire assolutamente la vecchia caldaia (come potenzialità installata).

Se riesci ad avere l'assenso dell'assemblea hai queste alternative:

  • Installi una caldaia condominiale di potenzialità oltre le 150 KW (il calcolo preciso te lo da il termotecnico ma 24KW non vanno bene di sicuro) ma lo hai già detto anche tu:
Per cui la nuova caldaia dovrebbe fornire riscaldamento e acqua calda per un solo appartamento di 125 mq con un bagno ed una cucina e n. 6 radiatori.

  • Ti stacchi dalla caldaia a gasolio condominiale esistente facendoti un tuo impianto a 24 KW (occhio che non c'è solo la caldaia da installare in questo caso, ma dovrai rifare le mandate ed i ritorni per te e tagliare il tuo allaccio al tubo condominiale e devi vuotare l'acqua dall'impianto condominiale).Non sei obbligato ai conta-calorie in quanto non sei più collegato con l'impianto unico ma sei per conto tuo.

Devi capire che anche se gli altri piani sono disabitati o non hanno grande necessità di un riscaldamento in quanto hanno le loro caldaiette (caldo/freddo), tu devi considerare che l'impianto principale con cui (presumo) è nato il condominio è proprio quello che andresti a sostituire TU.
Nel momento in cui riesci a "metterci mano" quello che va a sostituire deve garantire comunque il riscaldamento per TUTTI gli alloggi indipendentemente dalle caldaiette (che presumo possono essere state messe in quanto troppo sovradimensionato come impianto all'inizio e troppo esoso da gestire).

Se un giorno mai dovessero essere abitati (quelli disabitati), o dovesse variare la destinazione d'uso, o la necessità di energia, TU con quella sostituzione, di fatto avresti creato un DANNO poichè non hai sostituito il generatore esistente con uno (anche se di alimentazione diversa) NON atto a garantire le medesime capacità di produzione energia, e sarebbe necessaria una nuova sostituzione del generatore.

Pensa bene all'effetto che vuoi, ma presta bene attenzione anche a NON calpestare i diritti degli altri, per cui se proprio vuoi fare questa sostituzione senti un Termotecnico, che cercherà di consigliarti (in base alle tue richieste ed alle tue disponibilità economiche ed eventualmente a quelle di altri) la soluzione migliore.

Sinceramente di più non saprei che dirti io.

Daniele B.
 

Valerio Vegni

Membro Ordinario
Grazie per le specifiche molo esaustive.
Forse avrò saltato io qualche passaggio.
L'edificio è di unica proprietà familiare, senza condominio, ma soltanto il secondo piano è abitazione e occupata da famiglia.
Gli alloggi previsti erano quattro su quattro piani. Ma quelli realizzati solo due, appunto il primo ed il secondo piano.
Quindi: Il piano terra non avrà mai da recriminare in quanto negozio con accesso dalla strada.
Il primo piano è ufficio in affitto, e va a clima e se domani dovesse divenire abitazione avrà tutta l'autonomia di rendersi autonomo con caldaia singola.
Il secondo piano è di fatto abitazione e di fatto l'unico appartamento che ha sempre usufruito del riscaldamento, per cui essendo unica proprietà senza condominio non avrà problemi di autorizzazioni.
Il terzo piano non è finito quindi disabitato e non c'è un impianto vero ma solo i tubi che hanno raggiunto il piano, ma sono stati chiusi dall'origine e al momento l'acqua non di circola neanche.
Quindi per finire l'acqua circola solo dal piano terra al secondo.
Per cui il proprietario del secondo piano che la occupa stagionalmente e per un mese al massimo, essendo l'unico proprietario di tutto, potrà decidere in completa autonomia. Ma vuole fondare la sua scelta sulla convenienza economica.
Tenendo conto ed accettando anche degli sprechi visto lo scarso utilizzo stagionale, del riscaldamento con caldaia centralizzata a piano terra, ma che di fatto servirebbe solo lui, sempre che con questa scelta potesse appunto evitare di fare lavori in casa appunto come dicevi per i tubi di andatave ritorno.
Aveva fatto un ragionamento semplice:
ho un impianto centralizzato che serve solo me, è funzionate ed ha sempre funzionato, quindi se io sostituisco la fonte di calore nello stesso locale caldaia, continuerò ad utilizzarlo come prima ma risparmiero' anche se sprecassi gas, visto che finora quando l'ho utilizzato ho sprecato gasolio più costoso.
Con la sola obbligatoria installazione di un bollitore per acqua calda sanitaria al secondo piano.
Perciò era orientata su una caldaia per centralizzato di potenza maggiore ma soltanto per avere copertura nonostante gli eventuali sprechi viste le distanze da coprire.

Se invece gli fosse più facile, installerebbe una caldaietta singola a piano, staccandosi dai tubi centralizzati, senza aver arrecato né ora in futuro alcun danno a nessuno, vista la conformazione e l'occupazione attuale dell'edificio. Però, come hai detto te, dovrebbe realizzare dei tubi di andata e ritorno nel proprio appartamento, questo lavoro gli comporterà almeno la rottura di qualche pavimento con sostituzione e poi tracce nei muri von riparazioni, quindi una mini ristrutturazione.
Tenendo conto di tutto, gli costerebbe più sprecare o ristrutturare, sempre pensando a quanto verrà occupata questa casa stagionale.

Forse sembra un ragionamento contorto, ma prima di imbarcarsi in un progetto troppo dispendioso, il proprietario voleva avere un po' le idee chiare.

Grazie
 

Daniele 78

Membro Storico
Professionista
Forse avrò saltato io qualche passaggio.
L'edificio è di unica proprietà familiare, senza condominio, ma soltanto il secondo piano è abitazione e occupata da famiglia.
Si hai saltato qualche passaggio, cos'ì la situazione è diversa.

Gli alloggi previsti erano quattro su quattro piani. Ma quelli realizzati solo due, appunto il primo ed il secondo piano.
Se è così e ci sono alloggi non finiti ma penso che in un futuro si cercherà di venderli (o al rustico o finiti) a questo punto io valuterei la possibilità di impianti autonomi.
Farne uno unico (che va bene oggi)e poi dopodomani devi rifarlo perchè si vende è un NON sense clamoroso (devi rifarlo). Poi come diceva anche @chiacchia c'è lo sbilanciamento dell'impianto (che è pensato per tutti) ma viene modificato solo per uno (da vedere comunque con il termotecnico).

Valuta di iniziare con l'impianto singolo per te, poi man mano che si va avanti anche gli altri lo faranno. Sarà sempre un condominio ma con tanti impianti autonomi.

Ora io non so come siano le norme regionali sui generatori di calore li in Toscana, qui in Piemonte anche sulle ristrutturazioni con cambio di generatore sui condomini (come il tuo anche se l'edificio è vostro) con più di 4 unità immobiliari viene reso l'obbligo di avere UN SOLO impianto centralizzato con i conta-calorie (tu qui ci ricadresti dentro in pieno, ma devi vedere che sia lo stesso in Toscana).



Quindi per finire l'acqua circola solo dal piano terra al secondo.
Per cui il proprietario del secondo piano che la occupa stagionalmente e per un mese al massimo, essendo l'unico proprietario di tutto, potrà decidere in completa autonomia. Ma vuole fondare la sua scelta sulla convenienza economica.
Ciò avvalora ancora di più quello che dicevo prima. Una volta non essendoci grossi problemi ne del costo dei carburati ne dell'inquinamento si mettevano generatori tanto sovradimensionati per quello che dovevano scaldare.
Oggi quella realtà li non va più bene perchè C'è la possibilità di calcolare effettivamente il bisogno di calorie per il volume da scaldare in rapporto non solo allo stesso volume, ma alla posizione geografica dello stesso e dalla tipologia costruttiva del fabbricato.

Infatti oggi si sà anche che 2 volumi da riscaldare identici (2 condomini) fatti anche con la medesima tipologia e stratigrafia e con gli stessi prospetti (fatti a Biella e fatti a Firenze) cambia non poco perchè la zona climatica E/F(sulle nostre montagne) richiede maggiore potenzialità per riscaldare la casa (a parità di volume, prospetti ed impianto...).
Quindi per raggiungere in certificazione energetica anche solo la Classe B il livello di isolamento e le fonti rinnovabili di cui devi dotare l'abitazione a Biella è sicuramente superiore a quella di Firenze.

Tenendo conto ed accettando anche degli sprechi visto lo scarso utilizzo stagionale, del riscaldamento con caldaia centralizzata a piano terra, ma che di fatto servirebbe solo lui, sempre che con questa scelta potesse appunto evitare di fare lavori in casa appunto come dicevi per i tubi di andatave ritorno.
Aveva fatto un ragionamento semplice:
ho un impianto centralizzato che serve solo me, è funzionate ed ha sempre funzionato, quindi se io sostituisco la fonte di calore nello stesso locale caldaia, continuerò ad utilizzarlo come prima ma risparmiero' anche se sprecassi gas, visto che finora quando l'ho utilizzato ho sprecato gasolio più costoso.
Ragionamento errato, SE tu sostituisci un centralizzato che serve la palazzina, devi sostituirlo con un centralizzato equivalente o comunque adatto a riscaldare la palazzina come fosse abitata.

Questo è il motivo per cui devi verificare il tutto con un Termotecnico che ti valuta la potenza che dovrai installare per tutto il condominio o al fattibilità di tanti impianti , iniziando dal tuo, e prevedendo comunque in linea di massima anche gli altri (sicuramente molto inferiore a quella di oggi):

Il consulto ti servirà per avere le idee chiare e meno confuse di oggi e ti aiuterà a decidere quale è la strada migliore sia per te che per gli altri, e sopratutto una volta finite tutte le unità immobiliari li ferme, a non aver sorprese dopo.

Tieni conto che per le sostituzioni di questi impianti con altri di ultima generazione (caldaie a condensazione)c'è il 65% e lo sgravio lo applichi anche alle fatture del Professionista.
 

Daniele 78

Membro Storico
Professionista
Grazie, ma il pellet mi permetterebbe anche il riscaldamento dell'acqua calda sanitaria?
Si ma devi rivedere completamente l'impianto, ed anche li devi valutare l'effettiva necessità del fabbricato (sempre con il Termotecnico) per non avere una caldaia ne sotto e ne sovradimensionata, in entrambi i casi significa spendere per non avere un ritorno economico.
Secondo me hai tante domande da fare al Termotecnico.
 

chiacchia

Membro Storico
Proprietario Casa
Rieccomi tutto detto bene aggiungo che potresti fare una chicca visto che vai una volta al mese fai installare la caldaia come dici tu male che vada la porti in casa, se è possibile l'istallazione in casa.
per la stufa a pellet, si, riscalda e genera anche l'acqua per i sanitari, per collegarla all'impianto, in un appartamento "normale", si collega alla caldaia a gas esistente niente di più, nel caso tuo bisogna intercettare la "centralina" dei riscaldamenti e i tubi dell'acqua sanitaria, ma non conoscendo l'abitazione occorre un sopralluogo, comunque considera che una stufa a pelle per come è costituita e 100 volte più robusta di una caldaia e molto più semplice e ti fa risparmiare 1/3 di quello che andresti a spendere con il gas.
 

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