J

jac1.0

Ospite
Salve. Sembra una questione di lana caprina, ma non lo è. La disdetta del contratto di locazione entro quando deve essere ricevuta al più tardi:
1. 180 giorni prima della scadenza,
oppure
2. 6 mesi prima della scadenza?
Grazie a chi vorrà darmi la riposta.
 

wmar

Membro Attivo
Proprietario Casa
Dal fatto che vincoli la disdetta alla scadenza contrattuale, deduco che ti stai riferendo alla disdetta da parte del locatore (visto che, ai sensi dell'art. 3, comma 6, della L. 431/1998, il conduttore, qualora ricorrano gravi motivi, può recedere in qualsiasi momento dal contratto). Vale allora la previsione emanata dall'art. 3, comma 1 della citata legge, secondo la quale il locatore deve esercitare la facoltà di diniego della proroga contrattuale "dandone comunicazione al conduttore con preavviso di almeno sei mesi".
Se la comunicazione avviene tramite lettera raccomandata, allora fa fede unicamente il timbro postale.
 

alberto bianchi

Membro Storico
Proprietario Casa
conduttore con preavviso di almeno sei mesi".
Il quesito di jac1.0 è:
- Se il contratto scade al 30 settembre, entro quale data dev'essere comunicata la disdetta (o diniego di proroga) da parte del locatore al conduttore ?
In maniera non sibillina, fa notare che non è una questione di lana caprina (a meno che non si tratti di cashmere).
 
J

jac1.0

Ospite
Mi spiego meglio: la lettera di disdetta deve arrivare almeno 6 mesi prima del giorno di scadenza del contratto o almeno 180 giorni prima del giorno di scadenza del contratto?
Non è la stessa cosa.
 

alberto bianchi

Membro Storico
Proprietario Casa
Qual'è la risposta, allora?
Secondo me ( e per analogia con l'INPS in materia di malattia) direi che il conteggio corretto dev'essere fatto con i 180 giorni, che è un termine chiaro, non soggetto a ad interpretazioni, immodificabile e non influenzabile né da anni bisestili né dal diverso numero di giorni dei mesi nel corso dell'anno solare.
Aspettiamo l'interpretazione degli illustri giuristi.
 

Nemesis

Membro Storico
Proprietario Casa
direi che il conteggio corretto dev'essere fatto con i 180 giorni, che è un termine chiaro, non soggetto a ad interpretazioni, immodificabile e non influenzabile né da anni bisestili né dal diverso numero di giorni dei mesi nel corso dell'anno solare.
No. Se il contratto o la legge prevedono un termine calcolato a mesi, non è corretto calcolarlo a giorni.
L'effettivo numero di giorni può, nel termine computato a mesi, essere diverso a seconda di quali siano i mesi coinvolti nella computazione, poiché il numero dei giorni di ciascun mese è variabile. Detta regola (vale a dire computo non ex numeratione ma ex denominatione dierum) è valevole in tutti i casi in cui il tempo è indicato a mesi. Si applica l'art. 2963, comma 4 c.c.
 

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