Sintesi e commento :
D.sono sposata in comunione dei beni. La mia attuale e unica casa A è stata comprata con proventi già posseduti antecedentemente al matrimonio.
R: E' assodato che questa casa (A) è solo sua ed esclusa dalla comunione
D. Dopo il matrimonio, mio marito ha comperato-pari quote- con il fratello il fratello una casa (B) sulla quale è stata iscritta una ipoteca da parte della banca che ha concesso il mutuo. Da 5 anni non vengono pagate le rate .
R. Qui potrebbero essere sollevate delle eccezioni giuridiche: visto che il 50% di suo marito entrato nella comunione, Lei quale comproprietaria avrebbe dovuto assentire alla iscrizione ipotecaria della casa B
Cio' premesso
Poco fa è pervenuta una ingiunzione di pagamento (evidentemente per le rate omesse) determinando un debito solidale ai fratelli ove si accenna a mo' di avvertimento al regime patrimoniale (comunione)
Oggettivamente non Vi sono le condizioni economiche per pagare gli arretrati ; si teme che la banca insoddisfatta possa rivendicare i suoi diritti sulla casa A.
MIO PARERE:
1-Fare atti di donazioni o simili a questo punto espone all'azione di revocatoria ; per cui secondo me (anche per non esborsare inutilmente altri soldi) non conviene agire in tal senso. Nè ha senso procedere alla "separazione dei beni" (troppo tardi, biosgnava farlo prima dell'acqusto della casa B)
2-La banca prima di ogni altra azione dovrà rivalersi sulla casa cui si riferisce l'iscrizione ipotecaria ( bene acquistato dal fratello per il 50% e da Lei e da suo marito per l'altro 50% - come detto essendo in comunione il 50% acquistato da suo marito và considerato in comunione)
3-La questione se l'azione della banca ( eventualmente insoddisfatta dalla vendita all'incanto della casa cosa tutta da verificare valutando quanto ammonta il debito residuo ed il valore della casa di prossimo pignoramento) possa agire sui sulla casa A è cosa che giuridicamente sarebbe da approfondire e che non darei per assodata.
Valuti anche la possibilità di trovare un compratore della casa B che contatti la banca proponendo uno "stralcio " ossia una transazione che piu' o meno suona cosi': Io compero la casa B e a te banca pago il 50% di quanto vanti verso i fratelli e signora. Paradossalmente è una soluzione possibile e paradossalmente la piu' conveniente ( si evita l'accumularsi delle spese legali che vanno ad erodere il valore dell'immobile come la svendita dell'asta)
Valuti anche la possibilità di far confluire la Casa A "nel fondo patrimoniale della famiglia". Costa poco, esiste giurisprudenza favorevole e comunque si tratta di "piantare" un paletto in piu' a difesa della sua casa A.
E' evidente che le conviene quanto prima ricorrere ad un esperto del settore che la assista