griz

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Griz, a supporto della tesi di Gianco e Nemesis, altrove mi si suggerisce quanto segue : ai proprietari degli immobili su cui grava tale vincolo deve esser stato chiesto di firmare un atto notarile di impegno all’inalienabilità (cosa che, nel caso in oggetto, non è avvenuta; il che porterebbe a pensare che sul cespite non gravi alcun vincolo).

non credere che sia così, secondo me il vincolo è insito nel documento di approvazione urbanistica, se l'immobile è già tuo nessuno si preoccuperebbe di stipulare un atto solo per il vincolo di inalienabilità che sarebbe anche un costo inutile, dal punto di vista dell'istituzione dell'unità, ripeto, la tua è una nuova unità abitativa, che tu non abbia costruito è implicito nel fatto che tu recuperi un sottotetto che esiste altrimenti non puoi recuperarlo
per quento riguarda il momento nel quele scatta il periodo d'inalienabilità, rimango della mia idea (l'agibilità) secondo me il problema potrebbe porselo il notaio nel momento in cui dovrà stipulare l'atto di vendita e a questo punto si dovrà stabilire da quando il quinquennio scatterebbe, io come scritto sono propenso
 

Gianco

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E' incontestabile che tu non abbia costruito o formato una nuova unità immobiliare. L'unità immobiliare accatastata come C/2, magazzino, locale di deposito, l'hai variata in A/2, abitazione di tipo civile. Per un ex sottotetto mi sarei aspettato un A/3, A/4, con relativo reddito inferiore.
 

paradox

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Gianco (che Dio benedica i tuoi interventi...;) l’unità immobiliare era infatti stata accatastata come A/3. Poi, dopo qualche mese , mi è arrivata la comunicazione che la categoria era variata (d'ufficio) in A/2.

Griz, io non sono un tecnico, mi limito a leggere le vostre (gentili) risposte e quelle di utenti di altri forum. Da neofita, mi sembra di capire che la costituzione di nuova unità immobiliare non sia così pacifica, che sia cosa quanto meno opinabile (poiché già voi tecnici esprimenti diverse interpretazioni).

Ciò che trovo lunare è che non si riesca a capire chi sia chiamato a dirimere questa questione. Io avrei bisogno di una risposta “ufficiale” (da poter eventualmente esibire a un notaio che dovesse rifiutarsi di rogitare) ma non capisco a chi devo chiedere ; ogni ufficio mi “rimbalza” altrove. Il parere va chiesto al CUP Regione Lazio? All’ufficio Urbanistica? Al IX municipio (che ha rilasciato il cambio di destinazione d’uso)? Al XII municipio ( dove l’immobile è situato) ecc.
 

griz

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come ti ho scritto, l'interpretazione va "interpretata", può essere che esista una circolare del notariato di Roma che chiarisce, comunque spetterà al notaio che dovrà redigere l'atto di compravendita, se conosci un notaio della tua zona puoi fare la domanda
 

paradox

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Ho capito, ma mi sembra assurdo che la buona conclusione di una compravendita immobiliare dipenda da come un notaio interpreterà una norma.

Ci dovrà pur essere un ente, ufficio ecc a cui sia dato esaminare e dirimere la questione per tabulas.

Avendo una risposta scritta (più valida di un parere informale di un qualsivoglia notaio) potrei poi utilizzarla in caso di problemi nel corso della compravendita.

P.S. Gianco, credo che mi abbiano assegnato A/2 perché tutti gli immobili del palazzo sono accatastati così. In ogni caso io devo vendere quindi la cosa mi riguarda poco.
 

alberto bianchi

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Ci dovrà pur essere un ente, ufficio ecc a cui sia dato esaminare e dirimere la questione per tabulas.
Fai un interpello all'Agenzia delle Entrate (Agenzia del Territorio) in fondo è questo organismo che irrogherà la sanzione in caso di irregolarità. Se hanno il potere di sanzionare avranno pure "i parametri" di valutazione per poter giudicare se un dato o una procedura sono corretti o meno.
http://www.agenziaentrate.gov.it/wps/content/nsilib/nsi/documentazione/interpello/
 

griz

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come ti ripeto, ci potrebbe essere una circolare del notariato che noi non conosciamo, comunque è normale che il notaio interpreti le norme, comunque la logica dice che sia l'agibilità a dare il momento in cui l'appartamento diventa tale e può essere usato allo scopo per il quale è stato creato
 

Gianco

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Poiché l'agibilità la puoi chiedere quando vuoi, la comunicazione di fine lavori determina che l'opera è terminata. Da quel momento hai un mese di tempo per regolarizzare la denuncia di nuova unità immobiliare urbana o la sua variazione all'Agenzia del Territorio. Poi subirai una sanzione di circa 100 €. Superato l'anno l'importo sale a circa 1000 €.
 

paradox

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Grazie Alberto. In un altro forum mi hanno suggerito che la competenza è regionale, non municipale, ( a loro dire, la legge e le norme esecutive sono di competenza della regione). Questo il link per intereagire con L'URP http://www.regione.lazio.it/rl_urp/?vw=scriviurp . Proverò a contattare sia la Regione Lazio che l'agenzia del territorio (usando il link che mi hai indicato). Speriamo bene[DOUBLEPOST=1417203257,1417203020][/DOUBLEPOST]
Poiché l'agibilità la puoi chiedere quando vuoi, la comunicazione di fine lavori determina che l'opera è terminata. Da quel momento hai un mese di tempo per regolarizzare la denuncia di nuova unità immobiliare urbana o la sua variazione all'Agenzia del Territorio. Poi subirai una sanzione di circa 100 €. Superato l'anno l'importo sale a circa 1000 €.


Gianco, non abbiamo già denunciato la "nuova unità immobiliare urbana o la sua variazione all'Agenzia del Territorio" quando abbiamo comunicato il cambio di variazione d'uso? L'agenzia del territorio è l'ente che mi ha spedito il documento che riporta la nuova categoria catastale del cespite
 

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