Un giocatore

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Salve. Vorrei sapere se una badante comunitaria deve fare la dichiarazione dei redditi e, in caso affermativo, con quali modalità. In particolare vi chiedo: deve farla in Italia o nel suo Paese?
Ringrazio tutti per le risposte che vorrete darmi.
 

alberto bianchi

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Dipende da molti fattori e seguono il Modello Ocse per evitare la doppia imposizione fiscale.
Le Convenzioni non sono tutte uguali, anche all'interno della Unione europea.
La Convenzione disciplina le modalità di tassazione: a scelta, in un paese o nell'altro, in entrambi, in uno solo con riconoscimento di un credito per le imposte pagate nell'altro.
Per avere una risposta valida per il tuo caso devi specificare il nome del Paese e andare a leggere la relativa convenzione con L'Italia.
Per saperne di più, puoi leggere in questo link.
Imposizione internazionale - 4 - Il modello di convenzione O.C.S.E. | Misterfisco
SE la "tua" badante è rumena puoi leggere in quest'altro link.
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In genere il cittadino comunitario che si trova stabilmente in Italia per lavoro per un periodo superiore a 3 mesi deve richiedere l'Iscrizione all'Anagrafe del Comune e per poter lavorare deve richiedere il il numero di codice fiscale. Superando i 183 giorni di residenza nello Stato, si considera residente fiscalmente in tale Stato.
 
Ultima modifica:

alberto bianchi

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La badante è polacca e risiede in Italia.
Riguardo alla tua domanda iniziale, lo straniero comunitario residente in Italia (> 183 giorni all'anno) come specificato sopra avrà gli stessi doveri di un cittadino italiano. Cud, Mod.730 o Unico se ha altri redditi o vuole far valere crediti d'imposta, deduzioni, detrazioni. etc.
Ti allego un opuscoletto che affronta i problemi degli stranieri lavoratori in Italia.
http://www.stranieriinitalia.it/news/fiscoita.pdf

Accordo tra Italia e Polonia.
Leggi in particolari gli articoli da n. 23 in poi.
http://www.fiscooggi.it/files/immagini_articoli/fnmold/polonia-it.pdf
 

alberto bianchi

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Quindi i doveri sorgono se la residenza ha luogo per più di sei mesi, giusto?
Sì, oltre quel numero di giorni si considera residente in Italia. Per periodi più brevi (non sapendo ancora se resterà o meno in Italia, il suo datore di lavoro le applicherà comunque le trattenute fiscali che, se rientrerà prematuramente nel suo Paese, potrà far valere come credito (o altra modalità a seconda della convenzione e/o della legislazione fiscale locale).
 

Nemesis

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Sì, oltre quel numero di giorni si considera residente in Italia
Ai fini delle imposte sul reddito sono considerati non residenti coloro che non sono iscritti nelle anagrafi comunali della popolazione residente per la maggior parte del periodo d’imposta, cioè per almeno 183 giorni (184 per gli anni bisestili), e non hanno, nel territorio dello Stato italiano, né il domicilio (sede principale di affari e interessi) né la residenza (dimora abituale). Se manca anche una sola di queste condizioni i contribuenti interessati sono considerati residenti.
I non residenti che hanno prodotto redditi o possiedono beni in Italia sono tenuti a versare le imposte allo Stato italiano, salvo eccezioni previste da eventuali Convenzioni per evitare le doppie imposizioni stipulate tra lo Stato italiano e quello di residenza.
il suo datore di lavoro le applicherà comunque le trattenute fiscali
No, il datore di lavoro nel caso in discussione non è un sostituto d'imposta.
 

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