O

Ollj

Ospite
Intervengo sul difficile argomento dell'ospitalità a quanti, per salvare sè stessi ed i propri cari, fuggono da lontani paesi dilaniati da anni di guerra.
Dopo il tempo in cui l'occidente é stato descritto come il luogo della corruzione e del peccato, ora le nostre società sono meta ambita per ottenere asilo e iniziare una nuova vita. Giusto e doveroso che ciò sia garantito ed offerto a chi ne ha di bisogno, in particolar modo a chi, come le donne e bambini, risulti alla mercé della barbarie ed impossibilitato a difendersi. Al contrario i giovani e maturi uomini, che ora scalpitano nelle piazze ribadendo i propri diritti, inizino prima a lottare per il proprio Paese e a pretendere da chi li opprime quei diritti che a parole ora qui pretendono.
L'Europa non sarebbe se, molti consci dei propri diritti, non avessero perso la vita per realizarla.
Di fronte a gravi momenti, in cui viene messa in discussione la vita e la libertà, non ci si può limitare a fuggire! Tutti, sottoscritto compreso, devono lottare per ciò (e anche a scapito della propria vita)
 

quiproquo

Membro Senior
Proprietario Casa
Al di là delle argomentazioni più o meno condivisibili e che non discuto, aggiungo un elemento di riflessione sul come e sul modo
si debba concedere ospitalità. Quando ero in Germania (Tubingen, città Universitaria) fui costretto a dormire la prima notte in macchina con moglie e figlia di appena un anno..ancora in fasce...
e poi a comprare una piccola tenda con verandina (il commesso spagnolo la chiamava: la Caseta...) con la quale ho affrontato i tre mesi di contratto in un locale notturno di tale città. In seguito, ad ULM, il proprietario del locale sistemò i colleghi del trio in una pensioncina e a me con moglie e figlia in una specie di piccola dipendenza in legno appena fuori dal locale...Una specie di piccolo deposito...o legnaia... In seguito, in altre città, quando vi erano difficoltà anche per una sola camera e cucina e col bagno in comune
si ricorreva alLa " caseta"...in campeggio...!!! Con questa premessa io ritengo che non ci sia niente di male allestire nelle città i cosiddetti campi o tendopoli come dir si voglia. E tutta la prosopopea di alcuni politici sulla improbabile integrazione che sbandierano ad ogni piè sospinto andrebbe annullata con la matita rossa. E sulla base di
quest'altro mio vissuto. In Germania compravo tutti i giorni tre
quotidiani italiani e il settimanale L'Espresso o altri...e mi recavo quasi tutti i giorni alla stazione aspettando il treno che arrivava
dall'Italia (Milano) ...Vi erano anche altri connazionali. Perchè???
Studiavo di malavoglia il tedesco e sia la lettura dei giornali, sia l'andare alla stazione non significava altro che consolidare
l'attaccamento alla madre patria...il desiderio inconscio di ritornare
in Italia e non necessariamente in Campania...perchè al di là dei campanili e dei dialetti è la nostra Lingua che ci fa sentire Italiani
e chi la vuol calpestare con la sopravalutazione dei dialetti nelle scuole andrebbe rimandato a scuola ad approfondire meglio il Risorgimento e tutte le vite umane sacrificate per l'Unità d'Italia...
Un conto è l'integrazione individuale che va riconosciuta e agevolata,
un conto è quella di massa...una massa scomposta e disordinata come quando si fugge da una calamità...E anche il paragone con la
nostra emigrazione in America e in Argentina non tiene mai conto in bocca ai politici che vi ricorrono di grandi differenze come le immense pianure e la bassa percentuale di densità...al contrario con la nostra Italia dove il terreno montuoso è predominante...E poi
la differenza fra i grandi bastimenti o i piroscafi che solcavano l'oceano con i nostri avi e non anonimamente e le barchette fatiscenti che solcano il Mediterraneo con tanti individui senza uno
straccio di documento d'identità dove la mettiamo??? I siriani in primis nutrono di ritornare in patria il prima possibile e secondo me
loro e tutte le altre etnie non possono accampare diritti di sorta...siamo noi che abbiamo il dovere di accoglierli e di ospitarli
garantendo per un minimo decente di sopravvivenza (vitto e sanità
innanzitutto) in una buona tendopoli per il riparo diurno e notturno. Con la mia lunga frequentazione nei campeggi della Germania non
sono morto e sono vispo e allegro a dialogare con i propisti su tutto e il suo contrario come una volta mi apostrofò l'immancabile
FradJACOno...( dove sei???) qpq. P.S. In seguito potremo toccare anche la problematica sul "ius sanguinis e ius soli" che è correlata alla integrazione.
 
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quiproquo

Membro Senior
Proprietario Casa
Letto con interesse e comprensione, e in parte conoscevo la tua "esperienza di vita".
Bravo Maestro !
Grazie mille anche a te...Albertone...Anche tu hai assaggiato studiare fuor di casa e poi dopo nel lavoro...certamente non in una baracca e non in una caseta...Questo ha favorito l'allargamento del nostro orizzonte vitale...e d'altra parte cosa disse il grande Ulisse???:
"Atti non fummo per ...ecc...ecc..." In Germania io leggevo tutti i
giorni Il Corriere di Milano, la Stampa di Torino, Il Mattino di Napoli praticamente tutta l'Italia...a quel tempo non vi era ancora "la Repubblica" di Scalfari...in particolare su quello di Torino
divoravo gli articoli inerenti al lavoro e i sindacati, alle società industriali e commerciali che mi hanno fornito, inconsciamente,
le chiavi per affrontare, non da ultimo della classe, il successivo
lavoro di Agente.rappresentante...e senza mai aver immaginato
di un così gran salto riservatomi dal destino. Di nuovo grazie. qpq.
 
O

Ollj

Ospite
@quiproquo di strada ne ha fatta molta, merito dell'impegno e del sacrificio.
Tuttavia, quando ci si dà gambe all'aria perché messi in discussione i diritti fondamentali della persona e non si ritiene giusto lottare per essi... allora ben venga la chiusura delle frontiere per quanti, abbandonati gli indifesi alla propria mercede, ne reclamano qui da noi i diritti.
Ahimè, devo ammettere: sono meritevoli solo di uno spietato aguzzino, non di una democratica accoglienza. Spiace dire ciò, ma chi non è disposto a proteggere i deboli non può pretendere di essere protetto.
 

quiproquo

Membro Senior
Proprietario Casa
@quiproquo di strada ne ha fatta molta, merito dell'impegno e del sacrificio.
Tuttavia, quando ci si dà gambe all'aria perché messi in discussione i diritti fondamentali della persona e non si ritiene giusto lottare per essi... allora ben venga la chiusura delle frontiere per quanti, abbandonati gli indifesi alla propria mercede, ne reclamano qui da noi i diritti.
Ahimè, devo ammettere: sono meritevoli solo di uno spietato aguzzino, non di una democratica accoglienza. Spiace dire ciò, ma chi non è disposto a proteggere i deboli non può pretendere di essere protetto.
Sono perplessamente d'accordo...è un pò nebuloso...per me che sono sempre incerto posso solo dire che anche qui vi è una differenza che quasi nessuno (???) ha rimarcato...spero di aver il suo approfondimento, come quello degli altri propisti, ...ed è questo. E' un conto la chiusura della frontiere di terra...diversissima quella di mare. L'uomo non è un animale acquatico, il suo habitat è il terreno...Se un individuo, per comodità espositiva, clandestino e senza documenti, dal Belgio vuole
entrare in Olanda e questa lo respinge, lui resta in Belgio...ben piantato a terra...non morirà perchè troverà sempre dove ripararsi e
qualche cosa da mangiare... Se un canotto gonfiabile che a mala pena tiene il mare,dopo un percorso da morte, si avvicina alle nostre coste con l'intento di "piedare" (nuovo conio di zecca) il nostro territorio e il nostro baldo poliziotto non lo fa appiedare dopo che lo stesso poveraccio ha già messo i piedi nell'acqua, quindi già in Italia...cosa mai potrà fare il nostro baldo poliziotto???: farlo avanzare sulla battigia...lasciarlo a bagno...farlo risalire sul canotto?
Nel primo caso si avrà la virtuale apertura della porta invisibile della
nostra frontiera e gli si assicura di continuare a vivere...Nel secondo e terzo caso è come dargli una spinta verso il vuoto siderale del fine
vita. Ecco perchè l'Italia non può imitare gli altri paesi...
Come non lo potrebbero fare gli scandinavi se fossero invasi dagli eschimesi. E allora??? Come risolvere il drammatico problema??? Bisogna coinvolgere innanzitutto la Libia col buono o con la forza. Dovrà capire ed accettare che se li fa partire dalle sue coste impunemente non potrà fare opposizione se gli stessi vengono ricostati (nuovo conio di zecca) sulle sue coste...Poi. generosamente tutto l'occidente contribuirà al mantenimento in loco nelle modalità più opportune. Ecco quel che pensa con tutti i se ed i ma Quiproquo.
 

gattaccia

Membro Assiduo
Proprietario Casa
non me ne intendo, ma mi pare che solo i curdi ci tengano a rimanere per cercare di contrastare l'isis, o sbaglio?
del resto i curdi da secoli cercano di essere riconosciuti da tutti gli altri come minoranza da non opprimere, non hanno mai avuto un loro territorio
 

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